Noi lottiamo perchè non potremo mai “abituarci”! Il lucido pragmatismo del premier britannico Boris Johson non ci appartiene, la passione per la vita anche di fronte alle avversità più gravi ci caratterizza. Certo siamo impauriti, non stiamo svalutando il pericolo e, altrimenti, non avremmo accettato di rimanere in appartamenti di pochi metri quadri anche con famiglie numerose se così non fosse.
Ma la nostra esistenza non è affidata al mero calcolo probabilistico, teniamo la fiducia e la speranza che non siamo soli. Altrimenti non avrebbe senso l'estenuante combattimento che stanno affrontando i medici con il personale ospedaliero di tutta Italia insieme alle forze dell'ordine e a tanti altri. Esprime il desiderio di custodire la vita altrui senza rassegnazione alcuna.
No, la fede si traduce in operosità al di là del comprensibile, in speranza al di là del preventivabile, in visione che va oltre e che dona la forza dell'agire.
Certo, tutto questo non ha solo un valore contingente, non lottiamo perchè tutto sia ridotto a questa vita, la meta è un'altra ma è l'amore dei giorni presenti a darci il sapore dell'eternità. È per il Cielo che siamo fatti ma già la nostra terra è chiamata ad esserne delicato riflesso.
È perciò che continuamo a camminare nella prova, non intrappolati dalla paura, ma fiduciosi che il trascorrere dei nostri giorni ha senso se è un consumarsi che porta all'Incontro, ed è lì che comprenderemo pienamente che di quel che è oggi, nulla va perduto.
Come affermava Jacques Maritain, quando si sta nel bene, "Nulla è perduto di ciò che è stato fatto, tutto è canto e poesia".