by Mauro
22. January 2012 15:16
Restare pochi minuti in un bar ed osservare quanti entrano ed escono dopo la loro consumazione ci da un esempio di come differente è il modo di affrontare le varie situazioni della vita, anche le più elementari. Ogni individuo è un universo a sé stante, c’è un sistema complesso, quello della mente, che si attiva di fronte alle situazioni della vita organizzandosi in modo originale a seconda delle aspettative preventivate.
Pensiamo ad un bambino abituato ad un ambiente invasivo e aggressivo nei suoi confronti, percepirà la realtà esterna, pur trovandosi in altri contesti, associandola ad un senso di ritiro difensivo o di vivacità reattiva. Il nuovo contesto potrebbe comunque essere percepito minaccioso proprio perché il cervello è abituato ad organizzarsi secondo modalità già esperite. Questa prospettiva, ben sistematizzata da Daniel Siegel nel manuale La mente relazionale, lungi dall’essere una visione deterministica dell’individuo, permette di osservare come il cervello struttura modalità di percepire, sentire, pensare e desiderare in base alle esperienze pregresse. Ciò non esclude che nuove esperienze possano favorire il cambiamento e la rielaborazione di tali modalità organizzative.
Queste organizzazioni, o stati della mente, rimangono processi dinamici soggetti a variazioni nel tempo: nascono dalle interazioni sociali e si modificano in base alle nuove esperienze. Lo stato mentale coordina le varie funzioni del cervello cioè le collega e le associa temporaneamente, in questo modo i vari sistemi che regolano i singoli processi vengono simultaneamente attivati con l’effetto di influenzarsi reciprocamente a livello funzionale. Bisogna tener conto anche del fattore temporale, lo stato della mente non è rigidamente cristallizzato ma è frutto della momentanea associazione di attivazioni specifiche. È pur vero che la ripetuta attivazione di stati particolari può essere ricordata nel cervello fino a creare uno specifico profilo di attività celebrale che potrà essere recuperato in altre situazioni con informazioni simili.
Ciò permette una maggiore efficacia nel rispondere alle stimolazioni dell’ambiente. Ad esempio uno stato di allerta quando l’auto inizia a sbandare sarà frutto del coordinamento di molteplici processi che si sono attivati raccogliendo informazioni dall’auto e dallo spazio circostante, ed al contempo attiverà la muscolatura e i vari sensi organizzandoli sinergicamente in modo da dare una risposta strategica quanto più adeguata. Chiaramente potrebbero attivarsi stati della mente diversi a seconda delle esperienze già acquisite, così c’è chi potrebbe mantenere fino all’ultimo il comando dell’auto cercando di governarla e chi, invece, potrebbe chiudere gli occhi attendendo l’arresto dell’auto.
Comprendo allora il mio senso di stupore quando, poco tempo addietro, essendomi accorto di avere forato la gomma dell’auto mi sono accostato al marciapiede per sostituirla pensando tra me e me: meno male che è avvenuto proprio qua che ho lo spazio per fermarmi e che non è successo ad un andamento più veloce che avrebbe potuto farmi sbandare; mentre il passeggero che avevo accanto stava a dire: Ci voleva solo questa, mi capitano sempre le cose più sfortunate!