Liberi di esprimerci: oltre il pregiudizio. Laboratorio per adolescenti 2

by Mauro 17. luglio 2013 16:57

   È sorprendente constatare come gli adolescenti che stanno partecipando al Laboratorio di questi giorni, attraverso le varie attività della giornata, si mettano in gioco mostrando le straordinarie intuizioni e potenzialità proprie di questa fascia di età. L’adolescenza a nostro parere è un tempo propizio per favorire la promozione del ben-essere e la costruzione di progettualità volte alla crescita personale e comunitaria. La Comunità umana infatti è frutto di sogni e ideali condivisi che vengono a dare impronta ad un territorio. Questi aneliti vengono coltivati in modo speciale proprio nella giovane età e successivamente iniziano man mano a trovare forma concreta. Educare al sogno è attività propria di noi umani, questo porta ad educere, favorire l’espressione di ciascuno ed è da questa condivisione che la vita trova ricchezza, la gioia propria del reciproco riconoscimento.
Le attività laboratoriali di questi giorni hanno permesso ai giovanissimi di entrare in rapporto con le proprie emozioni, la percezione del proprio corpo, la sensorialità attraverso la quale si rapportano a se stessi e all’ambiente circostante. È così che il mangiare con le mani, l’andare in giro bendati, l’ascolto dei sonori e delle musiche proposte, la ricerca dei colori in natura e le varie forme di pittura espressiva, hanno fatto da veicolo per interagire ed ascoltare le proprie ed altrui risonanze.
Un lavoro di rispecchiamento che oggi si è avvalso della metodologia psicodrammatica in cui ciascuno, dopo avere assunto una statua posturale quale espressione della propria risonanza interna, ha visto il gruppo dei pari rimandare la propria risonanza attraverso il rispecchiamento della posa del protagonista di turno. Tutti attori e tutti protagonisti di uno scenario che ha favorito lo scambio emotivo ed il consolidamento del legame di gruppo.
Su questa base relazionale poi, i giovanissimi hanno condiviso le loro risonanze sulle difficoltà che attraversano per trovare se stessi nella vita di tutti i giorni. Una riflessione su cui ci siamo particolarmente soffermati è stata quella inerente ai pregiudizi. Il gruppo ha denunciato la pesantezza del giudizio che viene dal gruppo dei pari così come dal mondo adulto, un giudizio che vorrebbe impedire loro di essere/trovare se stessi!
La fase adolescenziale è da notare che comporta una rielaborazione identitaria in cui si assiste ad una assimilazione del nuovo che andrà integrato con quanto già consolidato. Il conflitto, che potrebbe dare luogo ad una certa nevrosi o nei casi più difficili ad un impasse, abbisogna di risolversi in un nuovo equilibrio in cui la persona amplia la consapevolezza di sé, le sue conoscenze e la comprensione della realtà.
La forza del gruppo in questo processo appare davvero rilevante, il confronto ed il sostegno è necessario per riconoscersi ed accrescere la propria autostima, per valorizzare aspettative e sogni di vita, per acquisire capacità di analisi e valutazione della realtà, per crescere nelle competenze emotive e relazionali. Il gruppo a riguardo ha esplicitato quanto sia importante sentirsi riconosciuti dagli altri, sentire la vicinanza altrui.
Questo aspetto ha anche una funzione di regolazione emotiva, la presenza del gruppo di cui si ha fiducia favorisce l’espressione e l’appropriazione della proprie emozioni. Il gruppo assume cioè la funzione di contenitore, con-tiene ciascuno, e di regolatore cioè aiuta a modulare le proprie emozioni, a sentirle e contenerle attenuando le esperienze di frustrazione proprie della vita.
Il metodo della peer education, proprio del Laboratorio, non va tanto a proporre contenuti su cui “fare lezione”, bensì coglie gli stimoli provenienti dal gruppo per favorire confronto e sviluppare le capacità di riflessione, elaborazione ed approfondimento delle tematiche. L’adolescente impara così un metodo di analisi e confronto con le situazioni, rimanendo il protagonista principale della sua storia.
Un obiettivo importante, e conseguente a quanto premesso, è quello di favorire l’integrazione emotivo-razionale di ciascuno. Coniugare cuore e mente di un adolescente è davvero una grande sfida educativa, proprio per la delicata fase di crescita in cui viene messo tutto in discussione, convinzioni, sentimenti, modi di percepire sé e gli altri.
Con ogni attività ludico-espressiva cerchiamo di avviare un itinerario di integrazione, in cui l’adolescente non è meramente lasciato in balìa delle emozioni contattate, che a volte potrebbero essere dilaganti, ma viene rimandato attraverso il confronto verbale, la scrittura, la presenza dell’altro, la restituzione finale, ad elaborare e comprendere quanto accade. La razionalità viene a corroborare in questo modo quanto sperimentato, e le emozioni vengono ad ampliare il campo mentale, il modo di pensare le cose che accadono.
Si tratta di acquisizioni che abbisognano di continuità di tempo e di pratica e, negli anni, abbiamo sperimentato come un Laboratorio residenziale possa essere stimolo prezioso per avviare percorsi di ricerca e modalità di conoscenza che man mano possono contribuire a trovare modi funzionali di trattarsi e di trattare l’altro, di stare con se stessi e con il mondo circostante.
Questo clima di sperimentazione si costruisce fin dal primo giorno di Laboratorio proprio attraverso il gioco, canale privilegiato per favorire l’abbassamento delle difese e la disponibilità a interagire. Attraverso il gioco viene meno l’iper-controllo o quello che i ragazzi hanno chiamato “esser finti”, la persona cioè si allena alla spontaneità e questo nelle dinamiche laboratoriali procura immediatezza nel contattare se stessi ed entrare in empatia con gli altri.

 

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