Laboratorio Togliersi le maschere per riconoscersi

by Mauro 9. July 2014 15:28

       Si, ma verso dove! Riassume la potenzialità di un adolescente che desidera immergersi a piene mani nella vita, dicendo che c’è, esiste e desidera essere riconosciuto e magari coltiva grandi sogni. Esprime, al contempo, il timore di non farcela, di non essere all’altezza, di smarrirsi nel “pensarsi grande”.
        È quasi in sospeso, in bilico tra il mistero ed il miracolo, la potenzialità e la realizzazione, il potere ed il farcela. Al “Noi può” si aggiunge oggi il “Non mollare”, dinanzi al rifiuto e agli ostacoli propri del cammino umano è necessario sostenersi per andare oltre.
        Il Laboratorio ha avviato il confronto con i rischi del percorso traendo spunto dalla visione del film “Noi siamo infinito” (http://www.larelazionechecura.it/post/Sogni-di-infinito.aspx ) ove i protagonisti trovano una nuova integrazione di sé, erano frammentati a motivo dei tanti rifiuti e misconoscimenti della prima infanzia e poi, non mollando, trovano la via per esprimere il Bene che portano dentro, il desiderio di infinito che le ferite non sono riuscite a spegnere.
        Oggi il confronto con Zaccheo uomo che ha osato andare oltre, diventa l’opportunità per togliere le maschere, per ritrovare se stessi e, di conseguenza, riscoprire la presenza dell’altro. 
I giovanissimi del Laboratorio, interpellati dal racconto di Zaccheo, si sono presi un tempo di risonanza nel luogo protettivo, lo spazio “Sicomoro” creato il primo giorno, ove ascoltare il proprio vissuto e gli ostacoli che impediscono la nuova nascita, quella che in modo definitivo segnerà il passaggio alla vita adulta.
La prospettiva educativa orientata a sostenere questo svelamento ed assunzione di responsabilità non considera con ciò la fase adolescenziale come un mero periodo di transito. Simile atteggiamento darebbe un messaggio molto svalutante, che rinforzerebbe la convinzione propria dell’adolescente di “non essere visto”.
         Il fatto che si tratti di una fase di transizione non significa che l’adolescenza non sia un tempo ricco in sé, come se non ci fosse un valore insito in quegli anni. Ogni fase di vita oltre ad avere un compito evolutivo ha un suo valore e orizzonte proprio. Il prendersi cura di sé inizia con l’accogliersi nel qui e ora esistenziale e non nel proiettarsi unicamente verso il cambiamento fuggendo, così, nel futuro perdendo di vista il proprio esserci nel presente.
Salendo sul Sicomoro Zaccheo lascia la maschera di un tempo, il suo status di pubblicano che gli impediva di entrare in relazione paritaria con gli altri, lascia anche il suo essere “piccolo di statura” quale limite che gli impedisce di incontrare l’Altro, la folla gli è di ostacolo probabilmente per la reazione al suo porsi sfruttando la gente o, comunque, perché lui teme di essere giudicato e di perdere la sua “immagine”sociale.
 Tutti discorsi che l’adolescente si fa, interpellando i suoi giorni e cercando la spinta che gli permetta di esprimersi liberamente svincolandosi da tante paure che, altrimenti, potrebbero impedirne la crescita, e la maturazione di autentico progetto di vita.
  

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