Laboratorio "Io può!"

by Mauro 8. luglio 2014 12:01

         È questa esclamazione che è risuonata stamane dopo la prima officina creativa della giornata: “Io può”  ha esclamato una delle ragazze del Laboratorio dopo aver colto che nella vita la differenza non è tra chi ha e chi non ha talenti, ma tra chi si pensa senza e chi si mette in cammino per scoprirsi.
        La scoperta dei propri talenti è la proposta di oggi, partiti dall’atteggiamento di meraviglia verso se stessi e il mondo che li circonda, i giovanissimi si soffermano ora sulla ri-scoperta di se stessi.
       Se l’apertura allo stupore è la condizione basilare per entrare nella vita, la possibilità di scoprirsi, in modo unico ed originale, è il modo di stare nel proprio quotidiano!
      Come mai lo stare in ricerca tipico della prima gioventù a volte lo troviamo inibito, rallentato o addirittura spento?
       In realtà l’adolescente abbisogna di nutrire desideri, coltivare sogni, credere in valori ed ideali che possano essere meta e, al contempo, spinta ad immergersi nella vita, e per vivere questo atteggiamento abbisogna di modelli adulti capaci di sostenere il confronto con l’esistenza difendendo veri valori, senza abdicare a motivo delle controversie.
Questo non significa che genitori o altri adulti debbano apparire come “perfetti”, perché perfetti non siamo e lo sappiamo bene. Piuttosto cercano testimoni capaci di credere al di là delle difficoltà, l’adolescente impara a sostenere le frustrazioni guardando un adulto che continua a mantenere vivo il desiderio, che riesce cioè a trasmettere la passione per le cose importanti della vita.
         Si narra nel libro della Genesi di un uomo, Noe, il quale viene deriso dal figlio Cam quando “finalmente” avanti negli anni ne coglie la fragilità, la sua umanità. Sembrerebbe dire che quel figlio era rimasto schiacciato dalla idealizzazione di quel padre, uomo giusto e forte!
       Quel racconto mostra bene come i figli non hanno bisogno di genitori super-eroi, se così fosse un genitore idealizzato durante l’adolescenza diventerebbe un genitore troppo “pesante” eccessivo per la volubilità che sperimenta un giovanissimo, maggiore sarà l’idealizzazione e maggiore potrebbe essere la reattività dell’adolescente per trovare un suo spazio emotivo, per procurarsi distanza al fine di ritrovarsi distinto dal Genitore! Diversamente l’adolescente potrebbe rinunciare alla ricerca di autonomia e differenziazione rimanendo schiacciato dalla Presenza del genitore perfetto.
          Tutto ciò ha a che fare con il desiderio, col darsi la possibilità di contattare i propri desideri e non quelli di un altro, le proprie aspirazioni e non quelle che farebbero contenti altri…  Il mondo spirituale è il terreno fertile ove la passionalità può trovare spazio di ascolto ed espressione. Si tratta di cogliersi in relazione con Dio, con se stessi e con il prossimo. Ciò comporta che non si può saltare l’Io, dall’altro si arriva passando per se stessi, e a Dio si arriva dopo averlo accolto nella profondità del proprio essere.
         È per questo che il cristianesimo non è imitazione di Cristo, il cristiano non è uno che copia il Signore, sarebbe un impegno ed uno sforzo eccessivo, che darebbe luogo a falso Sé o a quella connotazione Ipocrita così tanto contestata da Gesù in persona. Cristianesimo è incontro interiore, accoglienza di un Dono, scoprirsi in relazione filiale e, per questo, trattati in modo adulto, libero e responsabile.
L’educatore, secondo questa prospettiva, non ha da trasmettere meri contenuti o dire la strada da percorrere, ha da trasmettere la passione per le cose che ama, i valori che sostiene, l’interesse per l’altro e per gli accadimenti della vita. È persona in cammino, capace di imparare giorno dopo giorno attraversando la strada che gli si pone innanzi e decidendo per il Bene, difendendo le priorità anche a prezzo dell’impopolarità.  Ci piace il messaggio che stanno esprimendo gli adolescenti del Laboratorio, “Io può” è un confermarsi e, al contempo, un sentirsi confermati nella ricerca del proprio talento, nella scoperta di quel che man mano si potrà diventare. È la fiducia nel cammino proprio della vita.



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