by Mauro
8. September 2013 23:30
La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione, con queste parole l’undici novembre 2009 Benedetto XVI si rivolgeva al mondo degli artisti, invitando loro e l’umanità intera a recuperare il senso del bello e la capacità di contemplare il mistero della vita.
È questa esperienza di genuinità e di bellezza a partire da ciò che è semplice ed essenziale, che abbiamo condiviso ieri sera a Monreale in un cortile del quartiere Bazicallozzi, ove abbiamo fatto festa insieme a tanti amici accorsi da tutta Italia in occasione dei novant’anni di Sarina Ingrassia.
La festa ha avuto il sapore tipico di quanto Sarina ci ha trasmesso, la gioia frutto della comunione e dello stare insieme con semplicità: anziani, giovani e piccini, tutti attraversati da un clima di allegria. Lei ad un certo punto ha preso la parola e ci ha ricordato che il suo compleanno è solo l’occasione del nostro convenire lì, piuttosto al centro, ha ribadito, sta il quartiere e la festa di tutti i suoi abitanti.
Si, “il Quartiere” è stato per quarant’anni il luogo di espressione di un sentire che giorno dopo giorno si è tradotto in accoglienza, ascolto, sostegno per i tanti che hanno bussato alla porta della sua casa. La vita di Sarina per tanti anni ha mostrato, e continua a testimoniarlo, il senso della fraternità francescana. Ho sempre trovato la porta della sua casa socchiusa, capace di custodire i suoi continui ospiti ed al contempo pronta ad aprirsi per accogliere il nuovo arrivato. Uno stile semplice fatto di pentole di minestrone sul fuoco, un tavolo adibito ora a mensa, ora a doposcuola o a luogo di progettazione. Serate interminabili ove il confronto dava luogo a discussioni sempre nuove ed accomunate dal bisogno di trovare vie, espedienti per risolvere i problemi della gente del quartiere e di Monreale.
Sempre mi ha affascinato il curioso interesse che Sarina mostra per ogni interlocutore, lei che ama il confronto e crede nelle potenzialità dell’essere umano. Il suo profondo travaglio per i ragazzi abbandonati per strada e apparentemente segnati da un destino fatale: l’emarginazione. Dapprima esclusi dalle classi a scuola perché “indisciplinati”, poi esclusi dai ragazzi bene perché analfabeti, successivamente esclusi dal mondo del lavoro ed infine esclusi appieno dalla società e relegati nelle prigioni definite luoghi di rieducazione!
È la lotta di Sarina, spendersi per un mondo migliore a difesa degli ultimi, di coloro che non hanno un difensore disinteressato. La vita di Sarina è semplice, ancora oggi a novant’anni è dono per ciascuno, come scrivevo lo scorso anno http://www.larelazionechecura.it/post/La-Comunione-cambiera-il-mondo.aspx ancora oggi è solita ripetere: "La cosa più bella e più difficile è trovare il proprio posto, il posto giusto per ciascuno di noi. La vita non si prenota, scorre".