La festa della donna è motivo di sosta e riflessione per comprendere come custodire il femminile nel nostro tempo.
La cultura contemporanea pare smarrire il valore della differenza, della relazione con chi sta di fronte rimanendo se stesso così come scrive il racconto biblico.
La libertà è esperienza autentica quando si sta di fronte ad un altro diverso da sé e non quando, con il potere fino alla violenza, si afferma il proprio esserci al posto dell'altro.
Il femminile provoca il nostro mondo e non tanto attraverso quell'ideologia che in nome di emancipazione contribuisce a fare del femminile un oggetto desiderabile, ma attraverso la forza della parola e dell'ascolto.
Ciascuno nasce se accolto e custodito, consegnato alla vita senza pretesa appropriazione. È il lessico del dialogo, della cooperazione, del cammino, della partecipazione sociale, del desiderio proprio della fede.
Sì, la religione arriva alla passione, all'impegno per affermarsi e pretendere riconsocimento. Il desiderio della fede, invece, è altra cosa: è esperienza del sentirsi riconosciuti al di là delle maschere, è gratuità del dono e, di conseguenza, gratitudine per il ricevuto; è desiderio dell'Altro senza appropriazione, senza padronanza del suo essere.
Il femminile restituisce all'essere umano la capacità dell'amore, quella per cui ciascuno è fatto.
Questa sera alle 20.30 la Comunità di Danisinni si fermerà nel tendone in fattoria per meditare. Un percorso intimistico nell’universo femminile a cura di Giusy Lo Piccolo dal titolo “IL VIAGGIO”, una drammatizzazione di monologhi che narrano stralci di vita di donne reali inducendo lo spettatore a interrogarsi su temi spesso “gridati” o “taciuti”, come il femminicio e la violenza domestica.
Un sentire reale della voce di tante Donne vittime della loro inconsapevolezza che ricercano la propria dignità dei propri diritti e, in definitiva del sentimento di bene verso se stesse.