Ci rendiamo conto che l’esistenza personale abbisogni di scelte per definire la direzione ed i passi di cambiamento.
C’è chi vive rassegnato succube delle paure di sempre, incapace di pensarsi in una prospettiva ulteriore, come se gli accadimenti abbisognassero di inerzia e non di risposte.
La Comunità di Danisinni in questi giorni ha condiviso due matrimoni, l’evento principe che esprime l’identità e la cultura di una società, due famiglie formate da più di dieci anni hanno voluto ri-significare il loro amore nel sacramento del matrimonio cristiano.
Loro sono stati capaci di una scelta aldilà della moda, contravvenendo ad un relativismo imperante che etichetta come anacronistiche scelte di definizione come questa.
Proprio nel Vangelo di questa domenica ascoltiamo Gesù che invita a non avere paura degli uomini ma a custodire il segreto del cuore.
È una riflessione assai preziosa per il nostro tempo che sembra avere consegnato il valore della vita all’opinione pubblica o al plauso di turno, perdendo il senso dell’intimità e dell’ascolto. L’esteriorizzazione dei vissuti ed il valore di sé dettato dalla performance di turno tradisce il senso e la bellezza della dignità di ogni persona.
Grandi uomini e grandi donne della storia hanno lavorato nel segreto del loro quotidiano, facendo fronte alle incomprensioni e derisioni, e proprio loro hanno lasciato un solco nella storia dell’umanità.
Ricorre ora il cinquantesimo della morte di don Lorenzo Milani, quel sacerdote di periferia, così si direbbe oggi, che ebbe il coraggio di accorciare le distanze facendosi trovare dal prossimo di turno. I care, il suo motto, sembra attraversare culture e sensibilità differenti accomunando nell’unico interesse, passione, per l’esistenza umana, quella genuina, fatta di buone pratiche, di essenzialità, e di sogni da condividere insieme.
Martedì pomeriggio, prima al Centro Tau e poi nella Fattoria a Danisinni avremo modo di ripercorrere le note, l’armonia, le suggestioni di quel maestro di vita.
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