Prevenzione primaria. Il Giffoni Film Festival

by Mauro 27. luglio 2013 20:15

    Il Giffoni Film Festival si rivela quale proposta di aggregazione e promozione del mondo dei ragazzi, un Evento di grande forza sociale, un’azione di prevenzione primaria. Ci rendiamo conto di come questa sia la forma più importante di prevenzione proprio perché volta a promuovere una cultura a sostegno dei minori, ad individuare i principali fattori di rischio e ad incoraggiare quelli protettivi.
         È di fondamentale importanza, a nostro avviso, che le politiche sociali si interessino di questo livello di prevenzione che comporta, oltretutto, un minore investimento in termini economici e una cura della qualità della salute dei cittadini. Molto più onerosi in termini di costi e di efficacia sono gli interventi di prevenzione secondaria cioè quelli volti alla presa in carico delle situazioni di maggiore criticità,  così come quelli di prevenzione terziaria indirizzati a ridurre il danno psicologico in chi è stato vittima di violenza.
            Chi si occupa di “sociale” individua presto le potenzialità insite nel Festival, migliaia di ragazzi vi si ritrovano per confrontarsi e condividere, visionare e valutare la qualità dei film e dei corto proposti, o documentare per mezzo di interviste, articoli, foto e video l’esperienza fatta. L’Evento viene raccontato in tempo reale, condiviso con “gli altri”, i ragazzi del Centro Tau di Palermo e del rione Sanità di Napoli stanno comunicando con il loro coetanei con cui durante l’anno hanno condiviso percorsi di giornalismo e cinematografia, fotografia e montaggio video, e con tutti coloro che visitano il sito www.iammonline.it
           La piazza virtuale in questo modo diventa luogo di incontro e condivisione, da cui scaturisce una formazione partecipata. Proprio in questo momento la redazione di Iammonline sta pubblicando, in diretta, sul web l’intervista che Roberto Saviano sta rilasciando ai ragazzi della giuria del Festival. Ne riportiamo qualche saliente passaggio da cui si evince come l’Evento sia fattivamente un contesto di prevenzione primaria.
          Saviano, rispondendo ad Alessandra da Matera la quale palesava il rischio di assuefazione alle notizie di mafia a fronte del bombardamento mediatico di continue news, ha detto che per lui è stato importante trovare una narrazione nuova, un modo per dire che  “questa storia ti riguarda", un modo per "costruire empatia”.  Ha, altresì, riportato un esempio di utilizzo mediatico da parte delle mafie: nel Messico alcuni gruppi criminali ammazzano intorno alle 19.00 per finire subito dopo sul tg delle ore 20.00!
           A dire di Saviano è necessario che i giovani si prendano il tempo per conoscere, per sentire quello che accade e per empatizzare uscendo dall’indifferenza. È necessario “allevare coraggio” cioè scegliere di rimanere stando nella propria vita, nella propria storia, anche se questo è difficile e a volte si ha il dubbio di avere sbagliato tutto.
           Rispetto all’omertà Saviano ha affermato che non bisogna giudicare dall’esterno, in certi contesti il parlare può avere il prezzo della propria vita o quella dei propri familiari. Piuttosto è necessario uscire dalla solitudine, “l’omertà è innanzitutto solitudine prima che silenzio”. E proprio il web può avere un ruolo straordinario nel rompere questo silenzio e creare trame di comunione e condivisione.
           Dall’intervista emerge anche un continuo rimando alla consapevolezza di fronte alla realtà e alla responsabilità nell’assumere posizioni chiare. Ognuno nell’osservare la realtà è parziale,  mostra una sua visione del mondo. Il problema nasce quando si nasconde una posizione e la si vende in cambio di denaro o quando la si usa per distorcere la realtà.  “In questi anni si sta sviluppando il gossip rispetto al giornalismo di inchiesta. Il gossip ottiene molti clic sul web e questo non è giusto perché più clic equivalogono a più pubblicità e quindi maggiori guadagni. È rischioso che non ci sia un supervisione che verifichi la veridicità delle notizie. Il futuro del giornalismo è nella responsabilità del lettore”.

           Crediamo che questa debba essere una ricerca comune.

 

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