Mediazione è relazione d'aiuto

by Mauro 23. dicembre 2011 13:44

        

 Dopo il precedente articolo, Parlare di mediazione è processo di trasformazione culturale, riprendiamo a trattare l'attuale tematica della mediazione ai fini della conciliazione, quale procedura di risoluzione alternativa delle controversie che viene mediata da un conciliatore. Figura che abbiamo descritto quale terzo imparziale ed equidistante dalle parti in disputa.

      Vorrei  adesso prendere in esame alcune caratteristiche costitutive della mediazione: la riservatezza,  l’equidistanza  e la volontarietà. La prima e la seconda  vedono il mediatore custode e responsabile della relazione che instaura con le due parti. La terza invece è riferita alle parti che liberamente accedono al servizio di mediazione appurandone la funzionalità. Chiaramente la volontarietà viene messa in discussione dalla obbligotarietà sancita dall'articolo 5 del D.L. 4 marzo 2010 n.28  che definisce le materie per le quali il procedimento di mediazione è condizione di procedibilità della domanda giudiziale.

       Prendendo in esame quei casi in cui il ricorso alla mediazione è scelta volontaria delle parti in questione, comprendiamo come la volontarietà esprima già una scelta, quella di ricorrere ad un intermediario in una relazione che è diventata problematica, motivo di sofferenza tra le parti in questione. Ad esempio in tema di famiglia quando i coniugi vanno in mediazione è da tener sempre presente che la problematica investe tutto il sistema familiare, sovente proprio la pre-occupazione rivolta ai figli diventa il movente principale che fa ricorrere alla mediazione. Ma ancora la volontarietà comporta la consapevolezza della difficoltà a trovare una soluzione efficace senza la presenza di una terza persona. È contatto con il proprio limite, con la propria fragilità a volte segnata dal dolore e dal senso di frustrazione per la relazione ferita. Anche nei casi di obbligotarietà ad esempio nel caso di invio alla mediazione a motivo della tutela di un minore, questo invio potrebbe essere curato dai servizi sociali che si occupano della tutela del minore. Certamente il mediatore ha bisogno di favorire l’esplicitazione della scelta favorendo il passaggio dalla motivazione estrinseca ad una motivazione intrinseca ove il ricorso alla mediazione attraverso l’invio lascia il posto alla mediazione quale opportunità per affrontare liberamente il problema del momento.
        La riservatezza è connotazione propria del setting ove la persona abbisogna di sentirsi garantita per poter consegnare la sua narrazione di vita. È opera del mediatore creare un contesto custodito, un luogo silenzioso ed accogliente che dia il senso del tenere le parole ed i vissuti che ivi vengono espressi. Si tratta di una definizione spazio-temporale, ove il contesto è definito anche da un tempo esclusivamente riservato alle parti in mediazione. La puntualità negli appuntamenti, la libertà di espressione senza timore di poter essere ascoltati al di fuori della stanza, l’ingresso e l’uscita preservati da occhi indiscreti, la garanzia che quanto viene detto nelle sessioni separate non viene riferito all'altra parte, sono tutti elementi della garanzia offerta dal mediatore. Al contempo è chiarificato sin dal primo colloquio che tutto il materiale prodotto, quanto emerso durante tutto il percorso di mediazione non è utilizzabile o acquisibile né ai fini giudiziari né per altro scopo di una delle parti.
        L’equivicinanza esprime bene l’atteggiamento del mediatore nei confronti delle parti. È di relazione che si parla, ed è per questo che il carattere di “neutralità” espresso nel passato mal si addice all’opera di mediazione. Nessuna persona può dirsi neutrale, già il modo di vestire, di mostrarsi all’altro esprime una propensione ed un modo di essere. Altra cosa è l’equidistanza, e cioè una distanza tale da mostrare compartecipazione o distacco senza per questo schierarsi con l’una o l’altra parte. L’equidistanza è indispensabile per creare una buona alleanza, un rapporto di fiducia ove le persone si sentono accolte ed ascoltate senza alcun giudizio. L’alleanza equidistante, diventa già piattaforma relazionale su cui far scorrere i contenuti che saranno oggetto di mediazione. Partire dai contenuti sarebbe un grave errore da parte del mediatore che inevitabilmente si troverebbe di fronte alle due parti pronte in agguato a cogliere ogni incipit che potrebbe dar più credito alla versione dell’una o dell’altra persona.

        A tali aspetti aggiungiamo anche lapartecipazione e la contestualizzazione e cioè l’ambiente socio-culturale in cui è inserita la persona che va a beneficiare del servizio di mediazione. 
        La partecipazione implica che non si può parlare di relazione se non attraverso la fisicità, la presenza reale delle parti in questione. Seppur possibile fare mediazione per procura, è il confronto diretto, a partire dall’impatto emotivo, ad aprire nuove possibilità di comprensione della questione. Cognizioni ed emozioni si influenzano costantemente e non è possibile rielaborare le prime senza interessare anche le seconde. questo anche perché la mediazione tende in primo luogo al ben-essere della persona e non soltanto alla comprensione delle cose. È una precisa visione di persona che muove il fare mediazione e, nella prospettiva umanistica, proprio l’integrazione di tutto l’essere, colto sempre in relazione, a fondare la possibilità di mediazione. Sebbene il Decreto legislativo non imponga la partecipazione diretta delle parti a nostro parere è una condicio sine qua non per la reale riuscita della mediazione.
        La contestualizzazione ci permette di precisare che la relazione fa da piattaforma ove far scorrere la mediazione. Il piano negoziale a non può prescindere dal contesto vitale ed in particolare dagli specifici bisogni ed interessi delle parti in gioco. 

        Questa prospettiva a nostro avviso conferma che l'arte della mediazione va inserita nelle pratiche di relazione d'aiuto e, in quanto tale, ha un grande rilievo sia per le sue ricadute individuali che per l'intero ben-essere della nostra società. 

Mauro Billetta, mediatore conciliazione.net

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