I.A.D. ossia Dipendenza da Internet

by Mauro 1. febbraio 2012 17:03

A rientrare tra le nuove dipendenze è anche la Dipendenza da internet conosciuta con il monogramma IAD (Internet Addiction Disorder). Questa volta non sono le sostanze chimiche ad entrare in gioco ma un irresistibile impulso a stare in uno specifico tipo di interazione. Lo straordinario strumento di comunicazione quale è internet può indurre a stati patologici di dipendenza là dove viene usato senza limite come del resto è anche dell’utilizzo di un gustoso whisky di malto.
        Pensiamo che il bisogno di appartenenza e di unicità, espressione del nutrimento che viene dalle relazioni umana, sia uno dei moventi principali che portanto a tale disfunzione. Chiaramente si tratta di bisogni che non trovano un adeguato contenimento-rispecchiamento (e non l’hanno ricevuto anche nel passato) per cui la persona resta inappagata e perciò alla ricerca di un contatto con se stessa sempre maggiore.
         Il cybernauta ha la sensazione di appartenere al cyberspazio e di fatto vi appartiene perché si tratta di uno spazio vitale vero e proprio. A riguardo apro una dovuta parentesi: come scriveva William Gibson nel suo romanzo Neuromante, pensate eravamo nel 1984, si tratta di uno spazio navigabile così come intende la parola greca Kyber che traduce i termini “timone” o “navigare”, ivi scorre la comunicazione ma, attenzione, anche la relazione.
         In genere la comunicazione scorre sul canale relazionale, proprio il tipo di relazione permette di leggere il tipo di comunicazione tra due persone. Lo stesso messaggio infatti cambia a seconda delle persone che lo veicolano. Ora mi sembra interessante sottolineare che internet veicola relazione e comunicazione.
         Questo ci da conto delle straordinarie potenzialità ma anche del rischio che lo strumento possa far correre. Il concetto di vicinanza/distanza viene ad essere messo in discussione, così quello di condivisione, di amicizia, persino quello di innamoramento. Ora non entro nel merito delle mappe geografiche del cyberspazio ma sapere che c’è una nuova geografia, una inedita connotazione spaziale in cui avvengono incontri e scambi tra esseri umani ci permette di comprendere come possano esserci nuove forme di dipendenza ove l'individuo crede di nutrire la propria unicità.
          Nel caso di difficoltà relazionali o gravi compromissioni della vita sociale, l’individuo può utilizzare internet per ritrovare contatti cercando di eludere il confronto diretto. Si potrebbe trattare di timidezza, di scarsa capacità di tollelare la critica, disistima, o ancora forme deliranti di onnipotenza e di supremazia sull’altro. Altra questione è il rapporto con la propria identità: età, apparenza, status sociale, immagine di sé, ancora una volta superata attraverso la creazione di una nuova identità. La rete permette rapporti senza ruoli o vincoli di alcun tipo, la parvenza è quella dell’assenza di un limite.
          Come in tutte le dipendenze la pratica prolungata e sempre più ossessiva viene a segnare il crescendo patologico, fino ad un profondo disagio durante la "disconnessione". Ad oggi, secondo la classificazione di Kimberly Young (responsabile del Center for Online Addiction) sono state individuate cinque forme di dipendenza da intenet: 

1.Cibersessuale: inerente all’ambito della sessualità e della pornografia;
2. Ciber-relazionale: riguardo a relazioni online che sostituiscono anche per significatività quelle familiari;
3. Net Gaming: si tratta della dipendenza dai giochi in rete e comprende il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, i vari giochi interattivi;
4. Sovraccarico cognitivo: la ricerca compulsivo-ossessiva di dati che si trovano sul Web;
5. Gioco al computer: quelli che non prevedono l’intervento di più giocatori, è una sfida contro il calcolatore che assume dei connotati ossessivi.

 

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