I sognatori e i codardi

by Mauro 24. giugno 2018 10:14

    Ho sempre pensato che i venditori di palloncini fanno un lavoro speciale perchè donano molto più di un oggetto che può rendere felice un piccolo che gioca. Quando il palloncino vola, infatti, è grande lo stupore e il rimanere con lo sguardo rivolto a mirare il cielo sconfinato, ove, nelle notti d'estate man mano quel puntino in movimento sale fino a confondersi con il Cielo stellato.

    I ragazzi che la scorsa notte a piazza Sant'Anna hanno aggredito il giovane giovane bengalese, venditore di palloncini,  invece hanno smarrito la loro capacità di sogno, non hanno più stupore nei loro occhi e sono ridotti a procurarsi eccitazione attraverso un gesto così codardo.

      Palermo vive profonde contraddizioni, da un lato chi si impegna a mantenere la logica del potere e dell'interesse personale privo di scrupoli e di interesse per lo sviluppo della Comunità, dall'altro chi si spende ogni giorno per la crescita umana e sociale della nostra Città, chi promuove cultura e capacità di gestazione di sogni.

       La questione, riteniamo, è che i sogni vanno custoditi e condivisi. L'intera Comunità ha il compito di sostenere e partecipare alla realizzazione di un sogno che, quando risponde a criteri di bellezza e di umanità, è sembre un bene comune che arricchisce la vita di tutti.

Ieri sera al Circo sociale di Danisinni vedevo tanti artisti che gratuitamente si avvicendavano nel dono di una serata di festa e i spettatori che rimanevano stupiti si per l'armonia di così belle espressioni artistiche ma, ancor di più, per il clima di comunione che quel contesto creava. È questa la forza che ci fa umani e che restituisce dignità alla gente e capacità di fare, ciascuno, la propria parte.   

La festa di san Giovanni battista che celebriamo in questa domenica ci permette di esplicitare il senso di tali cose.  Nella figura del precursore del Messia si trova l'annuncio di un “fare”, quello di Dio, che stravolge ogni tipo di mentalità fondata sul calcolo e sul potere personale.

Il fatto che Giovanni abbia ricevuto un nome nuovo che significa “Dio fa grazia”, in sintesi esprime come il Signore agisce con totale gratuità. È questo il peculiare volto di Dio che fa del cristianesimo una fede e non una religione. Il cristianesimo, infatti, si rivolge a Dio che si china entrando in relazione profonda con la creatura fino a donargli la propria vita.

Nel mentre che le religioni monoteiste stanno di fronte ad una Legge nel rispetto della quale cercano di arrivare ad incontrare Dio, la fede in Gesù Cristo rivela come Dio opera intervenendo nella storia di ogni uomo ma senza costrizione o colpevolizzazione in quanto, il Suo agire, ha come principio l'amore!

Ascolta l'amore chi smette di centrarsi in se stesso pretendendo che gli altri si accorgano di lui ed inizia ad interessarsi dell'altro. Dio è dono e attraverso questo modus vivendi crea e reca alito di vita e, ancora, si china per fare della creatura un essere capace del Cielo cioè capace di vivere con Dio, di vivere come Dio.

Il cristianesimo, dunque, esprime una relazione d'amore in cui Dio regala la sua vita a chi l'accoglie. Diversamente, c'è chi vive secondo la memoria di sé fermandosi alla percezione di un Dio che ha operato nel passato così come indica il nome Zaccaria: “Dio si ricorda”.

La memoria, di fatto, è importante per l'identità di un popolo o di una nazione e per Israele l'evento della Pasqua era centrale. Ma il rischio è quello di fermarsi al ricordo nostalgico non guardando più avanti, impedendo a Dio di agire nel presente mostrando una via nuova.

In Zaccaria ed Elisabetta Dio agisce e fa cose nuove, Lui li mantiene fertili perchè feconda è la vita di chi appartiene a Dio. La loro storia si apre in avanti proprio perchè il Signore porta oltre, e accompagna il cammino della nostra vita senza lasciare nel “già fatto”.

Tante resistenze che trovano l'umanità del nostro tempo sempre più individualista ed isolata, sono dovute alla perdita di tale fiducia e prospettiva di vita.

All'uomo che costruisce muri o torri il Vangelo porge l'Annuncio dell'accoglienza e del consumarsi affinchè chiunque possa riconoscersi prossimo di ogni figlio di Dio.

Nel mentre che scorrono queste riflessioni la nostra Comunità di Danisinni cerca di custodire il buon seme dell'accoglienza che genera comunione, in ascolto del Signore che, al di là dei limiti umani, conduce la storia dell'umanità.

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