La sorpresa svela il senso delle cose

by Mauro 4. giugno 2017 18:53

   Ci sono momenti che vanno fotografati lasciandone risuonare il senso, il gusto profondo della esperienza umana. È così che la giornata appena trascorsa nella Tenda Sant’Agnese fa ricca la memoria e la storia della Comunità di Danisinni. Una giornata di fraternità sotto il segno della festa di Pentecoste, evento centrale per la spiritualità cristiana.

Israele, proprio a Pentecoste, arrivava alla presentazione delle primizie e i primi pani venivano offerti quale rendimento di grazie per il dono ricevuto. È festa della gratitudine la Pentecoste, per la vita in primo luogo, che non è fatto scontato, così come per la presenza dell’altro che ci sta accanto.

In questo giorno, al contempo, si faceva memoria del dono della Legge, quella scritta su tavole di pietra sul Sinai. Un riferimento prezioso per il popolo in cammino che altrimenti avrebbe fatto fatica a trovare la strada perché per andare avanti si ha bisogno di riferimenti, di limiti che impediscono il girare a vuoto o, ancora, il vivere chini su se stessi.

Eppure quella esperienza risultava mancante per lo stesso Israele, non poteva la relazione con Dio fondarsi su regole a cui attenersi come se la spiritualità fosse una sorta di dovere per rendere buono qualcuno. Pentecoste, quale compimento della Pasqua di Cristo, è evento dirompente, dono totale di Dio che viene ad attendarsi nella creatura.

È la nuova legge frutto dell’amore, non quello richiesto ma donato dal Padre che resta nella relazione con l’umanità, nonostante tutto. È dono del Figlio per aprire la strada all’accoglienza piena, senza riserve. La morte, frutto del peccato ossia del rifiuto di Dio, ora viene attraversata dal Figlio per raggiungere tutti attraverso il perdono.

È così che la festa di Pentecoste mostra il volto di Dio e, al contempo, la bellezza della vita spirituale. L’essere umano diventa dimora dello Spirito, è Lui che “viene ad insegnare ogni cosa” ossia a dare luce per leggere la realtà.

Ci rendiamo conto di quanto utopica sia una conoscenza neutrale. Ciascuno “imparando” si schiera da una parte o dall’altra e spesso il sapere diventa ideologico o comunque pregiudizievole, almeno fino a quando non si accoglie una prospettiva altra, capace di guardare la realtà nella sua interezza e non per segmenti. È questa la novità della vita interiore, lì anche la memoria viene illuminata dalla Parola.

La questione della memoria è anch’essa di basilare importanza per la vita spirituale. Fino a quando si nutre uno sguardo triste verso la propria storia non è possibile evolversi. Il dimorare di Dio è l’esperienza di una visione nuova sulla propria esistenza, nulla è lasciato al caso o in balìa dell’evento di turno.

Quel che si ascolta, ossia il pensiero che si nutre, può venire ad intossicare la quotidianità senza dare spazio ad un “qui e ora” capace di desiderio, alimentato dalla direzione di vita rivolta al Cielo.

Comprendiamo, la vita spirituale non è affatto una dottrina da spiegare o insegnare. È, piuttosto, un’esperienza che parte dal riconoscimento umile e, pertanto, sincero che la vita è frutto di una relazione e che la realizzazione della propria esistenza, dopo avere accolto, è frutto di una graduale ricerca fatta di spoliazione e condivisione, di scoperta e di custodia dell’altro. 

 

Add comment

  Country flag

biuquote
  • Comment
  • Preview
Loading

Month List

RecentPosts