L'accoglienza rende belli

by Mauro 17. giugno 2018 09:19

    A ciascuno è dato di decidere da che parte stare e questo dipenderà dalla meta che si persegue. Tanti discorsi, spesso ideologici, sono volti a giustifare la meta che l'individuo si prefigge. Se oggi si cade in un continuo frainteso lessicale è, a mio avviso, perchè le parole sono svuotate del loro peso, usate solo per affermare se stessi. E' così che la politica manca di visione e la progettualità è limitata al segmento presente. Mi questiona il criterio di vita bella che viene proposto, il criterio di felicità perseguito dall'uomo contemporaneo. Il criterio di protezione, in taluni casi, può diventare criterio di morte, di esclusione della vita altrui. Immigrati e non sono tanti gli esclusi del nostro mondo.   

    La sapienza biblica in questa giornata ci consegna un'immagine significativa per l'essere umano di ogni tempo. È la parabola del seme che viene consegnato alla terra per essere accolto.

Là dove la terra rimane bella e perciò accogliente il seme può crescere e portare frutto. Lo stesso avviene per il ramo di cedro che, tolto da un albero morente, quando viene piantato in terra bella arriva a diventare un arbusto rigoglioso.

Interessante notare come Gesù dia dei criteri precipui come ad indicare cosa rende bella la terra che accoglie. La fiducia nel seme e cioè la capacità di attesa senza forzare i tempi, rispettando la gradualità delle cose.

Ci viene mostrato che l'esistenza ha un suo ritmo che va rispettato e ciascuno ha bisogno di sintonizzarsi con il proprio ed altrui tempo in modo tale da creare armonia e non forzature. Gli stravolgimenti che affliggono l'umanità di sempre sono dovuti a questa mancanza di rispetto di quel che naturalmente viene consegnato.

Gli esseri umani si feriscono perchè le relazioni diventano costrizioni dell'uno verso l'altro, pretese di colonizzazione della vita altrui.

I progetti comunitari vengono meno, fino ad inaridirsi, quando è l'interesse del momento ad avere il sopravvento e a fare da criterio decisionale senza un itinerario rivolto alla meta.

Si, il genere umano si corrompe quando perde la meta e riduce il proprio divenire ad una mera soddisfazione immediata, cioè  quando schiaccia la vita in un eterno presente.

Trova la bellezza chi sa guardare oltre, chi l'attende.

 

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