Ballarò come il Cortile dei Gentili

by Mauro 25. gennaio 2012 16:23

       Arriverà a Palermo, dal 29 al 30 marzo, il “Cortile dei Gentili”, quella che potremmo presentare come una carovana culturale, un progetto a favore della ridefinizione del sapere, della identità e della ricerca, definito da Giusto Sciacchitano, sostituto procuratore antimafia, “un segno di cultura contro il degrado del crimine”.

       Si tratta di uno spazio itinerante, che ha già toccato grandi città quali Tirana, Roma, Bologna, Parigi, promosso da Benedetto XVI° per contribuire al dialogo tra credenti ed atei, tra persone di buona volontà. Non intendo far riferimento al buonismo pietistico ma alla capacità umana di costruire il Bene, quello che passa anche attraverso la dialettica ma che ha alla base il profondo rispetto per ogni essere umano senza distinzione alcuna.
       Il titolo della iniziativa “Cortile dei Gentili” fa riferimento al cortile del Tempio ove a Gerusalemme si incontravano quanti erano indicati come pagani e perciò non potevano entrare nel Tempio. Uno spazio ove ciascuno poteva aprirsi a Dio, al di là delle appartenenze e delle convinzioni personali. È quel luogo che vedrà espressa la passionalità di Gesù che farà volare per aria merci e denaro che venivano ad ostacolare la sincera ricerca per cui quel luogo era stato preposto: uno spazio per ascoltarsi e dare voce questionando sulla possibilità di Dio e dell’uomo.
       Ricordiamo che a Palermo nel novembre del 2000 è stata firmata alla presenza di Kofi Annan,  la Convenzione dell’ONU che vede riconosciuti in tutti i Paesi i reati di associazione criminale, riciclaggio, corruzione e intralcio alla giustizia. Diceva allora il Segretario generale dell’ONU che il summit e la relativa Convenzione veniva a programmare una civiltà libera dalla violenza. È proprio di un modo nuovo di rapportarci che abbiamo bisogno, pare che il confronto ed il mezzo televisivo lo attesta ogni giorno sia stato confinato al piano emotivo, istintuale del momento, perdendo la possibilità propria della dialettica fondata sui ragionamenti che vanno soggetti a critica e a dimostrazione. Il sintomo più evidente di questo stato di cose è il dibattito politico, sempre più volto a manifestare i torti dell’altro sacrificando progetti e proposte alternative.
      Abbiamo bisogno di tornare alle idee, pensieri che ci permettono di anelare ad un orizzonte di senso, che diventano spinta, nutrimento, verso una meta. Umberto Galimberti dice che la nostra società è sottoposta ai miti cioè idee pigre che vengono assunte acriticamente, assolutizzate e vissute in modo passivo. Conosco tanti pigri che lasciano la propria vita naufragar nel mare delle emozioni del momento. Direi che è tempo di svegliarci dal sonno e riappropriarci degli spazi sociali, dei luoghi di vita abitati dalla gente ove poter condivicere e costruire insieme progetti, verifiche, sogni da realizzare insieme.

       Che fare? Direi di partire dall'immediato, io ad esempio domani vado ad incontrare gente a Ballarò.

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Incontri culturali | Psicologia e vita | Wi- Fi Psicologia

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