Per guardare oltre

by Mauro 4. agosto 2013 15:04

      Continua la nostra riflessione avviata su http://www.larelazionechecura.it/post/Vedere-in-controluce.aspx  in merito al rapporto luce/ombra nell’esperienza umana.
            Democrito nel terzo secolo affermava che “la parola è l'ombra dell'azione”, come a dire che l’azione dà luce alla parola. In effetti è storia di tutti i giorni, soprattutto nel nostro tempo, ascoltare tante parole che sono ombre senza luce, mero flatus vocis che non ha una corrispondenza nella realtà.
            Già il grande Platone si era imbattuto nel dilemma filosofico di coniugare, al contempo, immobilità e divenire delle cose, e aveva trovato una “soluzione” che di fatto aveva sancito una divisione tra sensibile/corporeo e  spirituale. A suo avviso la verità stava nella purezza astratta e l’opinione nel fenomeno sensibile, come a dire che i sensi non offrono una conoscenza piena delle cose. Al di là del tema della dicotomia corpo/spirito già trattato in http://www.larelazionechecura.it/post/Tornare-alle-cose-dellanima.aspx ora voglio soffermarmi sul mito della caverna da lui elaborato. Un racconto metaforico attraverso il quale Platone ha inteso dire che l’uomo se schiavo vede solo le ombre e non la verità delle cose.

         La luce del fuoco all’interno della caverna simboleggia la conoscenza, la verità è costituita dagli uomini sul muricciolo e la loro ombra, invece, è solo un’opinione, una interpretazione delle cose a motivo del loro stato di schiavitù che comporta l'incapacità a volgere lo sguardo oltre.
          Pur tenendo conto della profonda intuizione platonica considero che per volgere lo sguardo oltre abbiamo bisogno di riconoscere le ombre. Direi, anzi, che ombra e realtà si rimandano a vicenda e la comprensione dell’una è supportata dalla comprensione dell’altra. L’indagine sociologica è chiamata a partire dall’ombra propria della vita quotidiana, il carico esistenziale che una popolazione in un determinato territorio porta. La dicotomia non è una categoria che appartiene al nostro tempo, abbiamo bisogno di una terminologia nuova per ridefinire e leggere i fenomeni, per conoscere e dare luce alla realtà, una terminologia affine al .
          Mi trovo in questi giorni ad iniziare la mia esperienza di vita a Danisinni, un rione che è nel cuore del quartiere Cuba-Zisa di Palermo. Un contesto di profonda umanità, e direi che proprio il partire dal vissuto della gente, dall’esistenza autentica di un’umanità che si confronta con il divenire di ogni giorno, mi permetterà insieme a loro, di guardare oltre. Di questa esperienza avrò modo di raccontare…

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