Come Civette nella notte

by Mauro 24. febbraio 2013 00:33

    Accolgo la Parola che la Comunità cristiana medita in questa seconda domenica di Quaresima, reduce dall’esperienza fatta nel deserto del Negev, luogo ove il cammino è necessità per sostenere il sole cocente di giorno e la forte escursione termica della notte. In entrambi i casi fermarsi equivale a morire per cui il cammino è vita.
       È alla luce di questo contesto, quello del deserto, che voglio condividere questa Parola che indica l'atteggiamento del Cammino cristiano. Mi fa da specchio nel commentarla, l'esperienza dei Missionari di Strada che nell’evangelizzazione hanno trovato la loro particolare espressione, il Cammino per testimoniare la loro esperienza di fede. Dalla Parola di questa domenica ci vengono suggerite due immagini: il cielo stellato e la nube che avvolge.More...

Non tutte le guerre interessano!

by Mauro 12. febbraio 2013 23:00

   Il mese di aprile 2011 ha segnato una data importante per la Siria e per comprendere quanto ivi sta accadendo oggi. In quel mese una parte dell’esercito siriano ha deciso di disertare schierandosi a favore delle manifestazioni di protesta democratica contro il regime di Assad.
       Il governo ha reagito con gravi repressioni e massacri nei confronti dei manifestanti, in risposta nel giugno dello stesso anno è nato il Movimento degli ufficiali liberi formato appunto dai militari che avevano preso le distanze dal governo. Un esercito che presto si diffonde in sei delle quattordici provincie della Siria arrivando anche ad avere il controllo di zone vicine a Damasco. Inizia così una strategia offensiva nei confronti dei ceck-point e dei pattugliamenti militari che è durata fino ad oggi.
      Proprio in questi giorni anche diversi ministri siriani si sono schierati dalla parte del movimento di protesta, denunciando il “genocidio” che sta avvenendo nel Paese.
      Da mesi il Vescovo francescano Giuseppe Nazzaro, vicario apostolico ad Aleppo, denuncia la grave situazione siriana. Proprio il territorio dove vive è il teatro dello scontro in una tormentata guerra fraticida. Aleppo oltre ad essere stata ripetutamente bombardata sta subendo anche l’embargo stabilito dall’ONU. Per cui la popolazione locale si trova stremata dagli stenti e, in molti, costretti a dormire in tenda con temperature minime al di sotto dello zero.
      Padre Nazzaro afferma che non si tratta di una guerra politica tra due fazioni, una più democratica e l’altra dittatoriale, piuttosto di una guerra commerciale pianificata dai Grandi della terra che in questo modo si contengono il potere economico.

      I Grandi procurano le armi per la rivolta e dopo che il Paese è letteralmente distrutto, è questo quel che sta rimanendo della bellissima Siria, i Protettori di turno vengono a ricostruire e a vantare la gestione degli interessi commerciali del Paese. Nell’ultimo decennio questa Storia si è ripetuta più volte ed in circostanze diverse!
      Un nuova forma di colonizzazione che ha un prezzo altissimo in termini di vite umane e della possibilità di una futura pacifica convivenza tra concittadini che si sono ferocemente scontrati prima.More...

La profezia inquieta

by Mauro 2. febbraio 2013 21:56

    La Parola che la Comunità cristiana medita in questa domenica riporta un versetto del Vangelo che ha una portata straordinaria: Non è costui il falegname il figlio di Giuseppe?
           È un interrogativo che desta perplessità: Gesù è un uomo comune, uno di noi, sappiamo che lavora, fa cose che servono per arredare una casa, è uno concreto. Eppure lui dice di essere il profeta atteso, colui che avrebbe mostrato il Volto di Dio, il Messia liberatore del popolo. No, impossibile, costui non può essere Dio e visto che parla ancora cercando di stravolgere l’idea che abbiamo di Dio, allora è il caso di buttarlo giù dal monte. Ecco quel che accadde duemila anni fa a Nazareth, nella regione della Galilea. Un piccolo villaggio su un monte, con poche centinaia di abitanti. Chiaramente Nazareth oggi è ben altra cosa, conta circa 80.000 abitanti.
          C’è un’aspettativa che impedisce a Dio di rivelarsi, è la pretesa di costringere Dio e, di conseguenza, la propria vita, entro schemi prefissati.More...

Egitto in attesa di una nuova primavera

by Mauro 2. febbraio 2013 12:00

   Quello che in questi giorni sta accadendo in Egitto è l’epilogo di un lungo processo di soprusi che ha esasperato la popolazione egiziana.

      La gente è stanca del fondamentalismo islamico che troppo spesso si traduce in atti di estrema violenza in nome di un formalismo che vorrebbe avere il primato sulla  dignità di una persona. Se un velo o un vestito più o meno lungo, così come il portare la barba o il praticare sport, può diventare il motivo per una condanna a morte allora siamo convinti, e lo sono anche i teologi islamici, che non si tratta di religiosità ma di ideologia che vorrebbe asservire la religione ai propri scopi. Rammarica che l’Islam possa lasciarsi strumentalizzare da una così fatta pretesa di potere a discapito di tanti. 
     In Egitto però sta accadendo qualcosa di nuovo, la protesta in atto sta proponendo un diverso modello spirituale e politico,More...

Fermate il Tempo: lo Statu quo in Terra Santa

by Mauro 31. gennaio 2013 18:00

   I Francescani si trovano in Terra Santa dal 1220, da quando Francesco si recò in Medio Oriente per dialogare con il Sultano. Da allora la presenza dei Frati non è mai cessata,  malgrado la dominazione musulmana dei Luoghi santi, fu il re di Napoli, nel 1333, a donare ai Frati il Santo Sepolcro acquistato dal Sultano d’Egitto.

     Nei secoli i Frati oltre a custodire il Luoghi santi e ad accogliere la moltitudine di cristiani che ogni anno si reca in pellegrinaggio, si sono adoperati per promuovere la crescita della popolazione locale, per sviluppare il territorio e contribuire all’opera di dialogo e riconciliazione tra culture e fedi diverse. Le tre grandi religioni monoteiste proprio in Terra Santa, infatti, trovano il loro luogo di incontro e, a volte, anche di scontro.
     In quest’opera di promozione del territorio cito ad esempio la Scuola di Betlemme, ove sono ammessi cristiani e musulmani ed è proprio l’Ordine dei Frati a farsi carico delle spese di gestione dell'istituto che accoglie più di 2000 alunni.

      Comprendiamo come per promuovere il dialogo tra i popoli è importante dare loro gli strumenti per una riflessione critica e matura, capace di confronto e quindi di integrazione. I trattati di pace che siano tali e perciò duraturi, sono il frutto di un graduale processo di sviluppo culturale. Proprio a Betlemme nella scuola dei Frati gli alunni vengono accompagnati dalla scuola elementare fino all’università, e l’opportunità di studiare e quindi vivere fianco a fianco con compagni di altre fedi si rivela una strategia educativa di grande valore.
     In questo processo di accompagnamento che va dalla scuola alla mediazione politica, alla promozione dell’artigianato locale, voglio soffermarmi su un aspetto singolare che mostra come il processo di cambiamento parte da una profonda inculturazione e capacità di stare in un determinato contesto.
    Mi riferisco allo Statu quo ossia la legge che regola i diritti all’interno dei luoghi santi. Si tratta di un firmano ottomano ma per spiegare questo bisogna andare indietro nel tempo. More...

InshAllah

by Mauro 30. gennaio 2013 12:00

   

      Anno 1967,  5 - 7 giugno, forse non molti ricordano la data della guerra lampo che proprio per la breve durata fu detta “La guerra dei sei giorni”.
      In quell’occasione Israele ebbe la meglio sull’Egitto, alleatosi con la Siria e la Giordania, che in quei pochi giorni ebbe a perdere la Penisola del Sinai e la Striscia di Gaza. Anche alla Giordania e alla Siria furono sottratti dei territori in quell’occasione: Gerusalemme est e la Cisgiordania alla prima e l’Altura di Golan alla seconda.
      Fu un conflitto che coinvolse nelle trattative di pace le grandi potenze mondiali, un clima di tensione che si risolse con la cosiddetta “risoluzione 242” mediata dalle Nazioni Unite che concordava il ritiro dell’esercito israeliano dai Territori occupati e la cessazione delle reazioni terroristiche palestinesi.
      Di fatto l’accordo diplomatico si rivelò una tregua più che un vero trattato di pace, la contesa si mantenne sulla interpretazione dei “Territori occupati” da lasciare: quali? E occupati da quando? More...

Al di là del Muro

by Mauro 28. gennaio 2013 21:00

       Forse in pochi conoscono il writer di orgine inglese Banksy. Un giovane trentenne che ha attraversato tutta Europa fino ad arrivare anche qua in Palestina per comunicare attraverso l’arte di strada e veiocolare slogans di pace, di rispetto dei diritti, di solidarietà tra i popoli di questa terra, attraverso gli originali stencil, oggi famosi ed imitati in tutto il mondo (quello più comune è la "cabina telefonica inglese assassinata"). Un umorismo satirico capace di denuncia, di sosta volta alla riflessione in merito a ciò che accade sotto i nostri occhi ma, sovente, resta coperto dall’indifferenza.More...

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Sogno o Memoria?

by Mauro 27. gennaio 2013 21:00

    Giorno della Memoria per non dimenticare,
non c’è Memoria senza perdono,
non è umanamente pensabile Memoria che al contempo trama vendetta,

pensare che altri possano vivere atrocità in qualche misura simili alle proprie.
Chi è passato per simili atrocità di cui l’uomo, haimè è proprio vero, si è reso artefice,
può mostrarci un modo nuovo di vivere,
un abitare la terra senza trovare nell’altro un nemico da far soccombere ma una vita da riconoscere.
Sogno un giorno in cui tutta la Palestina potrà celebrare, in spirito di fraternità,
il Giorno della Memoria.

Nutrire il senso della vita

by Mauro 19. gennaio 2013 21:10

   Questa Domenica la Comunità cattolica viene interpellata da un passo evangelico che ricorda il sapore necessario per camminare nella vita, il gusto per stare nella propria storia senza fuggire da essa.
        Il celebre episodio delle “Nozze di Cana” (Gv 2, 1-12) ha un rimando profondo in quella che è l’esistenza umana individuale e sociale. Si tratta di mostrare con un segno eloquente il modo per abitare questa terra. E proprio di abitazione si parlava poco prima dell’episodio, i discepoli di Giovanni avevano chiesto a Gesù “Dove abiti?” ed ora Gesù sta rispondendo attraverso un gesto significativo.
       Un segno eloquente e non perché Gesù muta l’acqua in circa seicento litri di vino, gesto già in sé sorprendente ma ben poca cosa rispetto al suo significato. Gesù dice che è il fondamento dei segni, quello basilare, un segno per cui ci mostra qualcosa non immediatamente comprensibile.
       Pensiamo alla originalità di Gesù. Lui, il Maestro parte da una festa e dal vino che da ebbrezza per dire quale è la sua gloria. Un segno che mostra la gloria di Dio, cioè il suo valore, il reale peso che ha. Per mostrare la sua “gloria” Gesù sceglie una festa nuziale. More...

Torniamo a "pianificare dal basso"

by Mauro 16. gennaio 2013 12:30

        “La cultura è l’ottavo sacramento” così si esprimeva don Milani pensando al compito educativo che ha la Scuola e a come la Scuola tradizionale sovente si riduceva ad essere  “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.
        Più volte ho sentito ripetere a Sarina Ingrassia nel centro educativo “Il Quartiere” a Monreale, “nella Scuola non c’è spazio per i nostri ragazzi”. La casa di Sarina da quarant’anni trasformata in luogo di accoglienza per i ragazzi che non avevano, al ritorno da Scuola, un luogo ove mangiare e dove potere studiare e soprattutto trovare rapporti umani, così come la Scuola di Barbiana, viene a denunciare la grave emarginazione sociale a cui si va incontro.
         La profonda azione di denuncia che negli anni ’50 Danilo Dolci portò avanti a Palermo ed in tutta la Provincia, ancora oggi abbisogna di risposte concrete, di uno scendere a contatto con le questioni della gente per trovare non “soluzioni” fittizie ma percorsi da condividere. Vie di partecipazione sociale ove a ciascuno è data la possibilità di contribuire alla crescita personale e comunitaria. Il “Centro  Studi ed Iniziative” a Partinico proponeva appunto una pianificazione dal basso.
         È paradossale vedere come l’emarginazione delle fasce di popolazione più disagiate viene eretta a “sistema” da una politica che già attraverso la sua progettualità interviene sui problemi sociali attraverso proposte formali e non di contenuto. More...

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