Chiara Corbella, la vita è un dono aperto all’eternità

by Mauro 24. febbraio 2014 06:00

          Quella di Chiara Corbella e della sua famiglia è una storia da conoscere, e non tanto per l’eroicità di vita che vorrebbe, da alcuni, essere eretta a modello disincarnato a cui aspirare , bensì per il valore che, con la sua testimonianza di vita, restituisce all’oggi quotidiano che è l’unico tempo di cui ciascuno dispone per dono. Dell’oggi, è bene inteso, e dell’eternità di cui l’oggi è già parte.
            Una donna, Chiara, che ha attraversato i suoi timori, le paure ad affrontare la vita quando si è arresa, cioè ha smesso di cercare di possederla. Quando ha rinunciato a pretendere il suo progetto di vita con Enrico, che poi sarà il suo sposo, e lo ha consegnato a Dio.
            In un tempo, il nostro, in cui le fiction televisive ci propinano vite eroiche in cui l’aggressività o, comunque, il savoir faire  fanno essere protagonisti, la testimonianza di Chiara dice ben altro: la felicità viene dalla relazione con Dio Padre, quella che permette di cogliere appieno il Dono della vita.More...

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La memoria è apparteneneza ed apertura all'unicità

by Mauro 2. febbraio 2014 20:30

          La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.

             Così si esprimeva Paolo Borsellino negli ultimi anni vissuti nella nostra Palermo, terra che attende una nuova primavera.

           La memoria dei giorni ci permette di sentire l'appartenenza alla storia umana, cosicchè ciascuno sente di essere parte di chi lo ha preceduto e, al contempo, chiamato a fare la sua parte, unica e mai sostituibile.

La bellezza che salva il mondo è l'amore che condivide il dolore

by Mauro 23. gennaio 2014 18:15

      Quale bellezza salverà il mondo? è il titolo della lettera datata 1999, che l’allora Cardinale Martini scrisse per la sua Chiesa, quella di Milano. La risposta che il Pastore diede fu chiara e decisa: la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore.
      Un paio di giorni fa partecipando al funerale di una donna “sazia di giorni”, così come ha esplicitato il Pastore valdese nel ricordare i germi di bene che la vita di donna Pina ci ha lasciato, ho avuto modo di meditare come l’amore che condivide il dolore porti frutti di vita nuova.More...

Trovare direzione è questione di fiducia

by Mauro 18. gennaio 2014 09:15

       Medito su come l'uomo contemporaneo faccia fatica a trovare equilibrio o, meglio, direzione nella propria vita. Scorgo come la risposta a questo bisogno sia una questione di fiducia.

        A tal proposito mi tornano in mente le parole di Giovanni Bosco: Sii con Dio come l’uccello che sente tremare il ramo e continua a cantare, sapendo di avere le ali. 

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Raccontare la Miracolosa leggenda oggi

by Mauro 12. gennaio 2014 16:30

       “Tu sei bellezza” così Francesco d’Assisi esprimeva, nelle Lodi di Dio Altissimo, la gratitudine per  il rivelarsi di Dio agli uomini. E questa bellezza  è stata narrata nei secoli attraverso l’arte figurativa posta non solo a  decoro  delle Chiese ma volta a trasmetterne la fede che nel Vero, Buono e Bello raffigura il fascino di Dio.
       Quella di ieri pomeriggio, nel palazzo vescovile di Monreale, è stata ben più che una presentazione del Video Credo in un solo Dio realizzato dal videomaker  Alessandro Spinnato con il supporto di don Nicola Gaio. Piuttosto è stato un tuffo nella bellezza espressa e, al contempo, custodita nel Duomo di Monreale.
     Le immagini del corto hanno svelato i particolari musivi e, attraverso inquadrature aeree, hanno aperto al lettore una visione d’insieme che esprime a pieni polmoni il respiro magnificente e   prossimo che connota la Cattedrale d’oro.
      L’intuizione di Francesco d’Assisi che riconosceva l’Altezza del Creatore a partire dalla sua Umiltà e vicinanza, vi viene restituita attraverso una nuova prospettiva, quella ritratta per mezzo di una telecamera ed il montaggio del racconto filmico che muove il lettore del terzo millennio all’interno delle scene musive realizzate attraverso l’infinità di minuscole tessere d’oro.
       Sembra come se l’artista del tempo, attraverso la cura dei particolari ed il dettagliato tessuto dei mosaici, avesse pensato a noi oggi capaci di riprese aeree ad opera dei droni e, quindi, di contemplare da vicino l’intera superficie musiva.More...

Uscire dall'indifferenza per tornare ad essere umani

by Mauro 3. gennaio 2014 21:32

              Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra.

           Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri.
            Tale vocazione è però ancor oggi spesso contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella “globalizzazione dell’indifferenza”  che ci fa lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi.
          Così papa Francesco scriveva nel suo Messaggio per la celebrazione della XLVII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE, il primo gennaio 2014. Un invito ad uscire dall’indifferenza per tornare ad essere umani..

Ridestare lo spazio dell'anima

by Mauro 22. dicembre 2013 12:23

         Al di là dei convenzionalismi tipici dell’epoca dei consumi ritengo che il Natale è prima di tutto guardarsi negli occhi, scoprire le presenza dell’altro e lasciarsi guardare fino a riscoprire la propria di vita, il senso dell’esserci in questo mondo.
       I “primi” a vivere il Natale furono stupiti, meravigliati per quel che accadeva nel nascondimento di una notte lontana dai “palazzi dei re”.
     Natale è ricerca di un volto che non passa per le vie ordinarie, per le autostrade della frenesia quotidiana. Devi andare fuori strada per rintracciare le orme del sentiero che porta a contemplare la Natività.
      Proprio come ha fatto Francesca, insegnante di filosofia a Palermo, che ieri ha portato i suoi “ragazzi” fuori dalle grigie aule della scuola e per strada, nello scorgere un anziano nonno che teneva per mano il nipotino, ha chiesto agli alunni: chi è che accompagna l’altro? Ne è nato un confronto sorprendente, una ricchezza di pensieri condivisi e, alla fine, la classe ha riconosciuto il dono della reciprocità ove ciascuno, nonno e bimbo, sosteneva il cammino dell’altro.More...

Sogno un Mondo imbrattato di blu!

by Mauro 21. dicembre 2013 16:45

 

In blu i Paesi che riconoscono il diritto di cittadinanza incondizionata a tutti coloro che nascono nel loro territorio

Color celeste i Paesi che riconoscono tale diritto ma a determinate condizioni

 

Noi sogniamo un Mondo imbrattato di blu! More...

Il Natale è ancora questione di accoglienza

by Mauro 21. dicembre 2013 12:06

          È la volta del diritto di Cittadinanza ad essere oggetto del dibattito parlamentare a motivo delle continue provocazioni che ci vengono dai flussi migratori che attraversano il Mediterraneo per trovare riconosciuto il diritto alla vita. Eppure molti di loro perdono fin anche la vita durante la traversata altri, invece, finiscono col rinunciare e chiedono di essere riportati nel Paese d’origine se questa, in Italia, è la vita a loro riconosciuta!
        Il motto che per eccellenza sostiene il mantenimento dello status quo, “stavamo meglio quando stavamo peggio”, pare avere la meglio innanzi all’evidenzia della nostra ora. Di fronte ad una Società che cerca di dimenticarsi attraverso il Natale, la veridicità della Festa rivendica il riconoscimento della vita che passa per l’accoglienza e lo stupore, così come fu in quel di Betlemme.
        Avere cittadinanza significa avere riconosciuti i diritti civili e politici, lo straniero ha cittadinanza in un altro stato e i diritti riconosciuti sono parziali, l’apolide non gode di alcuna cittadinanza e di diritti si parla davvero poco. Penso che questo Natale sarà più autentico proprio perché aumentano sempre più gli apolidi, in fondo Gesù apparteneva a quest’ultima categoria, sebbene ebreo d’origine a lui non fu riconosciuta cittadinanza, diritto ad occupare quel suolo, a motivo della sua Parola, perfino il processo si svolse in un ambivalente rimando di competenze tra Sinedrio e Governo romano, come a dire che andava giudicato ma nessuno voleva assumersi la competenza giuridica della condanna…More...

L'esperienza della Resurrezione appartiene alla quotidianità

by Mauro 11. novembre 2013 12:00

          Quale provocazione ci viene dalla pagina che ieri milioni di cristiani hanno ascoltato nelle chiese sparse nel mondo? Gesù risponde ai sadducei  esplicitando il significato della Resurrezione. Il tema centrale della fede cristiana, infatti la fede nella Resurrezione è ciò che distingue e caratterizza in modo unico il cristianesimo.
           Duemila anni fa la mens greca si è dovuta confrontare con una cultura ed una proposta di vita che sapeva di assurdo: risorgere con tutta la corporeità oltre la morte! Il corpo dal cristianesimo non viene più inteso come  un giustapposto cioè quale accidente da sopportare a discapito della sostanza. Con il cristianesimo diventa il luogo della rivelazione. Il corpo e la storia divengono luoghi teologici in cui è possibile rintracciare l’impronta di Dio, la sua immagine visibile agli occhi. Si tratta di riconoscere la realtà in modo nuovo, la fede nella Resurrezione non è un mero proiettarsi verso la meta ultima ma un’esperienza che appartiene già all’oggi: ogni giorno il cristiano è chiamato a risorgere dalle morti/ferite che possono segnare la quotidianità. È secondo questa prospettiva che l’esperienza del dolore diventa spinta a cercare con maggiore lena il Volto di Dio nella propria esistenza.
          Lo “sguardo” greco non era capace di accettare questo salto proprio perché, secondo la prospettiva platonica, trovava nel corporeo una sorta di soggettività inaffidabile. La percezione sensibile non era riconosciuta come obiettiva proprio perché varia a seconda della persona, del corpo percipiendi, e pertanto priva di oggettività. Il metodo scientifico improntato su questa prospettiva fa della ricerca un tentativo di visione, un trovare le verità attraverso l’osservazione empirica. Nella mens cristiana invece la contemplazione è frutto dell’ascoltoMore...

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