Direzioni di vita

by Mauro 29. gennaio 2013 12:00

   Oggi a Betlemme festeggiamo le sante Paola ed Eustochio. Paola era una patrizia romana, discendente dei Gracchi e Scipioni, nata nel 347. Una volta rimasta vedova, si consacrò insieme ad altre donne andando ad abitare sull’Aventino ove nacque una Comunità di consacrate, a loro si unì anche la figlia Eustochio.More...

Al di là del Muro

by Mauro 28. gennaio 2013 21:00

       Forse in pochi conoscono il writer di orgine inglese Banksy. Un giovane trentenne che ha attraversato tutta Europa fino ad arrivare anche qua in Palestina per comunicare attraverso l’arte di strada e veiocolare slogans di pace, di rispetto dei diritti, di solidarietà tra i popoli di questa terra, attraverso gli originali stencil, oggi famosi ed imitati in tutto il mondo (quello più comune è la "cabina telefonica inglese assassinata"). Un umorismo satirico capace di denuncia, di sosta volta alla riflessione in merito a ciò che accade sotto i nostri occhi ma, sovente, resta coperto dall’indifferenza.More...

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Sogno o Memoria?

by Mauro 27. gennaio 2013 21:00

    Giorno della Memoria per non dimenticare,
non c’è Memoria senza perdono,
non è umanamente pensabile Memoria che al contempo trama vendetta,

pensare che altri possano vivere atrocità in qualche misura simili alle proprie.
Chi è passato per simili atrocità di cui l’uomo, haimè è proprio vero, si è reso artefice,
può mostrarci un modo nuovo di vivere,
un abitare la terra senza trovare nell’altro un nemico da far soccombere ma una vita da riconoscere.
Sogno un giorno in cui tutta la Palestina potrà celebrare, in spirito di fraternità,
il Giorno della Memoria.

Imparare a leggere la propria vita

by Mauro 26. gennaio 2013 18:00

   È la prima volta che medito una pagina del Vangelo trovandomi nel luogo in cui Gesù ebbe a dire quelle parole, dove mostrò con gesti visibili quello che stava a dire. È una ricomprensione del Vangelo, la Parola che si è fatta carne.
        Nel Vangelo di questa Domenica, Lc 1,1-4; 4,14-21, Gesù rivela agli astanti come lui realizza l’opera di salvezza, ossia la sua missione.  Cioè spiega, e in questo coinvolge coloro che gli sono attorno, chi è e cosa sta compiendo.
        La precedente esperienza del battesimo nel Giordano lo aveva visto in fila con i peccatori, lì lo Spirito  lo aveva presentato agli “ultimi” del luogo come i Figlio di Dio. Ora nello Spirito INSEGNA, mostra la verità delle cose.          

        Importante sottolineare questo punto di partenza , è la Parola a guarire, ad aprire le menti ed il cuore, a permettere di progettare il bene, è Luce sui passi dell’uomo. Non si tratta tanto di rimanere a fissare la Luce-Parola ma a guardare ove camminare attraverso la sua illuminazione.More...

Ripartire da Betlemme

by Mauro 23. gennaio 2013 21:30

   Ci sono momenti nella vita in cui senti il bisogno di ritrovare le tue radici, il bisogno di trovare una base sicura da cui partire. Da adulti si fa un’esperienza analoga a quella che fanno i bambini quando iniziano la loro esplorazione dell’ambiente e la sperimentazione di se stessi.

        Anche da adulti infatti è come se noi umani dovessimo ritrovarci, momenti della vita in cui abbiamo bisogno di rimetterci in cammino, lasciare l’abitazione per ritrovarla.

        Il pellegrinaggio proprio delle grandi religioni e delle esperienza spirituali si fonda su questo precipuo bisogno esistenziale, quello di non bastare a se stessi.
        Oggi mi trovo a Betlemme, non mi pare vero, il pellegrinaggio è iniziato. Mi sembra significativo partire proprio da questo luogo, posto in cui Dio ha chiesto ospitalità, luogo in cui l’accoglienza ha permesso di iniziare il cammino di Dio sulla terra.

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Nutrire il senso della vita

by Mauro 19. gennaio 2013 21:10

   Questa Domenica la Comunità cattolica viene interpellata da un passo evangelico che ricorda il sapore necessario per camminare nella vita, il gusto per stare nella propria storia senza fuggire da essa.
        Il celebre episodio delle “Nozze di Cana” (Gv 2, 1-12) ha un rimando profondo in quella che è l’esistenza umana individuale e sociale. Si tratta di mostrare con un segno eloquente il modo per abitare questa terra. E proprio di abitazione si parlava poco prima dell’episodio, i discepoli di Giovanni avevano chiesto a Gesù “Dove abiti?” ed ora Gesù sta rispondendo attraverso un gesto significativo.
       Un segno eloquente e non perché Gesù muta l’acqua in circa seicento litri di vino, gesto già in sé sorprendente ma ben poca cosa rispetto al suo significato. Gesù dice che è il fondamento dei segni, quello basilare, un segno per cui ci mostra qualcosa non immediatamente comprensibile.
       Pensiamo alla originalità di Gesù. Lui, il Maestro parte da una festa e dal vino che da ebbrezza per dire quale è la sua gloria. Un segno che mostra la gloria di Dio, cioè il suo valore, il reale peso che ha. Per mostrare la sua “gloria” Gesù sceglie una festa nuziale. More...

Prossimo è Amare (2)

by Mauro 14. gennaio 2013 23:00

    Francesco di Assisi piangerà perché “l’Amore non è amato” è proprio questa profonda esperienza di comunione che diventa gioire e patire con e per l’altro.

     Nasce una comunione nell’amore che nella Deus Caritas est viene espressa con l’immagine delle nuzialità, l’Alleanza tra Dio e l’uomo: “L'eros di Dio per l'uomo — come abbiamo detto — è insieme totalmente agape. Non soltanto perché viene donato del tutto gratuitamente, senza alcun merito precedente, ma anche perché è amore che perdona. More...

Prossimo è Amare

by Mauro 13. gennaio 2013 21:10

   Ho appena condiviso un incontro con la fraternità francescana di  San Giovanni Gemini, in cui i terziari mi hanno chiesto di leggere la fede cristiana alla luce della Lettera Enciclica Deus Caritas Est.
        Una Lettera che tratta dell’Amore mi sembra quanto di più appropriato per cogliere le fondamenta su cui poggia la fede cristiana. Ma prima di questo approfondimento sono partito da un riferimento che mi pare alquanto prezioso: il messaggio dato da Giovanni Paolo II durante la giornata mondiale per la pace del 2002. Il Messaggio portava il titolo: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”.
        Giovanni Paolo II con questo titolo ha coniugato la pace e la giustizia con il perdono. Il perdono non è un “di più” rispetto alla giustizia, per essere giusti bisogna saper perdonare, senza il perdono non può esservi giustizia piena. Al pari si può dire della pace nel senso dello Shalom ebraico (come commentavamo nel post del 31 dicembre 2012) in cui non viene intesa semplicemente la tregua fra due guerre. More...

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Se non ti immergi non condividi

by Mauro 12. gennaio 2013 18:00

     Sentiamo nei nostri giorni tanti parolai che parlano di solidarietà e di sostegno ai più bisognosi mantenendo integro il loro portafoglio ed i loro corposi stipendi, come a dire che la solidarietà è questione di vicinanza e non tanto di condivisione.
      La pagina evangelica di Lc 3, 15 ss. che oggi, Domenica del Battesimo del Signore, la Comunità prende in considerazione rimanda a questa scelta fondante la missione di Gesù. Il Maestro si immerge per poi risalire a galla portando con sé tutti gli altri. Un gesto eloquente che è già mostrato dal suo “mettersi in fila” nell’attendere il battesimo di Giovanni senza optare per vie preferenziali. Sceglie la condivisione già nell’attendere insieme agli altri.
     Interessante notare che il ministero pubblico, il modo in cui Lui racconta il volto del Padre, è preceduto dall’incontro con Giovanni Battista. Sembra che Giovanni rappresenti il modo per accogliere Gesù nella propria vita, indica il COME e non solo a parole.  Lo mostra in primo luogo vivendo un MODO specifico.
      La scelta dei luoghi, della propria abitazione è un primo indizio nel mostrare come ABITIAMO il mondo e, di conseguenza, quale MISSIONE caratterizza la nostra vita.
      Giovanni dimora nel deserto e lungo le rive del Giordano annunzia e battezza. C’è una duplice connotazione geografica: il deserto luogo dell’esodo ove il popolo si trova in cammino percorrendo una via nuova ed il Giordano che indica l’ingresso nella terra promessa, il luogo dell’incontro, la novità di vita.
      Giovanni mostra come per potere vivere l’Incontro con Dio è necessario attraversare il deserto. Luogo di silenzio e di ascolto, di Dio. Lì non trovi una via già pronta, devi ricercare, cercare una via che in precedenza non c’era. Inoltre bisogna passare attraverso il battesimo, significa immersione fino alla morte. Non è una morte totale, c’è l’emersione che è vita, significa allora morire ad una parte di sé per dare spazio,vita, all’altra. La parte che viene meno è quella segnata dall’egocentrismo, quella che trova vita è quella che mette al centro Dio. Questo passaggio è possibile quando l’essere umano sperimenta tutta la propria fragilità e smette di affidarsi alla sua proprie forze e pretese ed inizia a fidarsi di Dio. La fede permette l’emersione e, quindi, la vita nuova.
     Tale movimento è espresso da Giovanni attraverso un monito: “convertitevi e credete al Vangelo” è l’adesione a questa proposta a portare molti, sono additati come “peccatori” e non sono gli uomini “perbene” del tempo, ad immergersi.
      Gesù apre una nuova strada, la via della consolazione, Lui sana le ferite perché il suo amore diventa farsi debole, non apparire quale guaritore onnipotente, ma come guaritore ferito che sente, cioè, il dolore e la fatica altrui.More...

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Volgere lo sguardo in alto: il cammino della vita

by Mauro 6. gennaio 2013 10:25

    Oggi festa dell’Epifania viene meditata una pagina del Vangelo di Matteo (2,1-12) che descrive la ricerca dei Magi per trovare Gesù. Uomini che non appartengono al popolo di Israele che già crede in Dio, sono invece uomini abituati a guardare il cielo e quindi capaci di ricerca spirituale, non affrontano la vita chini su se stessi come se tutte le risposte dovessero scaturire dalle opere della terra.

     Così è di chi cerca risposta alla propria vita attraverso l’accumulo di ricchezze, apparenze da dimostrare, avidità di successo e di potere. Qua si tratta dell’uomo capace di guardare al cielo e non significa soltanto di elevare lo sguardo al cielo per comprenderlo nella sua intelligibilità, come a dire più conosco e più divento capace di camminare, piuttosto è l’uomo che conosce, comprende attraverso la sua riflessione ed al contempo rimane aperto ai segni.More...

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