Vite in gioco

by Mauro 20. novembre 2013 00:30

      VITE IN GIOCO questo è il titolo che abbiamo dato al Workshop che terremo sabato prossimo al teatro Selinus di Castelvetrano per avviare una riflessione partecipata sulle nuove dipendenze e sulla violenza intra-domestica.

     Fenomeni che minacciano la vita familiare e che troppo spesso restano in sordina, sottovalutati anche dalle famiglie che vi si trovano coinvolte.
     Pensiamo ad esempio alla dipendenza cyber-relazionale, a quei rapporti virtuali che vengono a sostituire quelli propri della interazione concreta in cui tutti i canali sensoriali si attivano per riconoscere l’altro.
     A tal proposito un interrogativo a cui cercheremo di dare risposta: continuità o rottura tra i due mondi?  Ma si tratta davvero di un gioco?

Da passatempo a dipendenza: il gioco vale la candela

by Mauro 23. settembre 2013 00:10

           I giocatori d’azzardo nel passato disponevano di una somma da destinare alla candela o all’olio per il lume che avrebbe illuminato la notte di gioco. Alla vittoria potevano ribadire che “il gioco vale la candela” in quanto l’esigua somma investita per avere luci era stata ben ricompensata.
          Sembra che oggi il Ministero della salute stenti a destinare dei fondi considerevoli per fronteggiare il grave fenomeno della dipendenza da gioco.
           Con il decreto n 158 del 2012 il Ministro Balduzzi si è timidamente affacciato sulla problematica pianificando i primi interventi. Il Gioco d'Azzardo Patologico GAP è stato inserito nei livelli essenziali di assistenza LEA anche se non è stata individuata una fonte ove attingere i fondi per l’assistenza, sebbene si potrebbe stabilire di stanziare per questo scopo una percentuale del profit (proventi dai gratta e vinci ecc’…) che causa lo stesso problema.
           Il GAP viene contemplato nel DSM IV quale “comportamento persistente, ricorrente e mal adattivo tale da compromettere le attività personali, familiari lavorative”. Il giocatore più che per il guadagno reso dalla vincita gioca per il piacere che gli deriva dal giocare. Si comprende allora come i LEA risultino ben poca cosa rispetto alla portata del fenomeno e, secondo criteri di realtà, bisogna sollecitare una riflessione più profonda ed una progettualità di natura preventiva oltre che curativa.
            Paradossale rimane il fatto che lo Stato entra in un conflitto di interesse mostrato da un duplice messaggio: una campagna che è volta a promuovere il gioco e, in seconda battuta, un piano preventivo in cui si invita al “gioco responsabile”. More...

Pedagogia del desiderio/2

by Mauro 16. settembre 2013 14:40

         Il nostro tempo viene definito come età della tecnica e ad essa è stata delegato il compito di procurare agio all’umano vivere acquistando una sorta di capacità miracolosa capace di dare soluzione al problema dell’uomo.
        Eppure la tecnica non è in grado di rispondere alle domande esistenziali del genere umano, la stessa comodità procurata dalla tecnica sovente non equivale a benessere o a disponibilità di maggiore tempo per stare nelle cose della vita e neppure corrisponde unicamente  a piacevolezza. La tecnica tutt’al più  viene ad anestetizzare il sentire, i desideri il cui contatto, altrimenti, veniva mantenuto attraverso lo sforzo e l’industriarsi per arrivare alle mete.
        La questione del desiderio permane aperta a prescindere dallo status sociale di appartenenza, nei ceti più agiati i confort  vengono a saturare la vita e a riempire le case fino ad inibire la creatività e la spinta alla ricerca propria dell’individuo, nelle condizioni di estrema precarietà invece la lotta per la sopravvivenza può portare a costruire modalità difensive tali da perdere il contatto con i desideri e la conseguente elaborazione di un personale progetto di vita. In entrambi i casi i modelli sociali che siano vip, veline  o boss della criminalità, sono una proposta di successo che affascina fino ad essere assunti passivamente, senza desiderio.
      Qualcuno potrebbe obiettare che anche i modelli sociali possono essere oggetto di desiderio, ritengo che ciò sia vero nella misura in cui la ricerca della meta (modello) esprima l’ascolto profondo della persona e la tensione verso di essa non sia frutto di mera induzione politico-sociale. Se così fosse anche l’induzione al gioco d’azzardo o ogni forma di dipendenza potrebbe essere annoverata quale frutto di desiderio!More...

Disturbo compulsivo o dipendenza? Il Gioco d'Azzardo Patologico

by Mauro 17. agosto 2013 17:55

       Ricorderemo in tanti di come i nostri nonni al pomeriggio si recavano al circolo per giocare a carte considerando di potere vincere o perdere le mille lire. Oggi troviamo molti pensionati estasiati innanzi una slot o alle luci di uno schermo ove stanno per essere mostrati i numeri del bingo appena estratti. Parlare di Nuove dipendenze o New Additctions è estremamente importante proprio perché se ne parla davvero poco sminuendo, così, la portata del fenomeno sociale.
        La questione delle Nuove Dipendenze è oggetto di riflessione in continuo sviluppo all’interno della Comunità di ricerca clinica. Si fa riferimento ad un abuso che non è legato ad una sostanza chimica ma ad un comportamento o un’attività.
        Anche la clinica psichiatrica ha dato riconoscimento ufficiale soltanto alla dipendenza dal gioco d’azzardo classificandola nel DSM IV all’interno della categoria dei Disturbi del Controllo degli Impulsi. La ricerca attuale mostra una elevata correlazione tra gioco ed impulsività, ma non è ancora riuscita a spiegare la natura di questo rapporto e come esso funzioni. Se cioè l’impulsività sia legata direttamente al comportamento di gioco o alla presenza di una psicopatia sottostante.More...

Il delirio è frutto di una eccessiva rigidità o labilità /2

by Mauro 12. agosto 2013 15:50

        “Credevo che per i miei colleghi il mio lavoro fosse indispensabile ed invece ho scoperto che hanno accolto con gioia il mio trasferimento in un altro ufficio!” Una persona con una certa elasticità di pensiero prenderebbe atto di questa realtà, magari restandone delusa, accetterebbe che per i colleghi non è indispensabile e che anzi loro preferirebbero un altro collaboratore.
       La persona paranoica invece non accetterebbe questa invalidazione di ciò che credeva, non ammetterebbe alternative al suo pensarsi “indispensabile per i colleghi”, per cui inizia a delirare. L’ingresso nel delirio è graduale, a principio l’individuo sperimenta un certo disorientamento, stupore e confusione, la realtà inizia ad apparire minacciosa. Per far fronte a questo umore predelirante irrigidisce lo schema di pensiero per trovare una coerenza interna ridefinendo i dati di realtà appena percepiti “i miei colleghi sono contenti del mio trasferimento”. Viene elaborato così un sistema delirante in cui l’esperienza, anche quella successiva, viene organizzata attorno ad un’idea centrale: “hanno paura di essere licenziati perché non si sentono in grado di competere con le mie capacità”.
          Nel paranoico il delirio è il sintomo fondamentale invece nello schizofrenico è uno dei tanti sintomi.More...

Il delirio, unica spiegazione possibile!

by Mauro 8. agosto 2013 16:30

           Perché alcune persone mantengono le loro credenze malgrado le ripetute disconferme avute dal confronto con la realtà?
           Ci occupiamo oggi della dimensione delirante, quella che nella nosografia psichiatrica distingue i “folli” dai “sani”. Il 13 maggio 1978 la Legge Basaglia stabilì la chiusura dei manicomi e l’istituzione dei servizi di igiene mentale pubblici, ciò rese possibile l’osservazione della malattia mentale nel contesto ove era stata generata.

          La persona venne così ricollocata in una dimensione spazio/temporale che l’istituzionalizzazione aveva appiattito. Significò restituire alla clinica la capacità di comprendere i significati, i processi in atto nel soggetto in trattamento, e collocare la malattia mentale all’interno di un continuum sano/malato accorciando le distanze con chi veniva recluso More...

Vedere in controluce

by Mauro 1. agosto 2013 20:27

      Vedere le immagini in controluce, cercare ciò che non appare o che volutamene viene nascosto per promuovere modus vivendi e mode culturali, o semplicemente cogliere l’ombra frutto dell’incontro con la luce è un percorso che ha interessato da sempre il mondo dell’arte, della filosofia, della fisica e della psicologia. Ricordiamo come Nietzsche nel dialogo fra il viandante e la sua ombra le fa dire: "Quando l'uomo fugge la luce, noi fuggiamo l'uomo".
         Durante lo scorso mese di giugno a Salerno si è svolta la diciottesima edizione del Linea d’Ombra Festival Culture Giovani un Evento che ha presentato al suo interno cortometraggi, concerti, web series, traendo spunti per riflettere sul tema di fondo “Smart life/ Vita intelligente?”. Un interrogativo che è una provocazione volta a fare uscire dalla visione conosciuta, scontata, andare oltre le luci appariscenti della società Smart per cogliere ciò che è nascosto, adombrato, e che spesso cela l’umanità più autentica. Questo è un tipico esempio di “ricerca d’ombra”! More...

Ascoltare l'immagine e gustare la parola

by Mauro 28. luglio 2013 20:25

    Ascoltare l’immagine, gustare la parola, raccontare le emozioni, fotografare le storie è l’arte condivisa da migliaia di giovanissimi in questi giorni a Giffoni. Il festival giunge al termine tra poco assisteremo alla premiazione dei migliori film votati dalla giuria composta dai ragazzi del Giffoni Film Festival. Una offficina di pensiero e di confronto a partire dallo stimolo cinematografico e dai vari artisti incontrati durante questi giorni. More...

Tre giorni dopo. Giffoni Film Festival/3

by Mauro 26. luglio 2013 19:10

   Oggi con i ragazzi di Iammonline abbiamo intervistato il regista e parte degli attori del film Tre giorni dopo. Commedia italiana ideata dal regista Daniele Grassetti che insieme al cast è stato capace di mantenere un tono di leggerezza coniugando l’umorismo con aspetti profondi della vita quotidiana di un giovane.

       Ambientata in un popolare quartiere romano, il Pigneto, la commedia ruota attorno all’amicizia di tre coinquilini che si sostengono a vicenda nell’affrontare difficoltà quotidiane permettendoci di guardare quel mondo con i loro occhi.More...

Sensazioni: Laboratorio dalle immagini alle parole

by Mauro 25. luglio 2013 18:20

    Al Giffoni Film Festival i ragazzi di Iammonline www.iammonline.it provenienti da Palermo e Napoli, quartieri Zisa/Danisinni e rione Sanità, senza sosta sostengono il ritmo quotidiano scandito da proiezioni di film ed interviste a registi ed attori. Un flusso di emozioni ed incontri che viene ad attraversare le loro vite e quelle di tutti gli altri ragazzi che, pur non essendo presenti all’Evento, rimangono in collegamento con il sito del Iammonline group.
         Stamane ci siamo presi uno spazio di sosta per riflettere insieme sui tanti stimoli di questi giorni, ne è scaturita una interessante condivisione. Un laboratorio che partendo dalle immagini e suggestioni ricevute durante i primi giorni del festival passa per un lavoro personale di scrittura ed elaborazione del vissuto ed arriva alla condivisione nel gruppo mediata da una frase sloganMore...

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