Teatroterapia e Psicodramma, "Le stanze ferite" tornano in scena

by Mauro 1. giugno 2013 14:00

   Lo spettacolo “La Succursale della Real Casa” che ieri pomeriggio è stato interpretato al Teatro Biondo dalla Compagnia Instabile formata dalla Comunità, personale e pazienti, del CTA Lares di Palermo, ha dato modo di percepire plasticamente l’umanità che sta dietro la “Follia”, o comunque a tutte quelle etichette diagnostiche che vorrebbero misconoscere l’umano dando solo riconoscimento ai sintomi e alle definizioni “di cura”.
          Le “stanze ferite” sono state mostrate facendo irruenza nella routine di chi, definito “normodotato”, si è dato il permesso di sostare per respirare un alito di vita colorata proprio dalla “follia”, quella che accomuna ogni essere umano, il desiderio di esprimere la vita senza omologarsi a sistemi precostituiti.More...

I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (2)

by Mauro 1. giugno 2013 12:00

   Per stabilire una relazione simbiotica l’individuo ricorre a quattro stili comportamenti passivi e a meccanismi interni.
    Comportamenti passivi sono:
- Astensione: utilizza l’energia non per rispondere agli stimoli ma per inibire la risposta ed il pensiero.
- Iperadattamento: accetta la meta altrui, cerca di compiacere in quanto vede nell’altro una figura genitoriale migliore di lui. Si carica della responsabilità di comprendere e rispondere ai bisogni altrui.
- Agitazione: la persona accumula energia per evitare comportamenti incontrollati, cerca l’attività per ridurre la tensione interna. L’intervento terapeutico in questo caso dovrebbe partire dal GA del terapeuta per favorire l’iperadattamento e modellare il prendersi cura della proprie emozioni. Per cui l’obiettivo è quello di energizzare il GA dell’individuo per poi energizzare il suo A (che non può essere energizzato quando la persona è agitata). L’individuo man mano che diventa consapevole si convincerà che non è necessario agitarsi e che può funzionare in modo adeguato anche quando prova sensazioni spiacevoli.More...

I disturbi emotivi alla luce del modello di Jacqui Lee Schiff (1)

by Mauro 31. maggio 2013 23:48

       Comportamenti passivi, Giochi, Racket o altri disturbi emotivi sono comportamenti appresi durante l’infanzia quando il bambino decide di trovare una mediazione tra la soddisfazione dei propri bisogni e le richieste del mondo adulto. Nel post precedente facevamo riferimento a come il bambino possa imparare ad esprimere un’emozione sostitutiva quando l’emozione autentica non è riconosciuta dalle figure genitoriali. Quando questa esperienza è protratta nel tempo il bambino finirà col decidere che è bene ad esempio “non esprimere i propri bisogni ed accogliere solo quello che viene offerto”, simile decisione viene registrata dal G1 quale decisione di copione e, di conseguenza, viene ad integrare il piano di vita della persona.
         Tali comportamenti appresi derivano da relazioni simbiotiche non risolte, la persona non è pienamente reattiva di fronte agli stimoli ma adotta comportamenti passivi svalutando sentimenti e pensieri e compromettendo l’azione.
           Nella relazione simbiotica due o più persone si comportano come se fossero un unicum, nessuno energizza appieno i propri stati dell’Io. Se da un lato la simbiosi è da ritenersi “normale” nel rapporto genitori-figli fino a quando questi non diventano sufficientemente autonomi, dall’altro diventa patologica quando interferisce con lo sviluppo della spontaneità, della intimità e della consapevolezza, ossia quando interferisce con la sopravvivenza (non vengono usate tutte le abilità) e la gratificazione (non si è liberi di vivere indipendentemente le proprie emozioni).More...

Guarigione ossia uscire dal Copione: il concetto di Cura nell'Analisi Transazionale (5)

by Mauro 30. maggio 2013 19:40

       Berne (1986) parla di “miglioramento” per esprimere ciò che permette di stare meglio, invece si riferisce al termine “cura” per indicare ciò che favorisce la riattivazione dello sviluppo interrotto a motivo di decisioni copionali che hanno mantenuto posizioni esistenziali svalutanti.

       La guarigione comporta, pertanto, l’uscire dal copione disfunzionale attraverso scelte (controcopionali) volte al proprio benessere. 
         Inizialmente Berne (1961) definisce il copione quale derivato del transfert cioè come “un adattamento di reazioni ed esperienze infantili. Intendendo, cioè,  il tentativo di ripetere in forma derivata un intero dramma transferenziale”. Successivamente parlò del copione definendolo come “un piano di vita che si basa su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva” (Berne, 2011). Tale strategia comportamentale viene alimentata e rinforzata dai comportamenti verbali e non verbali dei genitori, attraverso messaggi ingiuntivi e controingiuntivi. Da adulto, pertanto, l’individuo che mette in scena il proprio copione, si comporta più o meno consapevolmente in modo da rivivere emozioni antiche ed intense.
        Fino a quando il copione consente di far fronte ai compiti evolutivi, l’individuo mantiene un equilibrio psichico che lo fa vivere serenamente; quando invece le strategie consolidate non sono più rispondenti ai bisogni della nuova fase di vita, nasce il disagio psichico e nei casi più gravi si può arrivare alla psicopatologia, per cui occorre un cambiamento definito “ridecisione”.
        Dal punto di vista operativo il copione si presenta come un insieme di transazioni che tendono a ripetersi, la persona mantiene la decisione di copione proprio perché in definitiva questa risponde fino a quel momento al suo bisogno di programmazione di vita ed entrerà in crisi quando non sarà più funzionale a soddisfare i propri bisogni.
        Per comprendere come la persona si attiva per mantenere le sue convinzioni di copione bisogna tenere conto delle emozioni parassite e del sistema di racket. More...

Il Modello degli Stati dell'Io in Analisi Transazionale

by Mauro 28. maggio 2013 17:30

    L’Analisi Transazionale è prima di tutto una filosofia, un modo di pensare l'uomo, e in seconda battuta un modello terapeutico. L'intuizione iniziale fu di Eric Berne che presentò il nuovo modello al grande pubblico nel 1958. Da principio proposto in California il nuovo approccio terapeutico si diffuse  a metà anni ’60 in tutti gli Stati Uniti. Dopo la sua morte, avvenuta il 15 luglio 1970, il modello si è evoluto grazie all'apporto di vari terapeuti ricercatori come Karpman a San Francisco, i Goulding e Schiff in California, Pio Scilligo, Carlo Moiso e Michele Novellino in Italia.
       Il modello presenta una teoria sistematica della personalità e della dinamica sociale a partire dall’analisi delle transazioni, cioè dall’osservazione delle manifestazioni esterne della persona.  Per individuare, codificare e riconoscere le caratteristiche di personalità di un soggetto, l’AT utilizza il Modello degli Stati dell'Io. Essi comprendono i modi in cui la persona si comporta, pensa e sente rapportandosi a se stessa e all’ambiente che la circonda. Questi modi vengono riassunti in tre grandi categorie: GENITORE, ADULTO, BAMBINO.More...

Il Volto per comunicare

by Mauro 23. aprile 2013 00:40

       Sentendo parlare di comunicazione siamo immediatamente rimandati al linguaggio verbale che ne è lo strumento principale, ma in realtà questo non può essere mai scisso da quello non verbale in quanto è tutto il “volto” della persona a divenire luogo di comunicazione e non solo la sua parola.
           Entrambe le forme di linguaggio rappresentano il luogo privilegiato di questa apertura e compartecipazione all’altro della propria esperienza personale. Inoltre le due modalità si influenzano a vicenda e a loro volta sono determinate dall’ambiente in cui avviene lo scambio.
           L’interazione tra colui che vede e colui che è guardato, il gioco di specchi che si crea nel rapporto empatico, permette un canale di svelamento dei reciproci volti che si incontrano. In questo reciproco scambio si crea una comunicazione: comunica soltanto chi riceve e partecipa donando a sua volta il suo “volto” all’altro.  
          Secondo Vygotsky nell’interazione con il mondo circostante la persona sviluppa il linguaggio, inizialmente considerato come una funzione interpsichica bisognosa del sostegno esterno, che successivamente assume una funzione intrapsichica capace di regolare dall’interno i propri processi cognitivi e il proprio comportamento. Ciò significa che il linguaggio svilupperebbe inizialmente una  funzione comunicativa e successivamente una regolativa che sarebbe gradualmente interiorizzata.
            Stern dice che la comparsa del linguaggio nel secondo anno di vita viene a determinare un nuovo modo di partecipare all’altro le proprie esperienze personali e di creare significati condivisi. Ciò può comportare risvolti diversi, perché se da un lato il linguaggio favorisce nel bambino e poi nell’adulto la creazione di significati condivisi, dall’altro, se l’interazione non godesse di una base qualitativamente buona (mancato riconoscimento o riconoscimento condizionato), potrebbe favorire il mascheramento e la formazione di un falso sé.More...

Doppio messaggio

by Mauro 2. luglio 2012 23:05

  In modo analogo ad un pubblicità che in modo suadente propone il gioco d’azzardo (con questo intendiamo anche il gratta e vinci) per poi ricordare che il gioco fa male e può indurre a dipendenza, il nostro sistema sociale manda messaggi che di fatto portano una sorta di impossibilità nella loro realizzazione.

  Pensiamo al carico di frustrazione che si trovano ad affrontare i giovani italiani che dopo avere coltivato progetti ed essersi impegnati in estenuanti corsi universitari e master post-universitari che si ritrovano a non potere lavorare, oggi il dato della disoccupazione in Italia è del 36%, e nel meridione è anche più alto. Paradossale così come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Quale?  
   Sovente ci troviamo confrontarci con messaggi paradossali, che contraddicono quello che apparentemente dicono. Una comunicazione doppia cioè che porta diversi livelli per cui una affermazione formulata ad un livello più superficiale viene contraddetta ad un livello più profondo.
       Si pensi a quei messaggi genitoriali che ad un livello formale dicono “Ti adoro” e con il non verbale e i comportamenti successivi alla frase appena detta esprimono “Non ti sopporto”, o ancora espressioni tipo “Sei un tesoro” e di contro un messaggio implicito che suona come un “Sei un peso”. Modalità ambivalenti che disorientano l’interlocutore e specialmente se si tratta di un bambino. Ma questo può accadere anche in giovane età tra amanti, quando l’uno dichiara appassionatamente il suo amore per l’altro ma di fatto vive questa vicinanza in modo incostante.
       È in questi contesti che matura il comportamento schizofrenico, ove si mantiene una comunicazionedetta ‘doppio legame’.  Il significato di un’affermazione viene smentito con la vita che ne segue. More...

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Il contenimento responsivo per definire il Sé

by Mauro 8. marzo 2012 12:00

      La crescita umana è contemplata come un movimento ritmico ove la persona esce da sé per poi rientrare in se stessa realizzando così una sorta di “esplorazione continuata” che fin dalla prima infanzia immette l’essere umano in un percorso di crescita veicolato dal continuo comunicarsi e riconoscersi per mezzo delle interazioni quotidiane.
       L’incontro con l’altro comporta uno stabilire dei confini, degli spazi e dei tempi di interazione. Anche lo scambio con l’ambiente circostante non avviene secondo un puro adattamento passivo agli stimoli ricevuti, l’interazione tra persona e ambiente vede entrambi attivi in un reciproco scambio e modellamento. More...

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Ingredienti psicodrammatici ed il gioco è fatto

by Mauro 16. gennaio 2012 20:30

    Continua l’approfondimento che il nostro blog dedica allo Psicodramma classico. Facendo riferimento agli insegnamenti di due significativi direttori di psicodramma quali sono Paolo Carriolo e Giovanni Boria, ci soffermeremo sugli “strumenti” necessari per lo svolgimento del lavoro psicodrammatico. Con palcoscenico e balconata, protagonista, io ausiliari e conduttore, il gioco è fatto. More...

L'uso della teatralità per esprimere il malessere

by Mauro 16. gennaio 2012 10:35

              Agli inizi del '900 Jacques Lacan affermava che L’isterico inventa uno scenario fantasmatico al fine di provare a se stesso e al mondo, che non c’è godimento se non nell’insoddisfazione. L’isterico soffre perché si sbaglia di scena.

                                                                               È evidente che il malessere e l’esordio patologico, quando sono escluse cause di natura organica, è contrassegnato da un preciso contesto socio-culturale, e se nel secolo scorso il fenomeno isterico ha suscitato molto interesse ed approfondimento oggi l’attenzione sembra spostarsi verso disagi molto più complessi e tendenti al versante psicotico. Ci sembra comunque importante poterci soffermare sulla sofferenza espressa dalla personalità isterica. More...

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