La voce di uno, il grido di molti

by Mauro 25. marzo 2017 10:31

           Il lavoro imposto dal bisogno riduce in schiavitù, affermava Hannah Arendt. C’è da pensare, oggi, che la persona privata del diritto al lavoro venga, di fatto, esclusa dalla partecipazione alla creazione del nostro mondo, quello in cui vive e di cui è reso mero spettatore. 

Soccombere alla nuova tratta di essere umani può essere mai l’unica proposta possibile?  

 

Ciascuno diventa quel che Ascolta

by Mauro 19. marzo 2017 10:07

         Il sogno collettivo, l’economia di condivisione, pare un ideale ormai tramontato tanto le prospettive socio-politiche odierne, in modo unanime, sembrano spingere verso l’individualismo più grande. Ne è prova il fatto che l’economia è posta al di sopra del pensiero politico e dell’interiorità della persona.

            In tale scenario l’emancipazione viene associata allo svincolo da ogni legame e la fedeltà colta come un qualcosa di negativo da aborrire. L’individuo, spinto ad autodeterminarsi, è sciolto da ogni vincolo e parvenza di limite. È così che nasce la solitudine e la frammentazione dell’io, la consegna della costruzione identitaria all’immagine di turno, quella che più risponde all’opinione pubblica, fino a determinarsi un nuovo credo su cui poggiare la propria esistenza.

Non a caso il termine ebraico ‘mammona’, dalla radice ‘mn, significa “avere fede, fiducia, affidamento’. Ciascuno professa la sua fede, anche se qualcuno pensa di farne a meno. Il punto è discernere in cosa credere?More...

Zero per Settecentomila uguale Zero!

by Mauro 15. marzo 2017 10:29

     L’efferato omicidio di Marcello Cimino consumatosi la scorsa settimana davanti alla mensa San Francesco, a Palermo,  è il sintomo di un malessere profondo che attanaglia la nostra società.

                  Il gesto disperato ed incongruente di un povero, Giuseppe, che ha perso la bussola della sua esistenza, non può essere riepilogato in un mero raptus di follia, piuttosto è il frutto di vite ripetutamente spezzate, narrazioni interrotte, esistenze misconosciute e ridotte a vivere ai margini delle nostre Città. È il prodotto della società dei consumi che riconosce alcun valore a chi non ha disponibilità economiche ed esclude sempre più il povero fino a considerarlo “uno zero”!More...

Ciascuno una Luce

by Mauro 12. marzo 2017 10:13

                 Il cammino quaresimale ci trova oggi, seconda domenica, a fermarci dinanzi al Vangelo della Trasfigurazione. Una liturgia, questa che viene a concludere, le Quarantore, un tempo di sosta ed ascolto che abbiamo condiviso in questi giorni con la Comunità di Danisinni.

Sappiamo bene quanto questa occasione di grazia sia stata ferita dall’efferato eccidio della scorsa notte in cui un uomo che dormiva per strada è stato atrocemente ucciso da un altro povero uomo. Due storie di grande sofferenza, storie interrotte di famiglie disgregate e, poi, il tragico epilogo che ci lascia sgomenti.More...

ma non sapevano che siamo semi!

by Mauro 5. marzo 2017 12:06

   L’attuale dibattito parlamentare in merito all’eutanasia è uno spaccato che ci mostra come la politica odierna manchi di un pensiero, di una visione antropologica da cui muoversi per leggere la realtà. Ci siamo già soffermati, in altri post, su come la tecnica generi nuovi paradigmi culturali che vengono a mutare la percezione che l’essere umano ha di sé nel tempo e nello spazio, e l’approccio a questo argomento ne è espressione.  

Zumare l’obiettivo sul trattamento del “fine vita” di Fabiano Antoniani per disquisire, poi, su leggi generali da applicare al particolare è davvero artificioso perché, a mio avviso, il fatto in sé rimanda in primo luogo ad una riflessione sul valore della vita e della sofferenza all’interno di essa.

Intendo bene che il tessuto culturale contemporaneo cerca in tutti i modi di esorcizzare il tema del dolore così come quello della morte e, di conseguenza, del limite umano. L’individuo è contemplato nella sua capacità produttiva o nel tratto estetico e socialmente affascinante.More...

Giù la maschera!

by Mauro 26. febbraio 2017 09:23

     La paura dell’abbandono, quella dell’essere dimenticati, è una delle emozioni che almeno una volta ha attraversato la storia di ciascuno. Non è facile sostenere l’assenza dell’altro, la mancanza e il sentirsi dimenticati. Ciascuno è fatto per stare in relazione e il sapere sostenere il tempo di solitudine è frutto di un percorso in cui ci si è sentiti riconosciuti e amati gratuitamente.

In questa domenica il profeta Isaia (49, 14-15) ha delle parole dense di significato. Con esse allinea l’aspettativa umana rimandandola all’esperienza con Dio, l’unico da cui si può sperimentare un riconoscimento così grande da potere sanare ogni delusione o ferita.

Sempre più mi rendo conto, durante il mio ascolto quotidiano, di come l’umanità abbisogni di questa scoperta per riconciliarsi con la propria storia perché, altrimenti, un’aspettativa mal riposta non fa altro che acuire ripetute delusioni e melanconie esistenziali.More...

Disobbedienza civile, dipende da quel che si ascolta

by Mauro 19. febbraio 2017 13:48

   La perdita di autorevolezza della parola fa sì che, quotidianamente, ascoltiamo tante disquisizioni costruite su parole vuote di significato. Confronti pretestuosi, gli stessi che generano guerre intestine tra popoli o fratture indelebili tra amici o parenti.  Nella cultura del significato relativo, l’individuo resta sempre più solo, ferito e malinconico, proprio perché isolato dalla parola vacua.

La parola, comprendiamo bene, rende la specie umana capace di attribuire significati, capace di negazione e, con un semplice avverbio, creare distanza dal pensiero altrui. È così che la persona privata di parole viene ridotta a solitudine e, di conseguenza, a debolezza manipolabile. 

Nel mentre che l’uomo cerca ricette magiche affidandosi a fantomatici guru (basta un “centro benessere” per diventarlo) e a pratiche meditative per trovare il nirvana, la Scrittura offre una prospettiva controcorrente, folle per la società dei consumi che vorrebbe abitarci. More...

Nati non per morire ma per incominciare...

by Mauro 8. gennaio 2017 00:36

           È un conflitto non violento quello che ci viene proposto dalla pagina evangelica di questa domenica (Mt 3, 13-17) in cui troviamo Gesù in fila con i peccatori per l’immersione nel Giordano.

        Stare nella condivisione con un popolo che vive le conseguenze dell’ingiustizia sociale è la scelta primaria di Gesù. È così che Lui inizia il suo ministero pubblico, l’aprirsi alla sua missione nel mondo. Lo fa mostrando una opportunità fattiva di rinascita, ossia di ripartenza ma non da soli.

       Tornano in mente le parole di Hannah Arendt, ebrea perseguitata dal regime nazista, che in uno dei suoi scritti affermava: «Gli uomini, anche se devono morire, sono nati non per morire ma per incominciare».More...

Ogni persona è una storia inedita

by Mauro 5. gennaio 2017 20:43

       A compimento del tempo natalizio ci viene presentata la figura dei Magi, uomini che dall’oriente si recano a Betlemme perché guadando il cielo hanno colto un segno. Interessante, dunque, è che il loro mettersi in cammino deriva dallo sguardo rivolto al cielo, dall’apertura al mistero che li sovrasta, e lì scorgono un segno che hanno bisogno di comprendere.

      Loro vanno a Gerusalemme, il luogo del Tempio ove viene approfondita, compresa e trasmessa, la Parola di vita, perché intendono leggere il segno e dargli un significato.More...

Il chinarsi di Dio

by Mauro 1. gennaio 2017 09:45

     Un paio di giorni fa vivevamo nel Parco di Danisinni la Rappresentazione storica della Natività calandoci, attraverso le scenografie semplici e naturali, nel “lì e allora” del Natale del Signore.

    La pirrera, ossia la cava di calcarenite in cui si insedia, oggi, il Parco naturale di Sant’Agnese, ha offerto un teatro naturale riproducendo lo scenario della Betlemme del tempo e ci ha permesso di stare dentro al Racconto, per coglierne sfumature essenziali che hanno destato stupore per la “prossimità” scelta da Dio.More...

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