Non ho mai baciato un'Organizzazione: l'Analisi Transazionale per la gestione della complessità

by Mauro 12. dicembre 2013 18:10

           “Non ho mai baciato un’organizzazione. Strumenti e metodologie utili per lavorare con e nelle organizzazioni” , questo il titolo del Workshop  condotto da Sabine Klingenberg con la quale abbiamo condiviso dieci giorni di lavoro all’Albergheria a Palermo presso la sede della SSPIG.

           Un Workshop per entare, con colleghi psicologi e psicoterapeuti, all'interno del complesso mondo delle Organizzazioni. Forse in pochi sanno che uno degli ambiti di consulenza per chi lavora nel campo psicologico è proprio la supervisione del lavoro all’interno di organizzazioni pubbliche e private ove l’umano si intreccia con gli obiettivi propri della realtà lavorativa. Finanche i successi di produzione sono proporzionati alla qualità di vita e di interazione tra chi vi lavora.
           Il modello analitico transazionale risulta particolarmente favorevole alla gestione delle complessità insite all’interno di una organizzazione. La definizione di un contratto di lavoro (tipico del metodo) riduce la complessità e permette di lavorare seguendo una specifica prospettiva in base ai bisogni, l’analisi delle transazioni permette di osservare i processi ed i giochi in atto, i processi di svalutazione, i livelli di impasse.
           Un aspetto di particolare interesse è la definizione del mondo-ruolo che ciascuno condivide all’interno della organizzazione e che, comunque, è da distinguersi dal nucleo profondo dell’individuo. Ciascuno apre parti di sé al mondo in cui lavora ma non coincide con esso. Quando questo accade troviamo delle storie di vita gravemente disfunzionali a rischio di burnout o di altre patologie.More...

Ricordare a ciascuno la capacità di riconoscersi Amici

by Mauro 7. settembre 2013 15:30

         Pensare che sono proprio le Officine Galileo del gruppo Finmeccanica, azienda italiana a controllo statale, ad avere prodotto per circa vent’anni, fino al 2009, i sistemi di puntamento montati sui carri armati sovietici oggi in uso a Damasco. Una manovra imprenditoriale che ha fruttato ben più di centomilioni di euro negli ultimi dieci anni. Il tutto aggirando la normativa del ’90, legge 185, che proibisce la vendita di armi a Stati “i cui governi sono responsabili di accertate violazioni dei diritti umani”! Del resto è quel che è accaduto anche per la Libia o il Kazakistan o l’Egitto, luoghi ove la violazione dei fondamentali diritti umani è stata garantita da armi prevalentemente prodotte in Italia. More...

Il digitale luogo di socialità

by Mauro 16. marzo 2013 00:02

   Ho una questione irrisolta, una delle tante che mi frullano per la testa, che mi pare contribuisca a bloccare i processi di integrazione e di pacifica convivenza tra noi umani. Osservando più da vicino la gestione politica israeliana e di riflesso quella palestinese, mi rendo conto di come si fraintenda l’adattamento con il cristallizzare (faccio un Muro e definisco confini e luoghi abitabili), l’interazione con il passivizzare (ti riconosco o meno diritti ed in questo modo possiamo interagire pacificamente). La gestione politica cioè viene a perdere il contatto con l'umano, con il diretto destinatario dell'azione politica. A quel punto la politica diventa un qualcosa di astratto, scostante per la popolazione, è quel che è accaduto anche in Italia negli ultimi anni basta pensare a quando i politici affermavano che l'introduzione dell'euro non avesse comportato un rincaro dei prezzi pur mantenendo gli stessi salari. Nel mentre che la gente impattava con le conseguenze del mancato controllo dei prezzi chi stava al governo brindava perchè con la nuova moneta si era usciti dalla vorticosa svalutazione della lira!

       È da riconoscere, seguendo una elementare constatazione socio-antropologica, che ogni persona nell’adattarsi ad un contesto al contempo lo trasforma, non è proprio vero che l’inserimento umano è riducibile a mero adattamento passivo. In Italia così come in Israele la progettazione politica deve partire da un quadro antropologico di riferimento in cui l'umano è da considerarsi in tutte le sue parti senza possibilità di separazione. Ad esempio, come afferma il sociologo francese Edgar Morin, l'economia porta con sè le domande, le passioni, i desideri proprie dell'umano e che pertanto superano i semplici interessi economici.
       Più che parlare in termini esplicitamente politici voglio fare riferimento, per analogia, al mondo digitale, un mondo oggi comune a tutti, almeno ai più More...

Le sorgenti di Aboud

by Mauro 12. marzo 2013 15:20

   Ad Aboud villaggio palestinese  lungo la via che da Nazareth porta a Gerusalemme, ho ritrovato la comunità Scout. Ad un tratto è come se mi fossi ritrovato catapultato con i giovani del Castelvetrano1 a riflettere sulle problematiche del territorio, la sfida che il Vangelo chiede a chi vuol mettersi in gioco. Anche a Betlemme ero rimasto a sorpreso nel vedere, mentre in processione pregavamo lungo il muro, gli Scout che reggevano oltre la Croce anche la bandiera palestinese.
     Percepisco subito che ad Aboud la sfida è davvero grande, seppure il luogo sia un esempio di pacifica convivenza tra arabi cristiani e musulmani, la vita di questa gente è stata sconvolta dall’insediamento israeliano.More...

Gli ulivi della Cresiman Valley a Beit Jala

by Mauro 10. marzo 2013 11:39

   In genere si confonde il mondo arabo con il mondo musulmano ma di fatto la coincidenza non è ovvia. La Comunità cristiana affonda le sue origini anche nel mondo arabo, è lì che sono sorte le prime Comunità che ancor oggi sopravvivono. È questa la storia dei cristiani di Betlemme che oggi condividono insieme ai fratelli musulmani un tempo di particolare prova.
      Senza giri di parola condivido la testimonianza diretta di Giovanni (nome di fantasia), un uomo che vive a Beit Jala, borgata di Betelemme, a cui ci siamo uniti l’uno marzo per la giornata di riflessione e preghiera:
      Io e la mia famiglia apparteniamo alla più antica Comunità cristiana del mondo. Viviamo in Palestina, Terra Santa da secoli. Accanto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle musulmani siamo stati capaci di mettere radici in questa terra e di renderla florida. L’abbiamo amata a lungo ed essa ci ha sempre restituito una vita dignitosa e prospera fino a quando More...

I Bambini di Betania

by Mauro 8. marzo 2013 20:45

   Vi racconto una storia, quella dei bambini di Betania. Si, proprio il villaggio di quella famiglia che accolse Gesù ospitandolo in casa ed accompagnandolo lungo la via. Proprio in riferimento a Lazzaro la città viene chiamata Lazarium o Āzariyyeh. Ma tornando ai bambini, la storia è un po’ diversa, non è di accoglienza che si tratta ma di rifiuto, e con essi anche delle loro famiglie.
      Nella foto accanto come sfondo vedete le pareti di un asilo, si pitturate con dei graffiti giusto per ammortizzare l’impatto proprio perché si tratta del fatidico Muro, sarò ridondante ma torna in continuazione quando condividi la vita qua in Palestina. Torna quando in auto percorri la strada circondato da due pareti altisonanti, torna quando ti affacci al balcone, torna quando cerchi di passare da una città all’altra, torna quando tutto ad un tratto ti accorgi che non puoi raggiungere l’altro lato della città perché è stata tagliata a metà!More...

L'umanità abbisogna di spazi d'Incontro

by Mauro 1. marzo 2013 21:00

   “Uno ad uno, sei blocchi di cemento alti otto metri vengono posati in un largo solco da un’altissima gru. Sono i primi sei blocchi del muro. Da oggi, primo marzo 2004, Betlemme può chiamarsi “ufficialmente” una prigione. More...

Andare al di là del muro

by Mauro 28. febbraio 2013 22:00

  Domani 1 marzo ricorre il triste anniversario del primo blocco di muro di cemento armato innalzato nel 2004 per separare Betlemme da Gerusalemme (vedi http://www.larelazionechecura.it/post/Al-di-la-del-Muro.aspx). Famiglie che si sono viste espropriate di case e terreni perché invase da uno sconfinato muro, una città che ha perso la sua identità territoriale perché amputata di una sua parte, cittadini che hanno assistito impotenti ad una occupazione che ha poco di ragionevole.More...

Pellegrini di giustizia

by Mauro 25. febbraio 2013 22:34

    Oggi pomeriggio ad Hebron i funerali del giovane palestinese, Arafat Jaradat, morto sabato nella prigione di Megiddo. Si, in questa terra si muore “per cause accidentali”More...

Non tutte le guerre interessano!

by Mauro 12. febbraio 2013 23:00

   Il mese di aprile 2011 ha segnato una data importante per la Siria e per comprendere quanto ivi sta accadendo oggi. In quel mese una parte dell’esercito siriano ha deciso di disertare schierandosi a favore delle manifestazioni di protesta democratica contro il regime di Assad.
       Il governo ha reagito con gravi repressioni e massacri nei confronti dei manifestanti, in risposta nel giugno dello stesso anno è nato il Movimento degli ufficiali liberi formato appunto dai militari che avevano preso le distanze dal governo. Un esercito che presto si diffonde in sei delle quattordici provincie della Siria arrivando anche ad avere il controllo di zone vicine a Damasco. Inizia così una strategia offensiva nei confronti dei ceck-point e dei pattugliamenti militari che è durata fino ad oggi.
      Proprio in questi giorni anche diversi ministri siriani si sono schierati dalla parte del movimento di protesta, denunciando il “genocidio” che sta avvenendo nel Paese.
      Da mesi il Vescovo francescano Giuseppe Nazzaro, vicario apostolico ad Aleppo, denuncia la grave situazione siriana. Proprio il territorio dove vive è il teatro dello scontro in una tormentata guerra fraticida. Aleppo oltre ad essere stata ripetutamente bombardata sta subendo anche l’embargo stabilito dall’ONU. Per cui la popolazione locale si trova stremata dagli stenti e, in molti, costretti a dormire in tenda con temperature minime al di sotto dello zero.
      Padre Nazzaro afferma che non si tratta di una guerra politica tra due fazioni, una più democratica e l’altra dittatoriale, piuttosto di una guerra commerciale pianificata dai Grandi della terra che in questo modo si contengono il potere economico.

      I Grandi procurano le armi per la rivolta e dopo che il Paese è letteralmente distrutto, è questo quel che sta rimanendo della bellissima Siria, i Protettori di turno vengono a ricostruire e a vantare la gestione degli interessi commerciali del Paese. Nell’ultimo decennio questa Storia si è ripetuta più volte ed in circostanze diverse!
      Un nuova forma di colonizzazione che ha un prezzo altissimo in termini di vite umane e della possibilità di una futura pacifica convivenza tra concittadini che si sono ferocemente scontrati prima.More...

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