Torniamo a "pianificare dal basso"

by Mauro 16. gennaio 2013 12:30

        “La cultura è l’ottavo sacramento” così si esprimeva don Milani pensando al compito educativo che ha la Scuola e a come la Scuola tradizionale sovente si riduceva ad essere  “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.
        Più volte ho sentito ripetere a Sarina Ingrassia nel centro educativo “Il Quartiere” a Monreale, “nella Scuola non c’è spazio per i nostri ragazzi”. La casa di Sarina da quarant’anni trasformata in luogo di accoglienza per i ragazzi che non avevano, al ritorno da Scuola, un luogo ove mangiare e dove potere studiare e soprattutto trovare rapporti umani, così come la Scuola di Barbiana, viene a denunciare la grave emarginazione sociale a cui si va incontro.
         La profonda azione di denuncia che negli anni ’50 Danilo Dolci portò avanti a Palermo ed in tutta la Provincia, ancora oggi abbisogna di risposte concrete, di uno scendere a contatto con le questioni della gente per trovare non “soluzioni” fittizie ma percorsi da condividere. Vie di partecipazione sociale ove a ciascuno è data la possibilità di contribuire alla crescita personale e comunitaria. Il “Centro  Studi ed Iniziative” a Partinico proponeva appunto una pianificazione dal basso.
         È paradossale vedere come l’emarginazione delle fasce di popolazione più disagiate viene eretta a “sistema” da una politica che già attraverso la sua progettualità interviene sui problemi sociali attraverso proposte formali e non di contenuto. More...

Prossimo è Amare (2)

by Mauro 14. gennaio 2013 23:00

    Francesco di Assisi piangerà perché “l’Amore non è amato” è proprio questa profonda esperienza di comunione che diventa gioire e patire con e per l’altro.

     Nasce una comunione nell’amore che nella Deus Caritas est viene espressa con l’immagine delle nuzialità, l’Alleanza tra Dio e l’uomo: “L'eros di Dio per l'uomo — come abbiamo detto — è insieme totalmente agape. Non soltanto perché viene donato del tutto gratuitamente, senza alcun merito precedente, ma anche perché è amore che perdona. More...

Prossimo è Amare

by Mauro 13. gennaio 2013 21:10

   Ho appena condiviso un incontro con la fraternità francescana di  San Giovanni Gemini, in cui i terziari mi hanno chiesto di leggere la fede cristiana alla luce della Lettera Enciclica Deus Caritas Est.
        Una Lettera che tratta dell’Amore mi sembra quanto di più appropriato per cogliere le fondamenta su cui poggia la fede cristiana. Ma prima di questo approfondimento sono partito da un riferimento che mi pare alquanto prezioso: il messaggio dato da Giovanni Paolo II durante la giornata mondiale per la pace del 2002. Il Messaggio portava il titolo: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”.
        Giovanni Paolo II con questo titolo ha coniugato la pace e la giustizia con il perdono. Il perdono non è un “di più” rispetto alla giustizia, per essere giusti bisogna saper perdonare, senza il perdono non può esservi giustizia piena. Al pari si può dire della pace nel senso dello Shalom ebraico (come commentavamo nel post del 31 dicembre 2012) in cui non viene intesa semplicemente la tregua fra due guerre. More...

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Se non ti immergi non condividi

by Mauro 12. gennaio 2013 18:00

     Sentiamo nei nostri giorni tanti parolai che parlano di solidarietà e di sostegno ai più bisognosi mantenendo integro il loro portafoglio ed i loro corposi stipendi, come a dire che la solidarietà è questione di vicinanza e non tanto di condivisione.
      La pagina evangelica di Lc 3, 15 ss. che oggi, Domenica del Battesimo del Signore, la Comunità prende in considerazione rimanda a questa scelta fondante la missione di Gesù. Il Maestro si immerge per poi risalire a galla portando con sé tutti gli altri. Un gesto eloquente che è già mostrato dal suo “mettersi in fila” nell’attendere il battesimo di Giovanni senza optare per vie preferenziali. Sceglie la condivisione già nell’attendere insieme agli altri.
     Interessante notare che il ministero pubblico, il modo in cui Lui racconta il volto del Padre, è preceduto dall’incontro con Giovanni Battista. Sembra che Giovanni rappresenti il modo per accogliere Gesù nella propria vita, indica il COME e non solo a parole.  Lo mostra in primo luogo vivendo un MODO specifico.
      La scelta dei luoghi, della propria abitazione è un primo indizio nel mostrare come ABITIAMO il mondo e, di conseguenza, quale MISSIONE caratterizza la nostra vita.
      Giovanni dimora nel deserto e lungo le rive del Giordano annunzia e battezza. C’è una duplice connotazione geografica: il deserto luogo dell’esodo ove il popolo si trova in cammino percorrendo una via nuova ed il Giordano che indica l’ingresso nella terra promessa, il luogo dell’incontro, la novità di vita.
      Giovanni mostra come per potere vivere l’Incontro con Dio è necessario attraversare il deserto. Luogo di silenzio e di ascolto, di Dio. Lì non trovi una via già pronta, devi ricercare, cercare una via che in precedenza non c’era. Inoltre bisogna passare attraverso il battesimo, significa immersione fino alla morte. Non è una morte totale, c’è l’emersione che è vita, significa allora morire ad una parte di sé per dare spazio,vita, all’altra. La parte che viene meno è quella segnata dall’egocentrismo, quella che trova vita è quella che mette al centro Dio. Questo passaggio è possibile quando l’essere umano sperimenta tutta la propria fragilità e smette di affidarsi alla sua proprie forze e pretese ed inizia a fidarsi di Dio. La fede permette l’emersione e, quindi, la vita nuova.
     Tale movimento è espresso da Giovanni attraverso un monito: “convertitevi e credete al Vangelo” è l’adesione a questa proposta a portare molti, sono additati come “peccatori” e non sono gli uomini “perbene” del tempo, ad immergersi.
      Gesù apre una nuova strada, la via della consolazione, Lui sana le ferite perché il suo amore diventa farsi debole, non apparire quale guaritore onnipotente, ma come guaritore ferito che sente, cioè, il dolore e la fatica altrui.More...

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Sicilia, un Volto da scoprire

by Mauro 9. gennaio 2013 18:00

         

 "La lotta alla mafia… non deve essere soltanto

una distaccata opera di repressione,

      ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolga tutti,

      che tutti abitui a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale,

      della indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità"

 

Paolo Emanuele Borsellino

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E' ora di rispondere

by Mauro 8. gennaio 2013 22:00

      Sono trascorsi vent’anni dall’efferato omicidio di Beppe Alfano a Barcellona Pozzo di Gotto.

       Il cronista de “La Sicilia” ucciso perché scriveva, scriveva raccontando i fatti che attraversavano la sua città mentre in tanti facevan finta di niente. Scrive Sonia, la figlia, nel suo libro “La zona d’ombra” di come l’omicidio fosse già stato annunziato, un’offerta in denaro per non scrivere più sull’Aias altrimenti … 

       Il resto è cronaca dei rotocalchi, lui chiaramente non ha accettato di vendersi, tacere avrebbe comportato, comunque, il morire. L’associazione di assistenza ai disabili di Milazzo era stata oggetto di diversi articoli firmati da Beppe, insieme ad altre denunce riferiti agli illeciti di Cosa nostra, nel mentre che proprio a Barcellona il latitante Nitto Santapaola aveva il suo rifugio. Il mandante, il boss Giuseppe Gulotti, faceva parte di un circolo culturale ove v’erano anche personaggi di spicco della politica e dell’imprenditoria locale. More...

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Volgere lo sguardo in alto: il cammino della vita

by Mauro 6. gennaio 2013 10:25

    Oggi festa dell’Epifania viene meditata una pagina del Vangelo di Matteo (2,1-12) che descrive la ricerca dei Magi per trovare Gesù. Uomini che non appartengono al popolo di Israele che già crede in Dio, sono invece uomini abituati a guardare il cielo e quindi capaci di ricerca spirituale, non affrontano la vita chini su se stessi come se tutte le risposte dovessero scaturire dalle opere della terra.

     Così è di chi cerca risposta alla propria vita attraverso l’accumulo di ricchezze, apparenze da dimostrare, avidità di successo e di potere. Qua si tratta dell’uomo capace di guardare al cielo e non significa soltanto di elevare lo sguardo al cielo per comprenderlo nella sua intelligibilità, come a dire più conosco e più divento capace di camminare, piuttosto è l’uomo che conosce, comprende attraverso la sua riflessione ed al contempo rimane aperto ai segni.More...

2013 Tempo nuovo

by Mauro 1. gennaio 2013 22:30

      Penso al 2013 come ad un anno decisivo per affrontare l’emergenza sociale del nostro Paese. Un giorno Martin Luther King ebbe a dire che La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità e di convenienza, bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide.
       Il punto è COME affrontare quanto mette in crisi la nostra vita, ciò che è più caro a partire dalla propria dignità di esseri umani.

       Una certa corrente socio-politica ha preteso affrontare la questione sociale proponendo una “cultura” dell’apparenza fondata sul potere economico, oggi a mio avviso è tempo di una inversione di tendenza. Restituire verità alla vita significa ripartire dal proprio limite, dal riconoscere la fragilità dell’esistenza umana e da questa avviare processi di condivisione e di comunione.
        È tempo che venga meno l’azione politica di chi rimane spettatore della vita pur consapevole che il frutto dei propri discorsi ricade sulle spalle altrui e, certo, non sulle proprie tasche.

        È tempo di sporcarsi le mani e, tornare, a perderci qualcosa per amore altrui. È tempo di cambiamento e, così come di tutte le cose, ogni cambiamento ha un prezzo.More...

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Incontri culturali

Di quale Pace ci sentiamo custodi?

by Mauro 31. dicembre 2012 23:00

Cosa intendiamo con Pace? Questa parola nel mondo greco traduceva la pace quale assenza di guerra, cioè il tempo di tregua tra due guerre. Una questione di potere quindi, il luogo di sconfitta di qualcuno e di prevaricazione di qualcun altro!
       Quella per la quale oggi il cristianesimo prega e si impegna fattivamente è una pace ben diversa. Nell’ebraismo il termine shalom deriva dalla radice shin-lamed-mem (ש.ל.ם) e letteralmente significa: sicurezza, salute e prosperità, ben-essere.
       “La pace oggi si declina inesorabilmente con la giustizia e con la salvaguardia del creato”. Così commentava qualche anno fa un umile profeta quale fu don Tonino Bello.
          Il primo giorno dell’anno, in cui si celebra la Giornata Mondiale per la Pace insieme alla Solennità della Madre di Dio per i cristiani, siamo tutti chiamati a sostare per comprendere il verso che stiamo dando al nostro cammino e come stiamo contribuendo a creare “futuro” per quanti ci succederanno.
          Il primo giorno dell’anno è denso di significato, contrariamente a quanto ci mostra il consueto 'sballo' notturno che pare più un modo per uscire dalla realtà e anestetizzare, in una notte, il carico dei propri giorni. 

          Partiamo dal senso liturgico che proprio oggi, primo giorno dell’anno, ci viene presentato. Il bambino fasciato e deposto nella mangiatoia descritto nella pagina del Vangelo di Luca (2, 16-21) è il segno preannunciato ai pastori. Dio si rivela lì, in quel segno così eloquente: Maria partorisce e consegna in quella mangiatoia il bambino Gesù perché per loro non c’era posto. I pastori che vanno a verificare il segno ecco che rimangono meravigliati.
         Sono uomini che si sono fidati di una parola non fondata sul potere, su ciò che è eclatante, bensì fondata sulla debolezza. Non sono stati persuasi da una promessa di chissà quale segno ma proprio dal racconto di un segno così umile ove si sarebbe rivelato il Salvatore. In fondo così è la stessa Parola di Dio, essa come un seme, se accolta, può crescere e pian piano senza fare violenza divenire straordinariamente grande nella vita di una persona, tanto da determinarne la direzione. More...

L'Ascolto scaturisce dalla ferialità

by Mauro 29. dicembre 2012 14:08

     E' un Dio feriale quello che ci viene presentato in questa Domenica, la prima dopo Natale, in cui la Comunità ecclesiale celebra la festa della Sacra Famiglia.

      È significativo che dopo il mistero dell’incarnazione la liturgia ponga innanzi questa festa come a mostrare quanto concreta e quotidiana è stata la vicenda di Cristo, giusto per sfatare ogni possibile spiritualismo che vorrebbe fare della fede cristiana una esperienza sganciata dalla storia umana.
      Il paradosso cristiano è proprio l’opposto: Dio si fa uomo per farci stare appieno nella nostra umanità e cercare in questa esperienza la dimensione della profondità, la sua presenza.
      Essere veramente uomini e donne nel nostro tempo è la prima connotazione che desumo da questa festa. Ci viene presentata una famiglia, quella di Nazareth, in una scena di ordinaria interazione:More...

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