La politica è la forma più alta della carità

by Mauro 22. ottobre 2017 09:00

    Se Paolo VI poteva affermare che “la politica è la forma più alta della carità”, allora dobbiamo tenere conto di quanto il mondo cristiano sia responsabile dello scenario della nostre società. Impegno e responsabilità sono questioni che interpellano la vita di fede in quanto chiamata a farsi “prossimi” e “servi” di coloro che sono ultimi, scarto, in questo mondo.

Non è comprensibile una visione schizofrenica del cristianesimo che trovi il cristiano disinteressato alla cosa pubblica in quanto corrotta o ingiusta. È, al contrario, consegnata dal Maestro la chiamata ad essere lievito, luce e sale per questo mondo. Mischiarsi per procurare nuova forma sociale (nuovo ordine delle cose), consumarsi per procurare visione delle cose, spargersi per dare sapore e gusto!More...

Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /5

by Mauro 26. giugno 2015 11:48

    Riprendiamo la rassegna volta ad approfondire la linea di confine e l’integrazione tra accompagnamento spirituale e percorso psicoterapico. Concludevamo l’ultimo post cogliendo che in ambedue i percorsi la relazione, quella con la maiuscola, fa da ponte su cui fare scorrere il dono della parola e la reciproca accoglienza. Relazione che crea le condizioni favorevoli per il cambiamento o, meglio, per il naturale fluire della vita.More...

Il silenzio che diviene Parola

by Mauro 14. giugno 2015 08:32

    I bambini ci chiedo di leggere e rileggere più volte le favole della vita, storie conosciute e sempre nuove, proprio perché l'essere umano porta in sè la capacità di far proprie le storie e ridirle attraverso la propria vita sempre creativa ed originale. L’universo cristiano, in particolare, ci rimanda ad un diverso modo di usare la parola, una prospettiva secondo cui attraverso la Parola, accolta e donata, la vita diviene feconda.

          Di fronte ad un mondo che pare avere mercificato la parola piegando i significati agli interessi di turno (si pensi alla politica o al mondo del marketing), l’uomo contemporaneo pare non trovare più le parole che lo portino all’interiorità, alla confidenza con il suo sentire profondo. È così che spesso in terapia assistiamo alla difficoltà a raccontarsi ad esprimere il vissuto profondo. A riguardo un testo importante per lo psicoterapeuta rimane il corpo, ciò che sembrerebbe incomunicabile a mezzo della parola appare ascritto nel linguaggio del corpo, così come nelle somatizzazioni della persona.More...

La memoria è apparteneneza ed apertura all'unicità

by Mauro 2. febbraio 2014 20:30

          La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.

             Così si esprimeva Paolo Borsellino negli ultimi anni vissuti nella nostra Palermo, terra che attende una nuova primavera.

           La memoria dei giorni ci permette di sentire l'appartenenza alla storia umana, cosicchè ciascuno sente di essere parte di chi lo ha preceduto e, al contempo, chiamato a fare la sua parte, unica e mai sostituibile.

Il Natale e la periferia: Presepe vivente nel cuore rurale di Palermo

by Mauro 20. dicembre 2013 16:49

               Il rione Danisinni in queste ore si trova impegnato nell’allestire l’imponente scenografia del Presepe vivente che troverà vita nel cuore “rurale” della Città di Palermo.
           Domenica 22 dicembre dalle ore 17.00 in poi piazza Danisinni accoglierà un appuntamento “solidale”, così come commentano gli organizzatori, che si perpetua da diversi anni. More...

Prevenzione o connivenza? This is the question

by Mauro 13. dicembre 2013 12:00

       La questione sul gioco d’azzardo pone dinanzi ad un chiarimento di fondo:  o è una minaccia sociale e pertanto va fatta una chiara azione preventiva, oppure è da considerarsi come uno dei tanti fenomeni di business del nostro tempo e che pertanto non merita eccessiva attenzione, per di più è bene sdrammatizzare e attenuare il dibattito!
         Questa chiarificazione è da chiedersi allo Stato. La Comunità scientifica invece ha già assunto, in modo quasi univoco, il carattere di rischio volto alla patologia insito proprio nel gioco d’azzardo. Il DSM – 5 ha inserito il gioco d’azzardo patologico all’interno della categoria diagnostica: Disturbi da uso di sostanze. È questa una grande conquista (appresso un post sull’evoluzione diagnostica del GAP nel DSM) anche se già nel 1945, Fenichel  profeticamente considerava il gioco come una “tossicomania senza droga”.
          Dando per buono che lo Stato,malgrado il conflitto di interessi (non torno sulla questione economica già ampiamente trattata in più post), decida di effettuare un intervento preventivo. Da dove questo dovrebbe partire?
          Un aspetto di particolare rilievo ritengo che sia l’educazione al desiderio, cioè l’educazione alla soddisfazione del desiderio. L’impulso al gioco che man mano si trasforma in condotta compulsiva, infatti, è dettato da una ricerca di gratificazione che il giocatore ottiene dall’eccitazione della giocata, più che dalla vittoria in sè.More...

Da lotta continua a Lotto continuo: la perdita è garantita

by Mauro 26. novembre 2013 23:40

        Un’atmosfera di particolare riflessione ci ha visti coinvolti sabato scorso al teatro Selinus di Castelvetrano durante il Workshop Vite in gioco. Ci siamo presi un tempo di ascolto per guardare stili educativi, giochi di potere, indottrinamenti delle nuove generazioni che in modo subdolo e seducente cercano di indurre bisogni e di ridurre l’individuo a pedina del Sistema di mercato.
         Dare il primato all’economia equivale a svilire la dignità umana e a fomentare dinamiche di violenza, come la violenza intradomestica, il gioco d’azzardo, la prostituzione minorile. La ricerca di potere sull’altro e sulla storia, l’elusione del limite proprio del vivere umano e della interazione con persone o cose, sono proposte che si annidano negli slogan pubblicitari così come nelle mode di consumo.
          Un aspetto di ulteriore rilievo è la passivizzazione della persona che viene a deresponsabilizzarsi fuggendo in una realtà parallela. Una massima trovata da Francesco Lucido, uno dei relatori, è stata quella di constatare l’epocale passaggio da “Lotta continua” a “Lotto continuo”. Il venir meno dell’impegno politico e della responsabilità sociale quale questione che ci appartiene,ossia  sogno da tradurre in realtà, ed il passaggio alla cultura fatalista, la vita affidata al caso o alla illusione magica di potere controllare una vincita.
          Eppure è di perdita di controllo che si tratta sebbene la manipolazione elevata a sistema vorrebbe affermare il contrario. Un tipico esempio è la MadBid,More...

Vite in gioco

by Mauro 20. novembre 2013 00:30

      VITE IN GIOCO questo è il titolo che abbiamo dato al Workshop che terremo sabato prossimo al teatro Selinus di Castelvetrano per avviare una riflessione partecipata sulle nuove dipendenze e sulla violenza intra-domestica.

     Fenomeni che minacciano la vita familiare e che troppo spesso restano in sordina, sottovalutati anche dalle famiglie che vi si trovano coinvolte.
     Pensiamo ad esempio alla dipendenza cyber-relazionale, a quei rapporti virtuali che vengono a sostituire quelli propri della interazione concreta in cui tutti i canali sensoriali si attivano per riconoscere l’altro.
     A tal proposito un interrogativo a cui cercheremo di dare risposta: continuità o rottura tra i due mondi?  Ma si tratta davvero di un gioco?

Si puo parlare di valenza educativa del gioco responsabile?

by Mauro 23. settembre 2013 18:30

           Quando ero bambino il termine “gioco” o “compagni di gioco” aveva un significato univoco e colorava di vivacità ed entusiasmo la nostra vita. Oggi mi sorprendo a cogliere significati molteplici e, a volte, ambivalenti. È per ciò, per difendere il senso del giocare di un tempo, che voglio condividere una breve riflessione sul comma 5 bis del Decreto legge n. 158 del 2012 convertito poco dopo nella Legge 189. Un intervento legislativo volto a produrre Disposizioni urgenti al fine di promuovere lo sviluppo del Paese attraverso un maggiore livello di tutela della Salute.
          Condivido appieno la finalità legislativa volta a colmare una grave lacuna che lasciava ingovernata la diffusione del gioco d’azzardo legale, ma il comma 5 bis sembra davvero paradossale. Prescrive, infatti, che il Ministero dell'istruzione segnali alle scuole primarie e secondarie la valenza educativa del tema del gioco responsabile affinché gli istituti, nell'ambito della propria autonomia, possano predisporre iniziative didattiche volte a rappresentare agli studenti il senso autentico del gioco ed i potenziali rischi connessi all'abuso o all'errata percezione del medesimo.
           Così come è ascritto il comma in questione lascia adito ad interpretazioni piuttosto “azzardate”, mai termine è stato più indicato, funzionali a promuovere il gioco piuttosto che a contenerlo. Mi sembra davvero ambivalente parlare di una “valenza educativa del gioco responsabile” e di iniziative didattiche “volte a rappresentare agli studenti il senso autentico del gioco”! More...

Da passatempo a dipendenza: il gioco vale la candela

by Mauro 23. settembre 2013 00:10

           I giocatori d’azzardo nel passato disponevano di una somma da destinare alla candela o all’olio per il lume che avrebbe illuminato la notte di gioco. Alla vittoria potevano ribadire che “il gioco vale la candela” in quanto l’esigua somma investita per avere luci era stata ben ricompensata.
          Sembra che oggi il Ministero della salute stenti a destinare dei fondi considerevoli per fronteggiare il grave fenomeno della dipendenza da gioco.
           Con il decreto n 158 del 2012 il Ministro Balduzzi si è timidamente affacciato sulla problematica pianificando i primi interventi. Il Gioco d'Azzardo Patologico GAP è stato inserito nei livelli essenziali di assistenza LEA anche se non è stata individuata una fonte ove attingere i fondi per l’assistenza, sebbene si potrebbe stabilire di stanziare per questo scopo una percentuale del profit (proventi dai gratta e vinci ecc’…) che causa lo stesso problema.
           Il GAP viene contemplato nel DSM IV quale “comportamento persistente, ricorrente e mal adattivo tale da compromettere le attività personali, familiari lavorative”. Il giocatore più che per il guadagno reso dalla vincita gioca per il piacere che gli deriva dal giocare. Si comprende allora come i LEA risultino ben poca cosa rispetto alla portata del fenomeno e, secondo criteri di realtà, bisogna sollecitare una riflessione più profonda ed una progettualità di natura preventiva oltre che curativa.
            Paradossale rimane il fatto che lo Stato entra in un conflitto di interesse mostrato da un duplice messaggio: una campagna che è volta a promuovere il gioco e, in seconda battuta, un piano preventivo in cui si invita al “gioco responsabile”. More...

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