Pedagogia del desiderio/2

by Mauro 16. settembre 2013 14:40

         Il nostro tempo viene definito come età della tecnica e ad essa è stata delegato il compito di procurare agio all’umano vivere acquistando una sorta di capacità miracolosa capace di dare soluzione al problema dell’uomo.
        Eppure la tecnica non è in grado di rispondere alle domande esistenziali del genere umano, la stessa comodità procurata dalla tecnica sovente non equivale a benessere o a disponibilità di maggiore tempo per stare nelle cose della vita e neppure corrisponde unicamente  a piacevolezza. La tecnica tutt’al più  viene ad anestetizzare il sentire, i desideri il cui contatto, altrimenti, veniva mantenuto attraverso lo sforzo e l’industriarsi per arrivare alle mete.
        La questione del desiderio permane aperta a prescindere dallo status sociale di appartenenza, nei ceti più agiati i confort  vengono a saturare la vita e a riempire le case fino ad inibire la creatività e la spinta alla ricerca propria dell’individuo, nelle condizioni di estrema precarietà invece la lotta per la sopravvivenza può portare a costruire modalità difensive tali da perdere il contatto con i desideri e la conseguente elaborazione di un personale progetto di vita. In entrambi i casi i modelli sociali che siano vip, veline  o boss della criminalità, sono una proposta di successo che affascina fino ad essere assunti passivamente, senza desiderio.
      Qualcuno potrebbe obiettare che anche i modelli sociali possono essere oggetto di desiderio, ritengo che ciò sia vero nella misura in cui la ricerca della meta (modello) esprima l’ascolto profondo della persona e la tensione verso di essa non sia frutto di mera induzione politico-sociale. Se così fosse anche l’induzione al gioco d’azzardo o ogni forma di dipendenza potrebbe essere annoverata quale frutto di desiderio!More...

Ricordare a ciascuno la capacità di riconoscersi Amici

by Mauro 7. settembre 2013 15:30

         Pensare che sono proprio le Officine Galileo del gruppo Finmeccanica, azienda italiana a controllo statale, ad avere prodotto per circa vent’anni, fino al 2009, i sistemi di puntamento montati sui carri armati sovietici oggi in uso a Damasco. Una manovra imprenditoriale che ha fruttato ben più di centomilioni di euro negli ultimi dieci anni. Il tutto aggirando la normativa del ’90, legge 185, che proibisce la vendita di armi a Stati “i cui governi sono responsabili di accertate violazioni dei diritti umani”! Del resto è quel che è accaduto anche per la Libia o il Kazakistan o l’Egitto, luoghi ove la violazione dei fondamentali diritti umani è stata garantita da armi prevalentemente prodotte in Italia. More...

Apparenza o bellezza? La ricerca di sè e dell'altro. Laboratorio per adolescenti 1

by Mauro 15. luglio 2013 14:50

   Concludevo il precedente post denunciando la grave pressione a cui sono sottoposti bambini e ragazzi attraverso il mezzo televisivo. L’esperienza di un Laboratorio viene a stimolare competenze e a fornire strumenti per decodificare i messaggi che quotidianamente vengono propinati a grandi e piccini, senza che alcuno ne rimanga estraneo. La fatica di rimanere consapevoli e capaci di analisi critica appartiene anche al mondo adulto il quale viene “agganciato” attraverso il canale della sessualità o del potere.
         Ieri abbiamo cominciato un nuovo Laboratorio residenziale rivolto ad adolescenti delle Scuole superiori e colgo come la sfida educativa rimane complessa sebbene con articolazioni differenti considerata la nuova fase evolutiva in cui si consolida una maggiore indipendenza dalla famiglia d’origine, ricerca di autonomia in cui il gruppo dei pari diventa il sostegno ed il luogo di apprendimento imprescindibile. E proprio ai giovanissimi in quanto gruppo la pubblicità si rivolge spingendo ad introiettare mode la cui sequela è necessaria per sentirsi inclusi nella cerchia, accettati in quanto tosti.
       Siamo consapevoli che il creare attrattiva è uno degli obiettivi principali del mercato dei consumi. Attrarre per vendere è regola per il mercato libero, certamente questo è espressione di liberalità democratica,  mi chiedo, però, quale codice etico si dia il mercato dei consumi. More...

Il Cercatore degli ultimi

by Mauro 7. giugno 2013 16:30

    Oggi la Comunità cristiana celebra la Festa del Cuore di Gesù ed è la Parola di Dio, come di consueto, a permettere di comprendere maggiormente il significato di questa Festa. Il Vangelo (Lc 15, 3-7) rimanda un messaggio immediato: Dio, bel Pastore, si prende cura degli “ultimi”. Ultimo è chi è perduto, chi non trova la strada, chi si sperimenta fragile e debole, incapace di camminare da solo. Così è di quella pecora perduta che viene ricercata dal Pastore, Dio è un cercatore, il suo sguardo è volto a cercare il suo gregge, i suoi figli.
        Il Vangelo non è per i “giusti”, loro infatti non ascoltano. Il giusto è colui che è pieno, noi cristiani dovremmo comprendere da che parte stiamo: sappiamo e ci crediamo attivati? Oppure siamo ricercatori, in ascolto della voce del Pastore? La parabola è rivolta a quanti sono peccatori e pubblicani, sono loro che si avvicinano a Gesù, persone fragili che sperimentano la propria difficoltà a camminare da soli o, ancora, a quanti si sono legati ai  guadagni facili e spesso disonesti. Entrambi però sperimentano che il loro cammino non si regge, o perché soli o perché poggiati sugli averi.
        Gesù mangia con loro, entra in intimità con i peccatori, condivide con loro la sua vita ed è per questo che si rivolge a loro, perché sa che stanno ad ascoltarlo.
         Il cuore di Dio è mostrato da questo uscire nella notte per cercare l’unica pecora perduta. Per Lui ciascuno è unico, non ci tratta come folla, non si sazia dei “tanti”, non si ferma alle apparenze, non cerca plausi, piuttosto vuole vedere il volto di ciascuno. Il cuore di Dio, il desiderio di Dio è questo incontro con la creatura, con ogni essere umano.More...

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Identità tra Appartenenza e Creatività

by Mauro 20. aprile 2013 22:00

     Tutti sperimentiamo insieme al bisogno di unicità, che ci fa essere esseri speciali e differenti, il bisogno di appartenenza, cioè di appartenere per non restare soli, senza relazione, privi di comunicazione, privi della presenza dell’altro. Questo atteggiamento ci espone all’altro dandogli il potere di influenzare la nostra vita, ciò sovente comporta sofferenza a motivo della perdita o del tradimento della persona che non è più presente. Taluni decidono, in questi casi, di chiudersi e di “non appartenere”, ripiegarsi su se stessi proprio perché l’assenza ricorda la ferita e fa venir meno la fiducia nell’altro.
         Proprio l’altro giorno durante un laboratorio progettuale volto a ripensare l’identità della nostra Città a fronte della proposta che facevo di inserire anche l’ “appartenenza” quale parola per declinare l’identità sociale alcuni colleghi  hanno replicato dicendo che oggi è impensabile parlare di “appartenenza” in una società in cui si difende il pluralismo e ancor di più nel nostro contesto ove “l’appartenere” viene associato all’affiliazione malavitosa.
        Queste considerazioni mi fanno riflettere, comprendo bene che l’orizzonte socio-culturale in cui viviamo sta attraversando una profonda trasformazione e mi chiedo se, pur tenendo conto del nostro “oggi”, noi umani possiamo vivere senza appartenenza!More...

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Le sorgenti di Aboud

by Mauro 12. marzo 2013 15:20

   Ad Aboud villaggio palestinese  lungo la via che da Nazareth porta a Gerusalemme, ho ritrovato la comunità Scout. Ad un tratto è come se mi fossi ritrovato catapultato con i giovani del Castelvetrano1 a riflettere sulle problematiche del territorio, la sfida che il Vangelo chiede a chi vuol mettersi in gioco. Anche a Betlemme ero rimasto a sorpreso nel vedere, mentre in processione pregavamo lungo il muro, gli Scout che reggevano oltre la Croce anche la bandiera palestinese.
     Percepisco subito che ad Aboud la sfida è davvero grande, seppure il luogo sia un esempio di pacifica convivenza tra arabi cristiani e musulmani, la vita di questa gente è stata sconvolta dall’insediamento israeliano.More...

Quante volte si sarà domandato che senso ha rimanere...

by Mauro 6. marzo 2013 20:01

    Ho ritrovato un collega dell’Università di Psicologia, di lui avevo perso le tracce, pensavo che dopo il dottorato avesse continuato ad insegnare lì a Roma ed invece, pur avendo ottenuto la cittadinanza italiana e avere sposato una donna italiana, lui ha preferito tornare qua, nella sua terra natia ove oggi insegna all’università di Betlemme.More...

Ma la Sapienza da dove si trae?

by Mauro 26. febbraio 2013 18:00

      Giobbe al capitolo 28 parla di luoghi impervi con montagne di selce, rocce di formazione calcarea marina, che nel loro profondo, ove non arriva luce, celano giacimenti di rame o altri metalli. Luoghi ove pochi uomini arrivano e lì, in un contesto al limite della sopravvivenza, scandagliano il fondo dei fiumi e scavano gallerie. Ebbene l’essere umano può anche arrivare a conoscere e scrutare questi luoghi, come a credere di superare ogni limite, ma Giobbe pone l’eloquente interrogativo: Ma la sapienza da dove si trae?
          Tornando dal deserto del Negev mi risuona in modo del tutto nuovo questa pagina More...

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Pellegrini di giustizia

by Mauro 25. febbraio 2013 22:34

    Oggi pomeriggio ad Hebron i funerali del giovane palestinese, Arafat Jaradat, morto sabato nella prigione di Megiddo. Si, in questa terra si muore “per cause accidentali”More...

II Silenzio che parla

by Mauro 15. febbraio 2013 15:10

    Inizia il tempo quaresimale, momento in cui la Comunità cristiana si prefigge di entrare maggiormente nel mistero d’amore di Dio per l’umanità. Una riflessione che impone di entrare in profondità nella propria storia personale e nella realtà che ci circonda, per riscoprire il senso di tutte le cose.
         Mi è dato quest’anno di fare quest’esperienza in un luogo, la terra palestinese, segnato dal profondo travaglio umano pur mantenendo un fascino del tutto unico. È da qui che voglio partire per entrare nella Quaresima.
        Attraversando da una via all’altra la Gerusalemme antica, pare di passare per mondi totalmente differenti, in effetti questo luogo è un crocevia di culture, fedi, modi di intendere ed affrontare la vita. Eppure tutto questo riesce a convivere, a trovare un suo equilibrio certo non scevro di contraddizioni.More...

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