Dalle domande dipende la direzione della vita

by Mauro 28. giugno 2014 23:12

           Abbiamo bisogno di porre domande corrette alla nostra vita, questo attiva una ricerca, dentro e fuori noi stessi. Si pensi alla grande responsabilità che ha ogni educatore nel porre domande di senso. E' la differenza tra l'interrogazione di un insegnante che mira a trasmettere contenuti per avere risultati e un maestro che, chiedendo, favorisce l'attivazione di processi di ricerca e di passione per la vita. Una domanda attraversa la pagina del Vangelo che viene proposto alla Comunità in questa domenica. Gesù pone un interrogativo su quello che la gente dice su di lui. A Gesù certo non interessa sapere cosa si dice in giro, in realtà la prima domanda prepara la seconda: “Ma voi chi dite che io sia?”.
       È interessante questo interrogativo perché indica in cosa consiste la fede cristiana: è relazione personale con Dio. Nel cristianesimo l’esperienza di fede è frutto di un rapporto intimo che ciascuno può avere con Dio. Il fondamento è la relazione con l’unico Signore, l’osare della fede è credere che Dio vuole avere una relazione con ciascuno: la risposta è personale!
        È una proposta sconvolgente per l’uomo di quel tempo così come per il contemporaneo troppo abituato a credere di dovere “pagare” la propria importanza. Nella nostra società ciascuno gioca a darsi un valore o darlo agli altri in base al tornaconto di turno. È così che le donne imparano a sentirsi importanti a seconda della bellezza esteriore e gli uomini in base al prestigio sociale ed economico raggiunto. Un gioco che frequentemente diventa competizione, un gareggiare per mostrare che si è più importanti e meritevoli rispetto ad un altro. L’essere umano finisce col darsi un prezzo e, di conseguenza, col darlo a Dio: mi ama se io dimostro che…!More...

Conversazioni notturne: MdS e la chiamata alla vita

by Mauro 10. giugno 2014 23:59

    Quando il web diventa una piazza di fraternità. È così che i Missionari di Strada, nel decennale del loro cammino dall’Albania alla Sicilia, hanno iniziato le loro Conversazioni notturne via Skype. Nella festa dell’Odigitria, Lei detta indicatrice del cammino, la Fraternità itinerante ha avviato l’incontro web per riflettere e condividere sul senso delle cose.
        La prima Conversazione, appena conclusa, è partita dalla chiamata di Mosè, uomo che nella sua quotidianità si è lasciato interpellare da Dio. Ha però dovuto percorrere un cammino di spoliazione per passare dal vedere, pensare e volere secondo l’uomo esteriore all’atteggiamento del cuore, quello che permette di vedere anche nel buio, abbandonare la ricerca di sicurezze e garanzie di  vita, fino a desiderare ciò che davvero nutre il viaggio dell’umana esistenza.

        La quotidianità, come starci, ha ribadito p. Giuseppe in collegamento dall’Albania rimane la grande sfida per l’uomo contemporaneo, continuamente stimolato a consegnarsi alle apparenze e alla logica dell’immediato. More...

Il potere dell’uomo ed il ricordo di Dio: tra combattimento e volontà/2

by Mauro 31. maggio 2014 06:00

       L’individualismo che regge l’attivismo frenetico della nostre vite si oppone alla logica evangelica, quando scegli di stare in comunione sei più lento perché aspetti gli altri. Chi corre resta solo anche se ha la parvenza di essere “il migliore”.More...

Il potere dell’uomo ed il ricordo di Dio: tra combattimento e volontà/1

by Mauro 30. maggio 2014 06:00

      L’esperienza religiosa fa passare dall’atteggiamento di paura verso l’ingovernabile a quello di meraviglia e stupore che nasce nella persona che si apre alla relazione con il Creatore e, di conseguenza, con il Creato. Ora non mi soffermo sulle premesse, seppure sarebbe necessario, vado direttamente ad affrontare due aspetti della esperienza religiosa che ritengo di prioritaria attualità: la questione del combattimento spirituale e quella della volontà.
      Il combattimento presuppone una consapevolezza, un ascolto di sé. Quando non c’è combattimento spirituale, l’individuo è assuefatto, vive cioè in una sorta di torpore spirituale. Si rifugia nell’ “impegno” o “rumore” permanente al fine di non sentire. Davvero smisurate dosi di ansiolitici vengono somministrate all’uomo contemporaneo, recentemente perfino ai bambini! Ma non si usa solo il farmaco per “non sentire”, ci sono altre strategie come immergersi davanti alla tv, nel lavoro anche durante le vacanze, l’alcool, il fumo o altre droghe, lo sballo di turno che cerca di anestetizzare il logorio quotidiano.
      È paradossale che dal fine settimana o dalle ferie si ritorni stanchi! Forse perché non si riesce a sostenere l’ascolto nella quiete, magari mancano le competenze necessarie. More...

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Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /4

by Mauro 28. maggio 2014 10:00

     Un ultimo passaggio all’interno di questo excursus: la qualità della parola è essenziale in ambedue gli approcci.
    Il terapeuta che usa molte parole per spiegare e convincere l’interlocutore presumibilmente sta rispondendo alla spinta “dacci dentro” contaminando l’intervento con tornaconti personali e cioè  bisogno di autoaffermazione, conferma in merito alla propria competenza, incapacità a sostenere il senso di frustrazione, o altro.
     Lo stesso varrebbe per l’accompagnatore spirituale che tratta in modo dogmatico il cristiano che chiede orientamento, senza permettersi di stare con i suoi vissuti e con la reale richiesta di aiuto.
       In ambedue gli interventi la qualità della parola è da correlarsi alla dimensione temporale: la fretta conduce all’evitamento di superficie, una lentezza oltremisura porterebbe al ripiegamento patologico.More...

Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /3

by Mauro 22. maggio 2014 12:00

    Quando si comincia un percorso di accompagnamento, può accadere che, sia lo psicoterapeuta che il sacerdote si ritrovino di fronte ad una persona che tende a parlarsi addosso, generalizzare o idealizzare, senza affrontare il quid del problema.
     Le parole possono essere usate per creare distanza, per dominare il setting o per sentirsi al sicuro nascondendosi dietro di esse. Alla base di certe difese sta il modo di percepirsi e di percepire la realtà circostante, là dove la persona ha innanzi un modello ideale, di sé e degli altri, la parola viene utilizzata per giustificare tale convinzione che orienta la vita. More...

Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /2

by Mauro 21. maggio 2014 12:00

       Sia la psicoterapia che l’accompagnamento spirituale non mirano a riempire di “sapere” mediante le parole, la persona che chiede aiuto. Nel percorso terapeutico la pretesa di conoscere e avere spiegazione su tutto ed in tempi rapidi, verrebbe letta come tendenza al controllo e, pertanto, riconducibile a difese eccessivamente rigide nell’affrontare l’imprevedibilità del quotidiano.
        Nel percorso spirituale l’obiettivo, piuttosto che quello di dare spiegazioni, è di fare gustare la relazione con Dio che rimane per tutti una scoperta del tutto inedita e mai preconfezionata. In questo senso l’accompagnamento spirituale è volto ad introdurre la persona nella contemplazione del Mistero e questa esperienza appartiene all’intimità del rapporto personale con Dio. 
       L’individuo chiuso in una ricerca eccessivamente autoreferenziale, bramoso di spiegarsi la sua ed altrui vita attraverso le parole, rischia di chiudersi in un mondo parallelo costruito su illusioni ed idealizzazioni.More...

Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /1

by Mauro 20. maggio 2014 06:00

      Dobbiamo ammettere che molte parole ci cadono addosso ogni giorno e la maggior parte di esse sono solo rumore che spinge l’essere umano in un vortice di emozioni e di pensieri portandolo, cioè, a vagare senza meta. A che pro l’uso della parola?
       Già la psicoterapia cerca di restituire valore alle parole, significato ai contenuti che veicolano e rispondenza ai dati di realtà. Le parole ed i vissuti interiori tornano a raccordarsi, e le dimensioni deliranti trovano contenimento ed assumono una espressione consona a se stessi e alla realtà che ci circonda. Ciò non significa che la psicoterapia spegne il sogno o la capacità di profezia, e quindi di tradire le consuetudini sociali, capacità che è propria dell’uomo e che esprime attraverso il racconto. Piuttosto dota il “pellegrino della terra” di consapevolezza, di lettura dei processi ed eventuale decisione di cambiamento.
         L’accompagnamento spirituale spinge oltre.More...

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Conversazioni dell'anima

by Mauro 19. maggio 2014 10:00

    L’uomo appare muto, senza parole significative, capaci di   esprimere la sua identità. Sembrerebbe che la cultura  contemporanea abbia rinunciato a dire l’uomo. E questo è  accaduto quando la mens post-moderna ha rivolto la  domanda di senso non più a Dio ma alla creatura.
  Ci si è spostati sull’identità dell’essere umano, analizzandola  attraverso le varie scienze e, sorpresa, si è scoperta  un’identità sempre più debole, che ha perso la percezione  della sua provenienza, delle radici appunto.More...

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La prospettiva che riscalda il cuore

by Mauro 4. maggio 2014 10:15

       Quello del dubbio e del questionarsi di fronte alle vicende della vita è una peculiarità della specie umana, la stessa attitudine che apre ad un orizzonte di senso, alla ricerca di Dio nella propria esistenza. Oggi la Comunità cattolica medita un passo, quello dei discepoli di Emmaus, ove il cammino di due viandanti viene provocato dall’incontro con l’Altro. Attraverso il confronto i due escono dal loro "discorso di morte", cambia la loro parola, ed il pensiero che soggiace. A primo acchito si potrebbe asserire: il dubbio non conduce forse ad un continuo tormento esistenziale fino alla melanconia?More...

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