La buona battaglia/3

by Mauro 15. aprile 2017 20:38

    La Pasqua ci svela il senso delle cose, la battaglia che stiamo affrontando nel nostro quotidiano. Le donne che si recano al sepolcro continuano a nutrire un desiderio d’incontro con il proprio Signore, sono ferite ma ancora continuano a cercare anche se di fatto portano una memoria di morte, è il Cristo deposto nel sepolcro che cercano.

Spesso il combattimento della vita è distorto dalle ferite che portiamo. Loro erano deluse e addolorate, avevano visto crollare il Maestro perché ancora leggevano quell’evento, la Crocifissione, secondo categorie di progetto e di successo di vita. La loro memoria non riesce a superare la morte, portavano l’umana consapevolezza dei limiti della propria natura ed in particolare la paura di perdere e di vedere finire tutto. È il timore di tutta l’umanità, il timore primordiale che ha fatto della relazione con Dio un nascondimento, un sottrarsi al suo sguardo.More...

La buona battaglia/1

by Mauro 11. aprile 2017 10:11

    Oggi si parla poco di cammino spirituale in termini di combattimento o di lotta per custodire la buona battaglia. Eppure ciascuno si trova impegnato nel far fronte a parecchie sfide quotidiane. In un tempo ipercinetico, e di simultanee connessioni con il mondo circostante, le sollecitazioni sono sempre più pressanti e molteplici.

Tanti pur misconoscendo la loro dimensione spirituale restano comunque affascinati dalla magia e dai rituali che finiscono col consegnare le proprie scelte ad un talismano. Altri si rifugiano in pratiche meditative, corsi yoga capaci di dare una maggiore concentrazione e parvenza di potere per meglio affermarsi nella ascesa sociale, meta ricercata come divinità a cui paiono consacrarsi. Non mancano, altresì, quanti ricorrono a stupefacenti per avere una massima resa , sentendosi in dovere di spostare sempre più il limite del loro essere “umani”.

Assistiamo, pertanto, ad uno smisurato ventaglio di arrangiamenti che, di fatto, denunciano il proprio bisogno di cura spirituale anche se finiscono, puntualmente, con lo schiavizzare l’individuo in gabbie esistenziali sempre più fitte e asfissianti.More...

La voce di uno, il grido di molti

by Mauro 25. marzo 2017 10:31

           Il lavoro imposto dal bisogno riduce in schiavitù, affermava Hannah Arendt. C’è da pensare, oggi, che la persona privata del diritto al lavoro venga, di fatto, esclusa dalla partecipazione alla creazione del nostro mondo, quello in cui vive e di cui è reso mero spettatore. 

Soccombere alla nuova tratta di essere umani può essere mai l’unica proposta possibile?  

 

Ciascuno una Luce

by Mauro 12. marzo 2017 10:13

                 Il cammino quaresimale ci trova oggi, seconda domenica, a fermarci dinanzi al Vangelo della Trasfigurazione. Una liturgia, questa che viene a concludere, le Quarantore, un tempo di sosta ed ascolto che abbiamo condiviso in questi giorni con la Comunità di Danisinni.

Sappiamo bene quanto questa occasione di grazia sia stata ferita dall’efferato eccidio della scorsa notte in cui un uomo che dormiva per strada è stato atrocemente ucciso da un altro povero uomo. Due storie di grande sofferenza, storie interrotte di famiglie disgregate e, poi, il tragico epilogo che ci lascia sgomenti.More...

ma non sapevano che siamo semi!

by Mauro 5. marzo 2017 12:06

   L’attuale dibattito parlamentare in merito all’eutanasia è uno spaccato che ci mostra come la politica odierna manchi di un pensiero, di una visione antropologica da cui muoversi per leggere la realtà. Ci siamo già soffermati, in altri post, su come la tecnica generi nuovi paradigmi culturali che vengono a mutare la percezione che l’essere umano ha di sé nel tempo e nello spazio, e l’approccio a questo argomento ne è espressione.  

Zumare l’obiettivo sul trattamento del “fine vita” di Fabiano Antoniani per disquisire, poi, su leggi generali da applicare al particolare è davvero artificioso perché, a mio avviso, il fatto in sé rimanda in primo luogo ad una riflessione sul valore della vita e della sofferenza all’interno di essa.

Intendo bene che il tessuto culturale contemporaneo cerca in tutti i modi di esorcizzare il tema del dolore così come quello della morte e, di conseguenza, del limite umano. L’individuo è contemplato nella sua capacità produttiva o nel tratto estetico e socialmente affascinante.More...

Disobbedienza civile, dipende da quel che si ascolta

by Mauro 19. febbraio 2017 13:48

   La perdita di autorevolezza della parola fa sì che, quotidianamente, ascoltiamo tante disquisizioni costruite su parole vuote di significato. Confronti pretestuosi, gli stessi che generano guerre intestine tra popoli o fratture indelebili tra amici o parenti.  Nella cultura del significato relativo, l’individuo resta sempre più solo, ferito e malinconico, proprio perché isolato dalla parola vacua.

La parola, comprendiamo bene, rende la specie umana capace di attribuire significati, capace di negazione e, con un semplice avverbio, creare distanza dal pensiero altrui. È così che la persona privata di parole viene ridotta a solitudine e, di conseguenza, a debolezza manipolabile. 

Nel mentre che l’uomo cerca ricette magiche affidandosi a fantomatici guru (basta un “centro benessere” per diventarlo) e a pratiche meditative per trovare il nirvana, la Scrittura offre una prospettiva controcorrente, folle per la società dei consumi che vorrebbe abitarci. More...

Nati non per morire ma per incominciare...

by Mauro 8. gennaio 2017 00:36

           È un conflitto non violento quello che ci viene proposto dalla pagina evangelica di questa domenica (Mt 3, 13-17) in cui troviamo Gesù in fila con i peccatori per l’immersione nel Giordano.

        Stare nella condivisione con un popolo che vive le conseguenze dell’ingiustizia sociale è la scelta primaria di Gesù. È così che Lui inizia il suo ministero pubblico, l’aprirsi alla sua missione nel mondo. Lo fa mostrando una opportunità fattiva di rinascita, ossia di ripartenza ma non da soli.

       Tornano in mente le parole di Hannah Arendt, ebrea perseguitata dal regime nazista, che in uno dei suoi scritti affermava: «Gli uomini, anche se devono morire, sono nati non per morire ma per incominciare».More...

Ogni persona è una storia inedita

by Mauro 5. gennaio 2017 20:43

       A compimento del tempo natalizio ci viene presentata la figura dei Magi, uomini che dall’oriente si recano a Betlemme perché guadando il cielo hanno colto un segno. Interessante, dunque, è che il loro mettersi in cammino deriva dallo sguardo rivolto al cielo, dall’apertura al mistero che li sovrasta, e lì scorgono un segno che hanno bisogno di comprendere.

      Loro vanno a Gerusalemme, il luogo del Tempio ove viene approfondita, compresa e trasmessa, la Parola di vita, perché intendono leggere il segno e dargli un significato.More...

Il chinarsi di Dio

by Mauro 1. gennaio 2017 09:45

     Un paio di giorni fa vivevamo nel Parco di Danisinni la Rappresentazione storica della Natività calandoci, attraverso le scenografie semplici e naturali, nel “lì e allora” del Natale del Signore.

    La pirrera, ossia la cava di calcarenite in cui si insedia, oggi, il Parco naturale di Sant’Agnese, ha offerto un teatro naturale riproducendo lo scenario della Betlemme del tempo e ci ha permesso di stare dentro al Racconto, per coglierne sfumature essenziali che hanno destato stupore per la “prossimità” scelta da Dio.More...

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Dio è altrove!

by Mauro 24. dicembre 2016 21:51

   L’Evento del Natale smaschera ogni falsa immagine di Dio, ogni sorta di idealizzazione che porterebbe la vita umana ad una continua ricerca di perfezionismo e di astrazione dalla sua ordinarietà. È feriale il volto di Dio che si rivela nel Natale, e quante esistenze affannate cercano la sua immagine da un’altra parte imprigionandolo in schemi moralistici traducibili in comportamenti buoni per essere liberi dai sensi di colpa. Il Dio cristiano è altrove!More...

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