Con-dividere è la chiamata cristiana

by Mauro 3. agosto 2014 10:00

      Oggi condividiamo il Vangelo dall’Albania, da questo luogo dove dieci anni fa è nata l’avventura dei Missionari di Strada. La Parola continua a sorprenderci come a ricordarci che tutto viene da Dio e tutto a Lui torna seppur arricchito della partecipazione umana. E proprio il Vangelo di questa domenica, diciottesima del tempo ordinario, ci mostra come Dio chieda la docilità del cuore per fare nuove tutte le cose.
       Inizialmente troviamo Gesù di fronte ad una grande prova che lo coinvolge personalmente e, al contempo, di fronte alla folla che lo interpella e che abbisogna della sua risposta. È un momento particolare, Giovanni Battista è stato ucciso e Gesù si ritira, ha bisogno di solitudine. È l’uomo che ha perso un amico anzi più di un amico, considerato che c’era una profezia che li accomunava e che li inviava ad una missione complementare: Giovanni prepara la via, Gesù è la Via.More...

Quale battaglia regge la nostra vita? /4

by Mauro 4. luglio 2014 20:43

         La terza tentazione è inerente alla prospettiva di vita, in fondo è ciò che unifica il cosa mi dà la vita (prima tentazione) e quali strategie metto in atto per crescere (seconda tentazione). La prospettiva è il modo di stare nella vita, l’angolatura attraverso la quale filtro le informazioni che mi arrivano o, meglio, zummo i particolari risaltanti, ciò che suscita interesse, ricerca.

      Interessante notare che è la meta, lo scopo a creare il viaggio. La prospettiva mi orienta dando direzione a tutta quanta la mia vita come la pianta che cresce orientandosi nella direzione dei raggi del sole. Quale sole orienta la tua vita?More...

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Quale battaglia regge la nostra vita? /3

by Mauro 2. luglio 2014 12:54

     La seconda tentazione vorrebbe incitare all’individualismo, buttati giù in modo da mostrare il tuo valore! Come se il valore di ciascuno avesse bisogno di dimostrazioni e non fosse il frutto dell’atto gratuito del Padre.

             È la tentazione volta a far sentire unici, eroi del momento, persone super di cui il mondo abbisogna. L'idealizzazione ci fa perdere il contatto con la realtà e con Dio. E' prima di tutto una malattia dell'anima e, in seconda battuta, della psiche. More...

Quale battaglia regge la nostra vita? /2

by Mauro 30. giugno 2014 23:35

          Continuiamo la nostra riflessione in merito al combattimento spirituale secondo la prospettiva cristiana, ed andiamo, questa volta, a prendere in esame l’episodio delle tentazioni in cui si imbatte Gesù così come descritto dai Vangeli. Nel racconto delle tentazioni si riassume in modo emblematico il combattimento cristiano.
       Le tentazioni vengono ad insinuare pensieri che non sono secondo la verità della propria vita. Sono tre suggestioni legate all’individualismo: “dì”; alla onnipotenza: “gettati”; alla svalutazione: “prostrati”. Da notare che tutti aspetti fanno perdere la relazione con l’Altro e con gli altri. More...

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Quale battaglia regge la nostra vita?

by Mauro 29. giugno 2014 21:57

           Siamo piuttosto abituati a sentire parlare di malattie della psiche, molto poco invece si parla di malattie spirituali anche se di fatto possono essere ben più gravi e, a mio parere, frequentemente sono correlate alle prime.
        Nei post precedenti abbiamo sinteticamente trattato della questione volontà, è proprio la direzione della volontà che può imbrigliare nelle trame del malessere spirituale fino a forme di totale asfissia dell’anima. Molte forme depressive hanno questa origine e, da più parti, i ricercatori hanno appurato quanto la vita spirituale sia un potente fattore protettivo. È pur vero altresì, constatare che nel cammino ci sono anche condizioni di aridità spirituale che potrebbero esporre allo stato depressivo ma a riguardo approfondiremo il tema in seguito. Se il ben-essere si raggiunge quando la vita naturale viene santificata (e non sacrificata) a contatto con la vita di Dio, perfino il corpo viene trasfigurato cioè gode della presenza e della espressione nel Bene.More...

Dalle domande dipende la direzione della vita

by Mauro 28. giugno 2014 23:12

           Abbiamo bisogno di porre domande corrette alla nostra vita, questo attiva una ricerca, dentro e fuori noi stessi. Si pensi alla grande responsabilità che ha ogni educatore nel porre domande di senso. E' la differenza tra l'interrogazione di un insegnante che mira a trasmettere contenuti per avere risultati e un maestro che, chiedendo, favorisce l'attivazione di processi di ricerca e di passione per la vita. Una domanda attraversa la pagina del Vangelo che viene proposto alla Comunità in questa domenica. Gesù pone un interrogativo su quello che la gente dice su di lui. A Gesù certo non interessa sapere cosa si dice in giro, in realtà la prima domanda prepara la seconda: “Ma voi chi dite che io sia?”.
       È interessante questo interrogativo perché indica in cosa consiste la fede cristiana: è relazione personale con Dio. Nel cristianesimo l’esperienza di fede è frutto di un rapporto intimo che ciascuno può avere con Dio. Il fondamento è la relazione con l’unico Signore, l’osare della fede è credere che Dio vuole avere una relazione con ciascuno: la risposta è personale!
        È una proposta sconvolgente per l’uomo di quel tempo così come per il contemporaneo troppo abituato a credere di dovere “pagare” la propria importanza. Nella nostra società ciascuno gioca a darsi un valore o darlo agli altri in base al tornaconto di turno. È così che le donne imparano a sentirsi importanti a seconda della bellezza esteriore e gli uomini in base al prestigio sociale ed economico raggiunto. Un gioco che frequentemente diventa competizione, un gareggiare per mostrare che si è più importanti e meritevoli rispetto ad un altro. L’essere umano finisce col darsi un prezzo e, di conseguenza, col darlo a Dio: mi ama se io dimostro che…!More...

Conversazioni notturne: MdS e la chiamata alla vita

by Mauro 10. giugno 2014 23:59

    Quando il web diventa una piazza di fraternità. È così che i Missionari di Strada, nel decennale del loro cammino dall’Albania alla Sicilia, hanno iniziato le loro Conversazioni notturne via Skype. Nella festa dell’Odigitria, Lei detta indicatrice del cammino, la Fraternità itinerante ha avviato l’incontro web per riflettere e condividere sul senso delle cose.
        La prima Conversazione, appena conclusa, è partita dalla chiamata di Mosè, uomo che nella sua quotidianità si è lasciato interpellare da Dio. Ha però dovuto percorrere un cammino di spoliazione per passare dal vedere, pensare e volere secondo l’uomo esteriore all’atteggiamento del cuore, quello che permette di vedere anche nel buio, abbandonare la ricerca di sicurezze e garanzie di  vita, fino a desiderare ciò che davvero nutre il viaggio dell’umana esistenza.

        La quotidianità, come starci, ha ribadito p. Giuseppe in collegamento dall’Albania rimane la grande sfida per l’uomo contemporaneo, continuamente stimolato a consegnarsi alle apparenze e alla logica dell’immediato. More...

Il potere dell’uomo ed il ricordo di Dio: tra combattimento e volontà/2

by Mauro 31. maggio 2014 06:00

       L’individualismo che regge l’attivismo frenetico della nostre vite si oppone alla logica evangelica, quando scegli di stare in comunione sei più lento perché aspetti gli altri. Chi corre resta solo anche se ha la parvenza di essere “il migliore”.More...

Il potere dell’uomo ed il ricordo di Dio: tra combattimento e volontà/1

by Mauro 30. maggio 2014 06:00

      L’esperienza religiosa fa passare dall’atteggiamento di paura verso l’ingovernabile a quello di meraviglia e stupore che nasce nella persona che si apre alla relazione con il Creatore e, di conseguenza, con il Creato. Ora non mi soffermo sulle premesse, seppure sarebbe necessario, vado direttamente ad affrontare due aspetti della esperienza religiosa che ritengo di prioritaria attualità: la questione del combattimento spirituale e quella della volontà.
      Il combattimento presuppone una consapevolezza, un ascolto di sé. Quando non c’è combattimento spirituale, l’individuo è assuefatto, vive cioè in una sorta di torpore spirituale. Si rifugia nell’ “impegno” o “rumore” permanente al fine di non sentire. Davvero smisurate dosi di ansiolitici vengono somministrate all’uomo contemporaneo, recentemente perfino ai bambini! Ma non si usa solo il farmaco per “non sentire”, ci sono altre strategie come immergersi davanti alla tv, nel lavoro anche durante le vacanze, l’alcool, il fumo o altre droghe, lo sballo di turno che cerca di anestetizzare il logorio quotidiano.
      È paradossale che dal fine settimana o dalle ferie si ritorni stanchi! Forse perché non si riesce a sostenere l’ascolto nella quiete, magari mancano le competenze necessarie. More...

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Le parole della psicoterapia e la Parola dell’accompagnamento spirituale /4

by Mauro 28. maggio 2014 10:00

     Un ultimo passaggio all’interno di questo excursus: la qualità della parola è essenziale in ambedue gli approcci.
    Il terapeuta che usa molte parole per spiegare e convincere l’interlocutore presumibilmente sta rispondendo alla spinta “dacci dentro” contaminando l’intervento con tornaconti personali e cioè  bisogno di autoaffermazione, conferma in merito alla propria competenza, incapacità a sostenere il senso di frustrazione, o altro.
     Lo stesso varrebbe per l’accompagnatore spirituale che tratta in modo dogmatico il cristiano che chiede orientamento, senza permettersi di stare con i suoi vissuti e con la reale richiesta di aiuto.
       In ambedue gli interventi la qualità della parola è da correlarsi alla dimensione temporale: la fretta conduce all’evitamento di superficie, una lentezza oltremisura porterebbe al ripiegamento patologico.More...

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