Il bisogno di verticalità per stare nelle cose della vita

by Mauro 13. settembre 2015 09:33

       Accade nella vita di una persona, che tutto ad un tratto si riscopre il valore della paternità e maternità dei propri genitori. Si percepisce che dietro le cose ricevute o negate, o il senso di certi discorsi, stava il loro desiderio di bene, il cercare di custodire e di fare evolvere la vita dei propri cari.

        Certo l’agire umano non è scevro da sbagli ed incomprensioni ma quel che si riscopre, una volta diventati adulti, è il valore che ciascuno ha per l’altro, il compromettere la propria vita con e per l’altro. Anche le negazioni hanno un valore aggiunto, anzi, considerato che è prerogativa del genere umano la negazione esplicita la peculiarità dell’amore che sa anche sostenere il peso dell’incomprensione anziché scendere nel compromesso. È così che l’assenza dei “no” nei messaggi educativi oggi, determina la mancata definizione in molti che non riescono a “trovarsi” proprio perché non hanno la percezione del limite, del confine tra sé e l’altro, tra la scelta e le tante possibilità offerte dalla vita.More...

Provocati dalla vita

by Mauro 5. luglio 2015 09:34

         Nutrire il desiderio di Dio è un aspetto importante per la vita di una persona, è nel momento della maggiore  fragilità che tanti si aprono a Dio e ciò sembra secondo l’indole naturale dell’uomo. Malgrado in tanti abbiano cercato di fare della esperienza religiosa una sorta di organizzazione umana funzionale al quieto vivere, ci rendiamo conto che la fede cristiana è ben altra cosa e, certamente, non è un pacificare le questioni insite nella vita, come se il cristiano vivesse nella “pace dei sensi”, il cristianesimo è piuttosto provocazione al vivere.More...

La Comunione è la sfida del Tempo

by Mauro 4. giugno 2015 20:26

      Ritengo che la sfida più grande per il nostro tempo è quella della Comunione. L’uomo contemporaneo pare orientato, attraverso la tecnica ed il canale virtuale, ad un sempre maggiore individualismo. In ogni modo viene propinata la realizzazione di sé senza l’altro o, meglio, utilizzando l’altro e questo sembra essere l’orizzonte di senso dominante.

              Anche la riforma della scuola appare contaminata da questa idea di fondo: l’individuo e non la persona è posto al centro dell’azione pedagogica! Secondo la mens sottostante la continuità didattica (e l’aspetto relazionale che vi soggiace) non sarà più un criterio guida, così come la neutralità di genere sarà intesa quale valore aggiunto in vista della autodeterminazione di ciascuno. Ancora, saranno promosse scuole di serie A patrocinate, e frequentate, da ricchi possidenti e scuole B ghettizzate e preferibilmente circoscritte alle periferie esistenziali.

              Si crea così, a partire dall’istituzione scolastica, un profondo frainteso sul concetto di autonomia, non più intesa come legame ed inserimento nel territorio, ma all’insegna della competizione e dell’isolamento: il potere di alcuni per sottomettere tutti gli altri!

                La diseguaglianza si erige a sistema e di riflesso parlare di pari dignità, solidarietà e comunione appare davvero anacronistico. Questi sono solo esigui aspetti di quello che si vorrebbe produrre: un essere umano capace di autodeterminarsi. Anziché favorire l’esplorazione e la relazione con il mondo circostante, legata ai ritmi ed ai compiti evolutivi, si alimenta la chiusura narcisistica la stessa su cui andranno a strutturarsi antiche e nuove dipendenze.

               La persona priva di relazione gratuita, di amicizia e di gioco, cioè di tempo dedito ai rapporti senza la ricerca di un “utile”, sembra smarrirsi nella malinconia esistenziale, troppo piena di sé e molto vuota dell’altro.More...

Morire di Speranza

by Mauro 20. aprile 2015 11:23

      Questa sera anche la Comunità di Danisinni si raccoglie in Veglia di preghiera per le vittime degli innumerevoli naufragi nel Canale di Sicilia. La strage di migranti che cercano di attraversare il nostro mare è continua, lo spazio di separazione tra la Sicilia ed il Continente africano è un’ecatombe senza limite. Sa di assurdo eppure corrisponde al reale!

Di fronte a così tanto orrore siamo chiamati a fermarci, pregare, riflettere e agire. È tempo di nuove azioni sociali volte alla custodia del genere umano ed in particolare dei più indifesi, è tempo di una nuova obiezione di coscienza di fronte a tanto male che calpesta la dignità dell’essere umano.

Comprendo, questo è solo uno dei tanti contesti in cui popoli interi si trovano a soffrire a motivo delle ingiustizie e le diseguaglianze legate ad interessi economici, un motivo aggiunto per uscire dall’indifferenza a cui ci sta abituando il mercato dei consumi, sempre più dipendenti da oggetti ed indipendenti dall’altro.

               È tempo di cessare le tante disquisizioni tipiche della politica nostrana, utili solo a giustificare le logiche di potere e di clientelismo. Quali sono i criteri che ci permettono di parlare di diritti e doveri? Quale criterio legittima la punizione di uno straniero con una pena maggiore per lo stesso reato commesso da un cittadino italiano? È tempo di porre accanto al diritto di uguaglianza anche quello di reciprocità!More...

La pedagogia di Sarina

by Mauro 25. gennaio 2015 10:31

   All’indomani del funerale di Sarina Ingrassia rimane come un silenzio interiore, non è di un vuoto che si tratta, ma del senso di mancanza che evoca dentro tanti ricordi, risonanze, momenti semplici e densi di vita. Dicevamo ieri di come lei non è appartenuta a nessuno proprio perché si è resa disponibile a tutti, senza limite e senza sosta, pur riconoscendosi una “piccola donna”.
       Quella della mensa accogliente è un’icona che immediatamente mi porta a Sarina, la cucina luogo di ingresso e di soggiorno era lo spazio sacro dell’incontro. Entrarvi era come aprirsi ad un mondo, fare ingresso in un respiro più ampio che ti portava, pur stando dentro quelle mura domestiche, ad attraversare il senso delle cose, i luoghi, i sogni ed i progetti di vita. Sarina sempre capace di ascolto, anche se stanca, era incuriosita e affascinata dall’ospite di turno, anche da chi la collaborava con lei ogni giorno. Non si perdeva in chiacchiere, annuiva piuttosto che mormorare ma era lapidaria nella denuncia così come nell’incoraggiare.More...

Dare compimento ai propri giorni

by Mauro 28. dicembre 2014 20:47

   Il Natale a Danisinni è esperienza di aggregazione sociale ma che di riflessione sui valori ed i modelli che regolano l’umana convivenza. Del resto il senso del Natale e della festività di quest’oggi, intitolata alla Famiglia di Nazaret, è dato proprio dal ritornare a considerare le radici della Comunità umana.
         Nel nostro tempo assistiamo ad una crisi del quadro antropologico, messo in discussione per favorire il mercato dei consumi. Se l’essere umano “dimentica” la sua identità, allora andrà alla ricerca di un appoggio o un “nuovo acquisto” per riconoscersi, almeno per qualche giorno!
         È così che il desiderare il nuovo, dimenticando ciò che siamo e ciò che già abbiamo, diventa fonte di continua angoscia perché la mancanza non è mai appagata. Alla base il nuovo modello vorrebbe l’uomo autodeterminarsi per essere risposta a se stesso, eppure l’individuo si sperimenta come dato, dono che si può solo accogliere e mai determinare. Ciascuno cioè scopre di essere quello che è, di essere chiamato all’esistenza, e con questo dato deve fare i conti.More...

I "Si" che fanno mettere in gioco

by Mauro 28. settembre 2014 22:55

      Quello del formalismo sembra essere una delle gravi piaghe della nostra società, mostrati compiacente e tutto sarà perfetto! Uno slogan che apparentemente fa funzionare rapporti istituzionali, partenariati, perfino alcuni matrimoni, ma tutto ciò a discapito della relazione. I rapporti umani, infatti, si nutrono di autenticità, nella finzione scenica si finisce per trovare la noia, altro male oscuro dei nostri tempi! 

     La vita non è questione di parole ma di opere, non è il dire “si” a raccontare la nostra storia ma ciò che fattivamente esprimiamo.More...

La giustizia è questione di cuore

by Mauro 23. settembre 2014 00:22

      La questione della giustizia sociale è uno degli aspetti di rilievo che possono venire a destabilizzare la progettualità di una persona. Nel far fronte alle dinamiche di potere iscritte nel nostro sistema l’individuo potrebbe finire con il rinunciare ai suoi valori-ideali di riferimento per non soccombere.

     Ho esperienza di numerose persone che, venute in terapia, hanno raccontato il loro malessere, la condizione di iper-stress, dovuto alla corruzione riscontrata nel loro contesto lavorativo piuttosto che nella privazione dei servizi che dalle Amministrazioni dovrebbero essere garantiti ai propri cittadini. È possibile fronteggiare simile stato di cose appigliandosi ad una giustizia che stabilisce “a ciascuno il suo” così dome definito dal diritto romano? Oggi più che mai è parecchio difficile stabilire ciò che è “mio” e ciò che è “tuo”. Un profugo che arriva a salpare fino alle nostre coste ha il diritto di calpestare il “nostro” suolo? Un nascituro che ha poche settimane ha diritto di venire alla luce o la sua vita è in potere delle norme decise da una Nazione? Molte sono le questioni di giustizia che provocano il nostro tempo, giorni in cui l’opinione viene assunta a verità!More...

Fede è perdere l'equilibrio

by Mauro 1. settembre 2014 01:00

          A chi si intende poco di cristianesimo la fede appare come negazione della capacità di pensiero o, ancora, come privazione di libertà ed obbedienza cieca. In realtà la fede è ben altra cosa, significa relazione dinamica ma ancor prima perdita di equilibrio. Si, chi si apre alla fede perde stabilità fino a sbilanciarsi. In che senso?More...

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Dimmi chi segui e ti dirò chi sei!

by Mauro 24. agosto 2014 23:13

          Nuove frontiere si aprono oggi all’evangelizzazione di strada. Fin troppe provocazioni ci pervengono dai rotocalchi che quotidianamente ci elencano tragedie deliberate da mano d’uomo. Pensiamo ai barconi che continuano ad affondare nel Mediterraneo portando con sé centinaia e migliaia di vite umane, le ferite mortali delle numerose guerre sparse nel mondo, gli oltraggi alla vita fino a colpire i propri familiari.
       Risuona ancora l’interrogativo che Gesù rivolse ai suoi discepoli 2000 anni fa come ci ricorda il Vangelo di oggi, XXI domenica del tempo ordinario: Chi è Cristo nella mia vita?
    È esperienza comune smarrirci, sovente  andiamo dietro a tanti nutrimenti, certo attraenti, dimenticandoci dell’unico nutrimento essenziale. Quando mi ritrovo a correre e avverto tutto l’affanno dei miei giorni è lì che devo fermarmi e chiedermi: chi è Cristo per me oggi? Quando rivendico e cerco le mie ragioni per difendere posizioni e battaglie, lì ho bisogno di fare silenzio e tornare a chiedermi: ma tu Gesù cosa c’entri con tutto ciò?
        Come mai Gesù consegna a Pietro le chiavi del Regno dei cieli? Che significa avere la chiave d’ingresso nel Regno? Domande necessarie che ci aprono alla comprensione del Vangelo di questa Domenica.More...

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