Stabat Mater

by Mauro 22. marzo 2013 21:30

   Papa Francesco ha iniziato il suo primo discorso ricordando che quando si confessa Cristo senza la Croce non si è discepoli, ossia si segue altro ma non Dio. Oggi a Gerusalemme si celebra la liturgia di Maria addolorata. Stamane abbiamo iniziato la giornata con la Celebrazione Eucaristica sul Calvario innanzi l’edicola di Maria.

         Prima di celebrare la Pasqua viene proposta questa tappa innanzi la Madre di Gesù che sta ai piedi della Croce.
Parlare di Croce sembra ai più uno scandalo o comunque follia, e questo è ancor più vero per una tendenza culturale che cerca di esorcizzare tutto ciò che rimanda al dolore e di conseguenza alla morte. Una prospettiva che cerca, in questo modo, di alienare la persona dalla sua storia, dalla capacità di stare nei suoi giorni attraversando anche il dolore. Questo modus vivendi priva l’essere umano della capacità di ricerca e quando si trova innanzi alla contingenza della vita, ed il dolore così come la morte ne sono un aspetto, ecco che crolla nella disperazione.
         Il cristianesimo non è certo un culto del dolore, della tristezza o, ancor meno, della morte, piuttosto è una Via per sperimentare la pienezza della gioia e della vita senza tramonto, l’eternità. In effetti, a ben pensarci, diversi filoni di pensiero odierni, sono un tentativo mal riuscito di raggiungere l’eternità.More...

Ripartire dalla propria storia

by Mauro 17. marzo 2013 08:52

   La pagina evangelica proposta in questa Domenica, dal Vangelo di Giovanni 8, 1-11, sembra uno spartiacque tra la mentalità legalista dei farisei e quella dell’amore propria di Dio. È un interrogativo che attraversa fedi diverse così come culture e modi di affrontare la vita: dove sta il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, tra il giusto e l’ingiusto, tra libertà e schiavitù? Gesù riformula questo interrogativo ponendolo sotto un’altra prospettiva: il prima ed il dopo, la storia non come memoria ma come memoriale in cui scoprire l’amicizia di Dio.
       Il passo in considerazione è quello dell’adultera, una donna che ha preso un’altra strada rispetto alla sua storia coniugale, è andata a cercare altrove la soddisfazione della sua vita, la sua vita è rimasta ferita dalla ricerca di amore, tanto ferita che questa ricerca ora è diventata motivo di morte.
       Sì perché la mentalità legalistica, di tutti i tempi, abitua a fare della propria storia il luogo di morte, di ripiegamento, di visione fallimentare. Si perde di vista che c’è ancora un oggi ed un domani che per il cristiano rimangono DONO di Dio. More...

Il digitale luogo di socialità

by Mauro 16. marzo 2013 00:02

   Ho una questione irrisolta, una delle tante che mi frullano per la testa, che mi pare contribuisca a bloccare i processi di integrazione e di pacifica convivenza tra noi umani. Osservando più da vicino la gestione politica israeliana e di riflesso quella palestinese, mi rendo conto di come si fraintenda l’adattamento con il cristallizzare (faccio un Muro e definisco confini e luoghi abitabili), l’interazione con il passivizzare (ti riconosco o meno diritti ed in questo modo possiamo interagire pacificamente). La gestione politica cioè viene a perdere il contatto con l'umano, con il diretto destinatario dell'azione politica. A quel punto la politica diventa un qualcosa di astratto, scostante per la popolazione, è quel che è accaduto anche in Italia negli ultimi anni basta pensare a quando i politici affermavano che l'introduzione dell'euro non avesse comportato un rincaro dei prezzi pur mantenendo gli stessi salari. Nel mentre che la gente impattava con le conseguenze del mancato controllo dei prezzi chi stava al governo brindava perchè con la nuova moneta si era usciti dalla vorticosa svalutazione della lira!

       È da riconoscere, seguendo una elementare constatazione socio-antropologica, che ogni persona nell’adattarsi ad un contesto al contempo lo trasforma, non è proprio vero che l’inserimento umano è riducibile a mero adattamento passivo. In Italia così come in Israele la progettazione politica deve partire da un quadro antropologico di riferimento in cui l'umano è da considerarsi in tutte le sue parti senza possibilità di separazione. Ad esempio, come afferma il sociologo francese Edgar Morin, l'economia porta con sè le domande, le passioni, i desideri proprie dell'umano e che pertanto superano i semplici interessi economici.
       Più che parlare in termini esplicitamente politici voglio fare riferimento, per analogia, al mondo digitale, un mondo oggi comune a tutti, almeno ai più More...

E Papa fu!

by Mauro 13. marzo 2013 20:35

   A Gerusalemme, un'ora fa, abbiamo esultato così come la gente che stava in piazza San Pietro a Roma, al vedere la fumata bianca venir fuori da comignolo della Sistina.

       Le immagini e la notizia rapidamente hanno fatto il giro del mondo riscuotendo una grande risonanza. Il gesuita Jorge Mario Bergoglio prendendo il nome di Francesco I si è presentato quale nuovo Vescovo di Roma.

       Si, come fratello tra fratelli, grato al suo predecessore per il quale ha fatto pregare il mondo intero, consapevole che il mandato ricevuto è un dono e pertanto accolto con semplicità di cuore,  uomo bisognoso di benedizione prima di impartire la sua, uomo che intende iniziare un cammino di reciprocità, un andare avanti insieme al popolo che Dio gli ha affidato. I primi minuti di presentazione danno già i connotati dell’uomo scelto per custodire nella Carità la Chiesa di Dio. Lui si è subito definito quale fratello “preso dalla fine del mondo” e, secondo questa linea, ha scelto il nome Francesco. Esce dalla tradizione consolidata, assume un nome inedito nella storia dei papi, e ancora assume il nome del poverello di Assisi. More...

Le sorgenti di Aboud

by Mauro 12. marzo 2013 15:20

   Ad Aboud villaggio palestinese  lungo la via che da Nazareth porta a Gerusalemme, ho ritrovato la comunità Scout. Ad un tratto è come se mi fossi ritrovato catapultato con i giovani del Castelvetrano1 a riflettere sulle problematiche del territorio, la sfida che il Vangelo chiede a chi vuol mettersi in gioco. Anche a Betlemme ero rimasto a sorpreso nel vedere, mentre in processione pregavamo lungo il muro, gli Scout che reggevano oltre la Croce anche la bandiera palestinese.
     Percepisco subito che ad Aboud la sfida è davvero grande, seppure il luogo sia un esempio di pacifica convivenza tra arabi cristiani e musulmani, la vita di questa gente è stata sconvolta dall’insediamento israeliano.More...

Gli ulivi della Cresiman Valley a Beit Jala

by Mauro 10. marzo 2013 11:39

   In genere si confonde il mondo arabo con il mondo musulmano ma di fatto la coincidenza non è ovvia. La Comunità cristiana affonda le sue origini anche nel mondo arabo, è lì che sono sorte le prime Comunità che ancor oggi sopravvivono. È questa la storia dei cristiani di Betlemme che oggi condividono insieme ai fratelli musulmani un tempo di particolare prova.
      Senza giri di parola condivido la testimonianza diretta di Giovanni (nome di fantasia), un uomo che vive a Beit Jala, borgata di Betelemme, a cui ci siamo uniti l’uno marzo per la giornata di riflessione e preghiera:
      Io e la mia famiglia apparteniamo alla più antica Comunità cristiana del mondo. Viviamo in Palestina, Terra Santa da secoli. Accanto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle musulmani siamo stati capaci di mettere radici in questa terra e di renderla florida. L’abbiamo amata a lungo ed essa ci ha sempre restituito una vita dignitosa e prospera fino a quando More...

I Bambini di Betania

by Mauro 8. marzo 2013 20:45

   Vi racconto una storia, quella dei bambini di Betania. Si, proprio il villaggio di quella famiglia che accolse Gesù ospitandolo in casa ed accompagnandolo lungo la via. Proprio in riferimento a Lazzaro la città viene chiamata Lazarium o Āzariyyeh. Ma tornando ai bambini, la storia è un po’ diversa, non è di accoglienza che si tratta ma di rifiuto, e con essi anche delle loro famiglie.
      Nella foto accanto come sfondo vedete le pareti di un asilo, si pitturate con dei graffiti giusto per ammortizzare l’impatto proprio perché si tratta del fatidico Muro, sarò ridondante ma torna in continuazione quando condividi la vita qua in Palestina. Torna quando in auto percorri la strada circondato da due pareti altisonanti, torna quando ti affacci al balcone, torna quando cerchi di passare da una città all’altra, torna quando tutto ad un tratto ti accorgi che non puoi raggiungere l’altro lato della città perché è stata tagliata a metà!More...

Quante volte si sarà domandato che senso ha rimanere...

by Mauro 6. marzo 2013 20:01

    Ho ritrovato un collega dell’Università di Psicologia, di lui avevo perso le tracce, pensavo che dopo il dottorato avesse continuato ad insegnare lì a Roma ed invece, pur avendo ottenuto la cittadinanza italiana e avere sposato una donna italiana, lui ha preferito tornare qua, nella sua terra natia ove oggi insegna all’università di Betlemme.More...

Credere è avere un interlocutore

by Mauro 4. marzo 2013 23:00

   Credere che la propria vita possa cambiare da un istante all’altro è cosa impensabile fino a quando non lo si sperimenta, eppure la vita a volte ci riserva delle sorprese. È di questa imprevedibilità che parla la storia di due grandi personaggi dell’ebraismo italiano:  Alphonse-Marie Ratisbonne ed Eugenio Zolli.More...

Fa che non mi accontenti

by Mauro 3. marzo 2013 06:00

     Che non mi accontenti di pellegrinaggi preconfezionati,  fatti di belle immagini e di cartoline illibate;More...

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